Val Gardena, riattivato il tornello del Seceda: 5 euro per passare, ma c’è un sentiero alternativo gratis

Martedì 22 luglio hanno fatto il giro del web, diventano virali in pochissimo tempo sui social, foto e video realizzati all'impianto di risalita Seceda in Val Gardena (provincia di Bolzano) nelle Dolomiti, in cui si vedevano code chilometriche di persone in attesa. Questo episodio ha acceso la polemica sulle problematiche relative all'accesso al sentiero, dove tutti si recano per fare i selfie. Ma ha fatto riflettere anche sulle politiche di gestione del turismo, soprattutto in periodi di vacanza come questo, quando l'afflusso di turisti aumenta a dismisura. Secondo Helmut Sartori, presidente altoatesino dell’Associazione esercenti funiviari (Anef), si è trattato solo di un episodio isolato: "Il giorno prima pioveva e anche le previsioni successive non erano buone. Quel martedì è stato l’unico giorno con bel tempo in tutta la settimana. È normale che i turisti abbiano scelto di salire proprio quel martedì" si è difeso. Ma c'è chi la pensa diversamente e vede in quanto accaduto non un episodio isolato, ma il segnale di un pericoloso overtourism.
Perché è stato installato il tornello
Le Dolomiti sono la meta più consigliata dagli utenti di TikTok, davanti persino a località come Portofino, Matera, Alberobello. Il risvolto negativo del passaparola virale sui social, però, è il potenziale overtourism: ci si reca tutti negli stessi posti, compromettendo la vita dei cittadini e l'esperienza dei visitatori stessi. Non sempre, infatti, quando c'è un afflusso massiccio di visitatori, c'è la capacità di farvi fronte dall'altra parte: si rischia quindi di trovare servizi inadeguati, di non godere di un'esperienza davvero soddisfacente. Proprio per evitare questa spiacevole situazione, si era deciso di installare un tornello a pagamento sul sentiero del Seceda, così da regolare l'accesso e gli ingressi al cosiddetto "sentiero dei selfie".
L'idea era nata come un gesto simbolico, una provocazione per chiedere un intervento ungente che potesse abbassare la pressione turistica sul posto, letteralmente preso d'assalto. Un afflusso di 8000 visitatori al giorno aveva creato notevoli problemi: danni ai pascoli, rifiuti nei prati, tanto nervosismo. Da qui l'iniziativa del blocco da parte dei proprietari terrieri, stanchi della situazione e delusi dalla mancanza di risposte da parte delle istituzioni. Dopo una breve interruzione il tornello è tornato in funzione: "Dal 4 luglio non abbiamo ricevuto alcuna chiamata, nessun incontro, nessuna risposta. Nonostante le tante promesse pubbliche, il silenzio è stato totale" hanno fatto sapere rammaricati con una nota i proprietari dei terreni. Si paga cinque euro per passare, con cash o carta.
Come si può aggirare il tornello
Ora accanto alla struttura c’è anche un addetto incaricato di informare i turisti dell'alternativa al tornello per non pagare i cinque euro. Esiste infatti un percorso alternativo, più lungo, che conduce ugualmente al punto panoramico, ma è gratuito, essendo più lontano e più scomodo. "Gli stranieri, non capendo il contesto, pagano. Dopotutto sono abituati e poi vengono da lontano solo per vedere quello spot, cinque euro in più non fanno differenza. Gli italiani, invece, tendono a fare il giro. Esiste infatti un’altra via possibile, ma che richiede venti minuti in più e una salita impegnativa. Noi rangers informiamo tutti sulle alternative, ma un po’ di malcontento c'è" ha detto Chiara Baù, una delle Dolomites Rangers, al Corriere. Dal canto suo, l'APT di Santa Cristina ha contestato la legittimità del pedaggio: "Non si capisce su quali basi giuridiche il ticket venga incassato. I proprietari vogliono solo monetizzare" ha dichiarato il presidente Lukas Demetz. Anche secondo il CAI Alto Adige l'accesso alla montagna dovrebbe rimanere libero, nonostante i disagi.