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Torino, senegalese costretto a girare con lo scontrino della bici: “Chiedono se l’ho rubata”

La storia di Cheikh, 19enne senegalese in Italia da tre anni: la bici gli è stata regalata dalla famiglia che lo ha accolto, ma lui deve girare con lo scontrino in tasca per convincere tutti che non l’ha rubata: “Se fossi bianco non accadrebbe”.
A cura di Susanna Picone
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A Torino c’è un ragazzo di diciannove anni senegalese che ogni giorno esce con la sua bici per andare a prendere il treno e raggiungere l’ufficio dove lavora come apprendista. La sua è una bella bici nuova, costosa, che costringe il giovane, Cheikh, ad andare in giro con lo scontrino in tasca per abbattere i pregiudizi. Perché a quanto pare il diciannovenne senegalese è stato fermato appena qualche giorno fa alla stazione di Porta Nuova da una pattuglia della polizia che gli ha chiesto dove avesse rubato quella bicicletta. “Mi hanno detto che la bici non poteva essere mia, mi hanno chiesto se l’avessi rubata…Se fossi stato bianco non sarebbe successo”, si è sfogato il ragazzo con la famiglia che lo ospita, una giovane coppia che mesi fa si era resa disponibile ad accogliere questo giovane arrivato in Italia tre anni fa come minore non accompagnato e che lui considera ormai dei genitori. “Mi trattano come un figlio, ma per tutti resterò sempre un nero”, si è inoltre confidato con un’operatrice della Pastorale Migranti che cura i percorsi Sprar della città di Torino. È stata proprio la coppia che ospita il ragazzo – lei è una consulente finanziaria e lui un insegnante – a regalare a Cheikh quella bella bici per aiutarlo a raggiungere il posto da apprendista.

Ora, come racconta La Stampa, la coppia si chiede se con quel regalo non abbiano messo Cheikh in una situazione pericolosa: “Immaginarsi se un disonesto avesse detto ‘Sì, la bici è mia’. Cheikh era impaurito, gli hanno anche preso il cellulare. Quando è arrivato a casa, era abbattuto, triste. Ed ero mortificata anch’io”, così la donna che ha aggiunto, consapevole che la polizia ogni giorno ha a che fare con spacciatori, che “il pregiudizio non può arrivare al punto che un ragazzo con la pelle nera non possa avere una bella bici e che non possa mettersi a correre per prendere il treno. Con mio marito stiamo pensando che forse con questo regalo non stiamo facendo il bene di Cheikh, lo abbiamo messo in una situazione pericolosa”. Quanto accaduto alla stazione di Porta Nuova a Torino – dove appunto il diciannovenne è stato fermato dagli agenti mentre correva a prendere il treno e trattato “come se avessi ammazzato qualcuno” – non è il primo episodio che ha messo in difficoltà il ragazzo a causa di quella bella bici. “Qualche tempo fa, mentre era in treno, un ragazzo bianco è passato e gli ha preso la bici. Cheikh l’ha inseguito e quello gli ha detto: ‘Ma è tua? Pensavo fosse abbandonata’. Un’altra volta un uomo, per strada l’ha fermato: ‘Questa bici è di un mio collega, gliel’hanno rubata ieri. Ora lo chiamo perché venga a vederla’”, ha raccontato ancora la signora. Insomma, l’unica cosa che a quanto pare può fare Cheikh per evitare problemi è quella di girare sempre con lo scontrino della sua bici in tasca.

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