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Tutto a posto, possiamo stare tranquilli: la TAV si farà

Dall’incontro Monti – Hollande le solite parole di circostanza e tutto sommato un cauto ottimismo sulla possibilità di uscire in tempi rapidi dalla crisi. E, ovviamente, l’ennesimo (superfluo) endorsement alla TAV.
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Mentre sono tante le incognite legate a quello che si preannuncia come un autunno caldissimo, non solo per la politica italiana ma per il complesso economico – politico dell'Europa intera, una sola certezza emerge dall'incontro fra Mario Monti e Francois Hollande. Il contenimento del deficit? La ripresa della produzione industriale e dei consumi? La crescita dell'occupazione? La stabilità dello spread e l'utilizzo efficace delle risorse dell'ESM – EFSF? Nemmeno per sogno, del resto su questi temi discernere la realtà, le intenzioni e la propaganda è sempre operazione complessa.

No, l'unica cosa sulla quale Monti e Hollande sono pronti ad impegnarsi e a profondere sforzi ed impegni concreti è la TAV. Sì, la tratta ferroviaria Torino – Lione, la solita "opera di fondamentale interesse" cui da anni sembra che il Governo italiano abbia affidato le sorti della nazione. "Sono lieto che il prossimo vertice intergovernativo tra Francia e Italia, si svolgerà a Lione, dando così un altro segno concreto della volontà dei nostri due Paesi di dare completa realizzazione a quell'opera di fondamentale interesse che è il treno ad alta velocita Torino-Lione". Il Monti pensiero del resto è sempre stato chiaro, a dispetto del fatto che per completare l'intero progetto ci vorranno 20 o 30 anni (e ricordiamo che il tunnel di cui tanto discutiamo è solo la prima parte dell'intero complesso dei lavori), che l'opera costerà poco meno di 25 miliardi di euro (una cifra vicina a quella della prossima manovra, sussurrano i soliti "complottisti", certo spalmati in 20 anni…). E poco importa che il risparmio effettivo di tempo potrebbe aggirarsi intorno ai 70 minuti, poco importa che da più parti si parli del rischio della "riduzione dell'opera al solo tunnel di base per mancanza di fondi", poco importa che da qui al 2015 lo Stato italiano dovrà reperire (dove?) circa 500 milioni di euro, poco importa che sul progetto globale Lisbona Kiev siano già piovute le critiche (ed i ripensamenti) di Portogallo e Russia. Noi andiamo avanti, costi quel che costi. Noi abbiamo bisogno di certezze e Monti ed Hollande ne hanno una che dovrebbe bastarci per i prossimi mesi. La Tav si farà, possiamo tirare un sospiro di sollievo.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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