Rossella e Michele girano il mondo in van: “È la nostra casa, vorremmo vivere questa vita con un figlio”

Come spesso succede, un episodio drammatico porta Michele D'Alessio a ripensare completamente le proprie priorità, a rivedere del tutto il suo stile di vita, fino a quel momento dedicato al lavoro. Molla tutto e parte alla volta della Spagna, un viaggio che lo cambia profondamente, perché si rende conto di non volersi più fermare, di non voler tornare a una quotidianità fatta di stress e ansia, scandita da orari e appuntamenti. L'incontro con Rossella Del Console mescola ulteriormente le carte, perché inizialmente lei non è del tutto convinta di voler abbracciare quello stile di vita, vorrebbe proseguire gli studi. Eppure qualcosa la spinge a provare, a seguire il suo compagno: partono e attraversano l'Italia in van. Da allora non si sono più fermati! Ora si stanno muovendo verso la Cina: a Fanpage.it, Rossella ha raccontato questa incredibile avventura di coppia. Anzi, in tre: con loro c'è Mia, il loro Golden Retriever, fedele compagna di viaggio. Non esclude un giorno di allargare ulteriormente la famiglia con un figlio, una scelta su cui col marito stanno ponderando molto. Sono affascinati dall'idea di offrire a un eventuale figlio la possibilità di una vita nomade sempre in viaggio, che sarebbe di grande arricchimento: "Ma non voglio fare una scelta egoistica".
Da quanto state insieme e da quanto viaggiate in giro per il mondo?
Michele e io siamo insieme dal 2017, quindi sono 8 anni e ci siamo sposati dal 2021. Abbiamo viaggiato per 9 mesi in Italia a bordo di un camper, poi abbiamo deciso di camperizzare il camion con cui ci stiamo spostando da un anno.
Si tratta di un mezzo che avete modificato a vostro piacimento quindi, secondo le vostre esigenze?
Sì, è un ex camion dell'esercito degli anni Ottanta che abbiamo convertito in una casa su ruote a tutti gli effetti. Questo camion non aveva una cellula abitativa, era pieno di ruggine. L'abbiamo pagato due soldi e ci siamo proprio rimboccati le maniche, soprattutto lui con suo padre.
Quanto ci avete messo a fare questi lavori?
Circa 2 anni e mezzo! Ci siamo proprio divertiti alla grande. Abbiamo costruito tutto praticamente: un letto, il bagno, la doccia, la cucina, il frigorifero. Adesso possiamo dire che ne valsa la pena aspettare tanto. È la nostra unica casa al momento.

Tutto ciò che possedete è su quel camper quindi?
Sì, tutti i nostri pochissimi averi! Io ero una che amava fare shopping, avere tanti vestiti, tante scarpe, tante borse. Adesso ho meno cose e vivo meglio. Con poche cose funzionali non ho problemi a prepararmi la mattina! Sono dovuta passare al Kindle perché non ho spazio per tutti i libri cartacei. Si tratta di piccoli compromessi abbastanza fattibili, non ci manca niente, anche perché come dicevo abbiamo costruito questo camper sulla base delle nostre esigenze. Abbiamo il bagno grande, anche se non abbiamo il bidet, però è impossibile crearlo. Abbiamo una doccia grande dove ci vanno anche due persone. Abbiamo lavatrice, lavastoviglie. Abbiamo dovuto rinunciare a qualcosina, a qualche oggetto extra, però poca roba. Non ci manca niente.
Quella per i viaggi era una passione comune?
A entrambi è sempre piaciuto viaggiare, esplorare, però l'idea di farne uno stile di vita è partita da Michele, lui l'ha sentito proprio suo, da prima ancora di conoscerci. Lui ha avuto una storia di trasformazione personale abbastanza forte: ha subito una perforazione dell'intestino, c'è mancato poco che ci lasciasse le penne. Come spesso accade in questi casi, quando sei vicino alla fine, ti fai delle domande, esamini la tua vita, quello che hai fatto fino a quel momento. Lui lì ha capito che non era felice, anche perché la perforazione era dovuta presumibilmente anche allo stress causato dal lavoro principalmente. Dopo questo episodio è iniziato un cambiamento dentro di sé, esploso al massimo circa un anno dopo, quando gli è stata diagnosticata la colite ulcerosa che è una malattia cronica con cui convive tutt'ora. Quello è stato il punto di svolta in cui si è detto: "Sai che c'è, voglio cambiare la mia vita, voglio essere più sereno, più felice". A quel punto è partito e ha fatto il cammino di Santiago, è stato circa 2 mesi tra Spagna e Portogallo. Quell'esperienza gli ha cambiato la vita.

