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Uccise la piccola Simonetta Lamberti, il pentito: “Un peso sulla coscienza”

Simonetta Lamberti aveva 11 anni quando fu uccisa nel corso di un attentato a Cava de’ Tirreni (Salerno). L’obiettivo dei sicari era suo padre, il giudice Alfonso Lamberti. La confessione del pentito sarà valutata dal gup.
A cura di Susanna Picone
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Antonio Pignataro è il pentito che si è autoaccusato di aver partecipato trentuno anni fa all’attentato di Cava de’ Tirreni (Salerno) durante il quale rimase uccisa la piccola Simonetta Lamberti. La bambina aveva 11 anni quando morì, era in compagnia di suo padre, il giudice Alfonso Lamberti, vero obiettivo dei sicari. Sarà compito del gup Sergio De Luca, il prossimo 9 ottobre, valutare la posizione del pentito. Originario di Nocera (Salerno), Pignataro faceva parte del gruppo cutoliano della camorra nell’agro nocerino-sarnese. In un anno è stato ascoltato tre volte dal pm Vincenzo Montemmurro.

Il pentito vinto dal rimorso – Secondo quanto scrive Il Mattino, Pignataro ha dichiarato al pm “di non poter più vivere con quel peso sulla coscienza”. Il pentito sarebbe stato, insomma, vinto dal rimorso. Ha raccontato come l’agguato al procuratore fu preparato su decisione di Francesco Apicella: voleva vendicarsi delle inchieste di Lamberti. L’attentato fu organizzato in sei mesi, il commando era formato dallo stesso Pignataro e da altri tre cutoliani, Gerardo Della Mura, Claudio Masturzo e Gaetano De Cesare. Di quel commando il pentito è l’unico ancora in vita.

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