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Nepal, due centenari estratti vivi dalle macerie. Allarme Onu: “Aiuti fermi”

Settemila morti e oltre 14 mila feriti. Polemiche sulla distribuzione di assistenza umanitaria internazionale: le autorità nepalesi sono accusate di applicare dei dazi ad alcuni prodotti di prima necessità.
A cura di Biagio Chiariello
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7.240 morti e 14.122 feriti. E’ il nuovo bilancio del terremoto che lo scorso 25 aprile ha messo in ginocchio il Nepal. Numeri impressionanti. "Ci sono ancora villaggi che sappiamo essere stati rasi al suolo e che non siamo ancora riusciti a raggiungere. Le scosse di assestamento non sono finite e ci aspettiamo che il numero finale delle vittime salirà di molto", ha detto Sharan Mahat,  ministro delle Finanze nepalese, convinto che le cifre relative alle vittime siano destinate a salire.

Centenari salvate

Tuttavia in mezzo a tanta morte e disperazione c’è chi in qualche modo riesce a non perdere la speranza. Anche alla luce delle notizie riguardo i numerosissimi dispersi. Cinque persone sono state infatti estratte vive, fra cui due centenari, dalle macerie. Tra loro uomo di oltre 100 anni tratto in salvo da sotto i resti della sua casa a Kimtang-8, nel distretto di Nuwakot a nord di Katmandu. Lo ha comunicato il portavoce del ministro dell’Interno, Laxmi Prasad Dhakal. Fanchu Ghale, questo il nome dell’uomo, è stato ricoverato in elicottero nell’ospedale più vicino. Secondo quanto riferiscono fonti dei servizi di salvataggio al giornale locale Kantipur, le sue condizioni di salute erano relativamente buone, tranne qualche piccolo taglio alle labbra. "Nonostante vari media abbiano speculato sulla sua età, l'unica cosa che possiamo dire è che supera i 100 anni, ma non conosciamo l'età precisa", ha detto il portavoce. C’è da dire che ieri fonti del ministero dell'Interno hanno ammesso "scarse possibilità di trovare qualcuno vivo" sotto le macerie, aggiungendo comunque che le operazioni di ricerca proseguiranno in ogni caso.

L'allarme ONU

Nel frattempo la Commissione europea, che ha subito stanziato tre milioni di euro come prima forma di aiuti, ha anche attivato il suo sistema di Protezione civile, per coordinare e cofinanziare il trasporto di squadre di soccorso. In realtà il capo delle operazioni umanitarie, Valerie Amos, ha provato ad alzare la voce in merito alla polemica sulla gestione degli aiuti, fermi nell’aeroporto di Kathmandu. Le autorità nepalesi sono state infatti accusate di applicare dei dazi doganali a vari prodotti.

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