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Terremoto Emilia, Squinzi avverte: stop produttivo di 6 mesi

Il Presidente di Confindustria ricorda che il terremoto che ha colpito l’Emilia costerà una frazione di punto di Pil al Paese a causa del fermo delle attività produttive.
A cura di Antonio Palma
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Terremoto Emilia, Squinzi avverte: stop produttivo di 6 mesi

E' ormai chiaro a tutti che il sisma che ha colpito la zona dell'Emilia Romagna si ripercuoterà pesantemente sull'economia nazionale e sulla capacità di produzione industriale dell'Italia visto che proprio in quelle aree operano moltissime aziende  industriali ed agricole. Il terremoto, che continua a far sentire la sua presenza con frequenti scosse, nella migliore delle ipotesi costerà uno stop di almeno quattro mesi alle attività produttive, ma molto più probabilmente il fermo nella produzione durerà anche sei mesi. E' questo l'ennesimo annuncio del Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi a margine del seminario dell'associazione degli industriali sugli scenari industriali dell'Italia.

Perdita di una frazione di punto del Pil – "Nell'area si produce un po' di più dell'1% del nostro Pil e rischiamo di perdere una qualche frazione di punto di Pil soltanto a causa del terremoto" ha detto Squinzi, ricordando che la previsione di "uno stop produttivo di almeno 4-6 mesi è abbastanza vicino alla realtà". I danni alle strutture e ai macchinari restano elevati, così come la paura del rischio di nuovi crolli, soprattutto dopo la morte dei lavoratori sotto le macerie dei capannoni industriali. Chi non ha subito molti danni cerca di riprendere il lavoro non senza qualche polemica sulle modalità di ripresa delle attività, ma sono tantissimi imprenditori a non potersi riprendere sul breve periodo.

Soldi solo alle aziende che non delocalizzano la produzione – Intanto tutte le istituzioni sono al lavoro per cercare di dirottare finanziamenti sulle attività produttive affinché il periodo di inattività rimanga circoscritto nel tempo. Squinzi ha annunciato che nei prossimi giorni è in programma un incontro con i vertici della cassa depositi e prestiti per capire se ci sono le possibilità di dirottare i fondi e la liquidità della cassa sul sistema manifatturiero. Dalla giunta regionale dell'Emilia Romagna però arriva un altolà all'erogazione dei fondi che dovranno essere vincolati ad un elemento specifico e cioè all'effettivo risanamento delle aziende nell'area. In altri termini nessun contributo sarà dato alle aziende che delocalizzano le loro attività , soprattutto quelle straniere che una volta incassato il denaro potrebbero spostare la loro produzione in altre zone o fuori dall'Italia.

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