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Terremoto in Emilia, nuove scosse nella notte. Gli esperti: il sisma si sposta verso ovest

L’ultima notte emiliana è stata relativamente tranquilla: si sono verificati circa 15 eventi sismici ma quasi nessuno è stato avvertito dalla popolazione. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia intanto risponde ad alcune domande sul terremoto.
A cura di Susanna Picone
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L’ultima notte emiliana è stata relativamente tranquilla: si sono verificati circa 15 eventi sismici ma quasi nessuno è stato avvertito dalla popolazione. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia intanto risponde ad alcune domande sul terremoto.

Lo sciame sismico che sta attraversando l’Emilia Romagna non dà ancora tregua anche se l’ultima notte degli sfollati è stata relativamente tranquilla: dalla mezzanotte di ieri fino alle sette di questa mattina, nelle terre colpite dal terremoto, sono stati registrati almeno 15 eventi, di magnitudo compresa tra 2 e 3 gradi. La maggior parte di questi, in ogni caso, non sono stati avvertiti dalla popolazione perché avevano epicentro molto in profondità. Scosse che continuano da ieri quando, nel giorno del lutto nazionale, l’Emilia ha tremato invece almeno 70 volte e il disagio degli sfollati è stato reso ancor più grave dal maltempo che ha colpito la zona.

Gli sfollati nelle tende dal 20 maggio – Secondo l’ultima stima della Protezione Civile il numero degli sfollati emiliani avrebbe raggiunto quota 15mila, nel modenese sono ospitate 8346 persone. Molti di questi vivono nelle tende ormai dal giorno della prima forte scossa del 20 maggio. Intanto, mentre si fa la conta dei danni si inizia a pensare anche alla ricostruzione con l’ultima proposta arrivata dal ministro della Giustizia, Paola Severino, che ha lanciato l’idea di rendere utile i detenuti per i lavori di ripresa del territorio.

Le scosse si spostano a ovest? – Qualche risposta sul terremoto continua ad arrivare dagli esperti che stanno studiando ciò che accade in Emilia: prevedere un evento sismico è impossibile e, mentre i geofisici continuano a sostenere di non poter predire eventuali nuove forti scosse, appare però per loro utile descriverne la storia. Ciò che dunque questo sciame sismico sembra aver dimostrato – lo dice l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia al Corriere.it, è che, dal primo forte terremoto del 20 maggio, l’epicentro dei picchi più intensi si sia spostato sempre più verso ovest. I geofisici si interrogano sui movimenti della terra e delle spiegazioni che possiamo darci relativamente alla loro forza e durata.

Cosa accade nel sottosuolo – Se è vero, dunque, che non si può dire se una eventuale nuova scossa si registrerà ancora ad ovest, si può studiare la migrazione dei picchi per ipotizzare ciò che accade. Le scosse che hanno seguito la prima violenta sono ritenute la coda di un colpo intenso e rientrano in un quadro conosciuto e ipotizzabile. Alla domanda di cosa sta accadendo nel sottosuolo gli esperti rispondono che tutta l’area caricata nel tempo si sta rompendo in piccoli pezzi lungo una linea di faglia est-ovest continuando un processo innescato il 20 maggio con la rottura più rilevante. Chiaramente il tipo di frammentazione delle strutture sotterranee dipende dalla distribuzione delle caratteristiche geologiche e che i geologi non possono conoscere prima.

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