E tu come ti inserisci in questo percorso?
Quando è tornato in Italia si è messo con me, poi è andato in Africa e lì ha avuto la conferma che non gli bastava l'idea di fare pochi viaggi all'anno, lo voleva come stile di vita. Io no, perché venivo da un mondo completamente diverso: università, posto fisso. Mi c'è voluto un po', perché mi spaventava da morire. Certo era affascinante, ma significava lasciare delle certezze per abbracciare un una grande incertezza.
Però le hai lasciate queste certezze alla fine…
Beh, sì! Mi sono laureata, però non ho più continuato. Una parte di me voleva prendere la Magistrale, l'altra parte voleva iniziare a lavorare, però cercavo un cambiamento e quindi ho colto la palla al balzo e mi sono detta: "Vediamo dove dove mi porta questa avventura". Siamo partiti da Bari e siamo arrivati a Torino, 9 mesi in van. In quell'esperienza ho capito che potevo poteva essere felice in quel modo. Ci siamo poi sposati e da un anno abbiamo lasciato l'Italia. Ora siamo in Georgia, diretti verso la Cina.

Ti manca quella vita?
No anzi, dovevo farlo prima! Io sono felicissima. Io di carattere sono una che si annoia facilmente: sono dei Gemelli! Quindi questo stile di vita si sposa perfettamente con la mia natura, molto cangiante. Lo stesso vale per il lavoro sui social: sono molto creativa, quindi mi trovo benissimo a creare video, a scrivere. Ho scritto un libro che si intitola Casa è ovunque siamo insieme (Giunti Editore).
Ci saresti arrivata a questo stile di vita, senza Michele?
Assolutamente, no. Non avrei avuto il coraggio. Ora è un anno che siamo in viaggio: non siamo più tornati e penso che anche per il prossimo anno non ci sarà proprio la possibilità. È anche questione economica: pur volendo i voli aerei costano tanto. Poi avendo il cane non possiamo tornare insieme. Ma finora non ci siamo posti il problema. Io per quanto sia legata alla mia famiglia, non sento in questo momento nessuna voglia di tornare. A volte un po' mi sento sola, lo ammetto, soprattutto in questo periodo di Natale. Penso a mia nonna, che ha 87 anni e la vedo solo tramite lo schermo. Lei mi manca tantissimo.

Come vi dividete i compiti a bordo del van?
Michele guida. Io una volta sola ci ho provato e ho avuto un attacco di panico, sono quasi finita fuori strada! Io mi occupo un po' di tutto il resto. Lui all'occorrenza diventa anche meccanico, carrozziere. Proprio in questi giorni siamo stati fermi un posto vicino Tiblisi e lui ha potuto apportare un po' di modifiche di meccanica, ha riparato alcune perdite. Io mi occupo della burocrazia. Infatti mentre lui faceva riparazioni io sono andata a Tiblisi a risolvere le questioni burocratiche per la Russia. Avendo un cane con noi serve un certificato scritto in russo da un notaio per poter passare il confine.
Quanto costa il vostro stile di vita?
Noi stiamo molto attenti al risparmio. Ora siamo in Asia e qui le cose costano molto meno a cominciare dal gasolio: qui lo paghiamo 78 centesimi e questo già aiuta tantissimo, perché il nostro camion consuma tanto carburante, richiede una bella somma di denaro destinata solo a quello. Per quanto riguarda il resto noi con più o meno 1000 euro riusciamo a vivere. Poi dipende, c'è il mese in cui spendiamo un po' di più, il mese in cui riusciamo a spendere anche meno. In Italia certamente tutto costa molto di più, spendevamo di più. Nei 9 mesi da Bari a Torino avevamo un altro mezzo che consumava meno, però comunque solo di spesa alimentare servivano almeno 300 euro al mese, per noi due e il nostro cane. Qui invece con 200 euro mangi benissimo tutti i giorni. Le crocchette di Mia costano 20 euro e durano un mese e mezzo: è una spesa irrisoria.

