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Thailandia, i baby calciatori stanno bene: “Ecco come li abbiamo tirati fuori dalla grotta”

Craig Challen, tra i soccorritori dei 12 baby calciatori intrappolati nella grotta di Tham Luang, ha raccontato il loro salvataggio: “Sono stato io a dirgli come avremmo proceduto. Non credevo di riuscire a estrarre persone vive, ma solo corpi”. Intanto, i ragazzi stanno bene e dovrebbero essere dimessi il 19 luglio dall’ospedale in cui sono ancora in isolamento.
A cura di Ida Artiaco
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E' trascorsa una settimana esatta da quando i 12 baby calciatori thailandesi, bloccati insieme al loro allenatore all'interno della grotta di Tham Luang, nel nord del Paese, sono stati portati in salvo da un numeroso gruppo di esperti volontari provenienti da tutto il mondo. E continuano a trapelare particolari su quelle difficili e convulse ore, che hanno tenuto con il fiato sospeso le loro famiglie e attaccate alla tv milioni di persone. L'ultimo a raccontare cosa sia successo è un soccorritore australiano, Craig Challen, 53enne ex veterinario in pensione esperto di immersioni subacquee, che insieme all'anestesista di Adelaide, Richard Harris, ha svolto un ruolo chiave nel salvataggio dei ragazzi.

In particolare alla stampa locale Challen ha ricordato come ha dovuto spiegare ai ragazzi chi sarebbe stato il primo a uscire dalla grotta. "Sono stato con loro fino a quando non è stato portato via l'ultimo calciatore. Non era molto pericoloso per noi, ma non posso dire quanto lo fosse per loro. Era questione di vita o morte, e noi non ci aspettavamo di riuscire a portare all'esterno tutte e 13 le persone intrappolate in buone condizioni di salute". Abbiamo anche dovuto sedarli, per tenerli calmi, perché una crisi di panico sarebbe stata ingestibile lì dentro".

Ha poi ricordato di quando ha spiegato loro il piano messo a punto per salvarli. "All'inizio si prevedeva che sarebbero dovuti rimanere nella grotta per mesi, ma poi gli ho spiegato che stavamo sviluppando un piano per portarli fuori e che dovevano solo fidarsi del nostro lavoro. Sono stato io a dirgli come avremmo dovuto procedere. Ho avuto dei dubbi sul successo dell'operazione: credevo che avremmo recuperato dei corpi piuttosto che estratto persone vive. Ma ora siamo tutti molto felici".

I ragazzi parlano per la prima volta: "Stiamo bene"

Intanto, i ragazzi salvati dalla grotta si stanno riprendendo e potrebbero essere dimessi dall'ospedale in cui si trovano in isolamento per scongiurare l'insorgere di infezioni, già il prossimo 19 luglio. Al momento, il loro contatto con il mondo esterno resta ancora molto limitato: le visite dei famigliari, per esempio, sono concesse solo per 15 minuti. I 12 sopravvissuti hanno anche ringraziato per l'affetto e il sostegno ricevuto in quei giorni difficili. "I 13 Cinghiali, così si chiama la loro squadra di calcio, sono tutti in buone condizioni fisiche, e sono tutti su di morale", ha aggiunto ai giornalisti il ministro della Sanità thailandese, confermando le loro imminenti dimissioni.

Il tributo dei sopravvissuti al soccorritore morto

I 12 ragazzi sopravvissuti hanno anche omaggiato il coraggio del soccorritore morto per salvarliSaman Kunan è deceduto per mancanza di ossigeno sulla via del ritorno, nel tentativo di salvare i baby calciatori intrappolati nella grotta. I ragazzi hanno saputo della sua morte solo qualche giorno fa, quando i medici li hanno dichiarati abbastanza forti, sia fisicamente che psicologicamente, da poter accogliere la notizia. "Hanno osservato per lui un minuto di silenzio e hanno pianto ringraziandolo per il suo coraggio. Gli hanno anche promesso che saranno educati e sempre disponibili", ha detto il ministro della salute thailandese.

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