Qual è la regione italiana dove si mangia meglio: è tra le migliori destinazioni del 2026 per il cibo

La cucina è identità, fa parte della storia e delle tradizioni di un posto. Ed è un elemento importante da considerare quando si pianifica un viaggio, soprattutto se ci si vuole davvero calare nell'atmosfera di quella destinazione e conoscerla nel profondo. L'Italia è famosa in tutto il mondo per le esperienze culinarie che è capace di offrire ai turisti, che vengono qui anche perché curiosi di assaggiare i piatti tipici locali. Basti pensare che la cucina italiana potrebbe presto diventare Patrimonio dell'Umanità, proprio perché ne è stato riconosciuto l'elevato valore culturale, il prestigio. Ovviamente ogni regione d'Italia ha le sue specificità e peculiarità, quando si tratta di portare qualcosa in tavola. Una regione in particolare, però, è stata selezionata tra le mete imperdibili del 2026, se si è in cerca di esperienze culinarie goduriose.
Dove andare nel 2026 se si vuole mangiare bene
Travel + Leisure ha selezionato i luoghi più interessanti da visitare il prossimo anno. Lo ha fatto concentrandosi su diverse categorie, così da incontrare i gusti e le preferenze di diversi tipi di viaggiatori: quelli in cerca di avventura, i fan della spiaggia, chi ama la natura, chi preferisce la città e anche i golosi, dunque gli appassionati di cibo sempre a caccia di specialità locali da assaggiare. E proprio in quest'ultima selezione, è riuscita a spuntarla anche una regione italiana. Per questa edizione della lista annuale di T+L dei Best Places to Travel, lo staff ha esaminato più di 100 candidati, soffermandosi sia su luoghi molto in voga che su quelli spesso sottovalutati, capaci invece di regalare sorprese inaspettate.
Nella categoria "Cibo + Bevande", la guida ha menzionato la Malesia come una tappa imperdibile del 2026. Qui la colazione è presa molto sul serio, è molto più di un pasto: è un vero e proprio rituale condiviso che unisce le persone. Non a caso l'UNESCO ha recentemente riconosciuto la colazione mattutina del Paese come Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità: è un elemento distintivo della cultura locale, dell'identità di questo posto. Tra i menzionati c'è anche la scena culinaria di Carlsbad, in California, città che ha puntato molto su questo aspetto, così da farsi riconoscere non solo per i campi da tennis e da golf che entusiasmano gli sportivi. Ora stanno aumentando i ristoranti e le caffetterie, in tipico stile californiano, locali con grande personalità, vivaci, che hanno tanto da offrire. La prossima apertura molto attesa è l'Hotel Solea dell'Autograph Collection, prevista per la primavera del 2026, che aggiungerà un nuovo ristorante italiano all'aperto, il Verise.
In elenco c'è anche Philadelphia. Philly ha una scena culinaria movimentata, grazie a visionari chef pluripremiati provenienti da tutto il mondo, che stanno rendendo la città una meta gastronomica imperdibile. Qui si sperimenta, si lascia ampio spazio alla creatività, alle novità, alla contaminazione e questo l'ha resa un polo estremamente attrattivo. Per differenti motivi, la guida ha selezionato anche Sancerre, nella Valle della Loira (Francia): è famosa soprattutto per i vini, la cui produzione attira molto il pubblico. C'è poi Taipei in elenco, città perfetta per chi ama mangiare bene. La capitale taiwanese è piena di mercati notturni, street food, ristoranti stellati, enoteche: vale la pena provarli tutti.
Dulcis in fundo, con orgoglio T + L ha menzionato anche l'Umbria, che sta lentamente scalando le classifiche gastronomiche per le sue esperienze di caccia al tartufo in paesaggi verdi e lussureggianti. La regione sta puntando molto su questo prodotto tipico del territorio, incrementando il numero di degustazioni, festival dedicati, tour culinari, laboratori a tema presso cantine e ristoranti. In particolare ci sono la Fiera del Tartufo Bianco a Città di Castello e la Fiera del Nero Norcia a Norcia, che spopolano.
L'Umbria è anche tartufo
L'Umbria è una terra ricca di tartufi pregiati, sia nella variante nera che in quella bianca. Infatti, entrambe le tipologie trovano posto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT) nella tabella ufficiale redatta dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. In particolare, i territori più interessati sono la valle del Tevere, l'area intorno a Gubbio, Orvieto, Città di Castello, Gualdo Tadino, i monti Trevi e Subasio. Città di Castello, Gubbio e Norcia (in provincia di Perugia), per esempio, fanno parte dell'Associazione Nazionale Città del Tartufo, nata ad Alba nel 1990 per valorizzare il prodotto e i suoi territori. Lo Scorzone, il Moscato e il Bianchetto ( o Marzuolo) sono le varianti più importanti nella regione. In Umbria si punta molto sul tartufo per promuovere il turismo e il territorio, essendo così pregiato e caratteristico. Per questo si lavora molto sia dal punto di vista ambientale ed ecologico, per garantire la sua presenza, sia dal punto di vista degli eventi, per avere un a programmazione ad hoc. La famosa Fiera di Città di Castello, per esempio, si tiene tradizionalmente tra ottobre e novembre ed è l'evento gastronomico autunnale per eccellenza.