Vi aiutate con risparmi pregressi o riuscite a mantenervi lavorando online?
Noi principalmente lavoriamo sui social, abbiamo delle collaborazioni: andiamo avanti così e con un pochino di risparmi.
Quali sono le vostre prossime tappe?
Allora le prossime tappe saranno la Russiam il Kazakistan, l'Uzbekistan, il Tajikistan, dove faremo la strada del Pamir che è una delle strade panoramiche più belle al mondo e poi faremo il Kirghyzstan e infine la Cina. Ci metteremo un annetto. Ci piacerebbe anche passare prima della Mongolia. Per adesso siamo in Georgia e l'abbiamo girata praticamente tutta, perché qui con il passaporto italiano si può restare senza visto fino a un anno. Quindi ce la siamo presa veramente comoda. Ma non è così in tutti i Paese. In Turchia siamo stati 3 mesi, in Grecia solo un mese, dalla Russia in poi i tempi si stringeranno, perché per questioni burocratiche lì permettono il soggiorno fino a un mese o due. È bello avere la possibilità di vedere sempre posti nuovi bellissimi, è bella la libertà di spostarsi ovunque. Stiamo sperimentando un'adrenalina, un'esperienza unica che prima ma non avevamo mai sperimentato. Abbiamo fatto un sacco di percorsi in questo anno: in montagna, nella natura più selvaggia. Ci ha entusiasmato tantissimo. Poi ovviamente conosci tanta gente, vedi come le persone non hanno pregiudizi, ti aiutano se sei in difficoltà, si incuriosiscono e fanno domande. Quando viaggi si aprono davvero delle porte. Finora non ci siamo mai sentiti a disagio o in pericolo.

E gli aspetti negativi invece?
Un aspetto negativo è il fatto che, chiaramente, vivendo in camper non hai l'acqua sempre disponibile: non è che apri il rubinetto e hai acqua a volontà come in casa. Devi sempre trovare delle fontanelle, fare rifornimento. Noi abbiamo una certa autonomia, perché abbiamo ben 500 litri d'acqua, che per un camper sono tantissimi, però comunque almeno una volta alla settimana o ogni 10 giorni devi andare alla ricerca di una fontana. Questo è un po' snervante, devi stare super attenta a risparmiare ogni goccia. Le docce sono brevissime. Noi abbiamo anche una lavatrice, per fortuna da una parte, ma dall'altra consuma tanta acqua! Quindi sai che la settimana in cui fai le lavatrici, magari ti lavi una volta in meno. Un altro lato negativo riguarda la corrente, stesso discorso. Per quanto siamo autonomi, però soprattutto d'inverno i pannelli solari lavorano poco a causa della scarsa luce, delle nuvole chiaro. Quindi siamo sempre attenti: se accendi il phon poi magari non puoi più cucinare, allora devi inventare un modo per mangiare senza accendere il piano a induzione. Insomma devi scendere a compromessi!
Cosa sono per te la casa e la famiglia?
È un'idea sicuramente non tradizionale. Il camper è la mia casa, dove siamo io e Michele è casa. So che è una cosa un po' sdolcinata da dire, però è la verità: io con lui mi sento a casa ovunque e non sento quella mancanza di una casa tradizionale nel senso fisico. Un sogno potrebbe essere anche quello di provare ad avere un figlio e magari vivere questo stile di vita, almeno provare, come fanno altre famiglie in viaggio. Questa è l'idea, però bisogna poi vedere, perché non voglio fare una scelta egoistica. Conosco altre famiglie che lo fanno, che vivono in viaggio con dei bambini, fanno homeschooling: è un'idea affascinante. Quindi l'idea di famiglia e di un figlio c'è. Vorrei poter regalare a questo figlio ipotetico un'esperienza nomade che gli darebbe la possibilità di vivere più esperienze possibili.