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No a ciabatte e pigiama: gli USA chiedono il dress code in aereo (e alcune compagnie lo impongono già)

Il Segretario ai Trasporti USA si è espresso contro chi viaggia con abbigliamento non rispettoso. Alcune compagnie impongono un dress code per evitare problemi.
A cura di Giusy Dente
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Quando si viaggia, si vuole stare comodi. Sono lontani i tempi in cui celebrity e divi del cinema venivano paparazzati in aeroporto con outfit degni di una serata di gala. Oggi anche le star prediligono la comodità di una tuta e un paio di ciabatte. Difficilmente in aeroporto si troveranno passeggeri (famosi e non) in tacchi a spillo, camicia, tailleur e cravatta, salvo casi specifici: viaggi di lavoro, brevi trasferte, semplicemente una propria preferenza verso un abbigliamento particolarmente impeccabile ed elegante sempre. È decisamente più probabile imbattersi in gente con la tuta, le scarpe da ginnastica, T-shirt e felpe, addirittura pigiami e pantofole.

Queste abitudini negli ultimi giorni sono balzate all'attenzione del Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti. Sean Duffy, il segretario ai Trasporti, ha tenuto un discorso all'aeroporto di Newark, nel New Jersey. Ha affermato che era giunto il momento di vestirsi "con un certo rispetto" e si è espresso in modo molto critico nei confronti di chi viaggia con un abbigliamento ritenuto non consono, inadeguato a uno spazio pubblico condiviso con altre persone.

Queste dichiarazioni , un invito all'eleganza in volo, hanno inevitabilmente acceso il dibattito. Serve un dress code quando si viaggia? È giusto imporre un certo abbigliamento ai passeggeri che devono salire a bordo di un aereo, così che non siano fonte di imbarazzo per chi è intorno? In particolare, il Segretario ai Trasporti ha manifestato apertamente la sua disapprovazione nei confronti di coloro che indossano il pigiama durante i voli. "Che si tratti di un paio di jeans e di una camicia decente, incoraggerei le persone a vestirsi un po' meglio, il che ci spingerebbe a comportarci un po' meglio. Cerchiamo di non indossare pantofole e pigiami quando andiamo in aeroporto. Penso che sarebbe positivo" ha detto Sean Duffy. A suo dire, dunque, un certo abbigliamento garantirebbe un'atmosfera più rilassata in volo, più piacevole per tutti.

Effettivamente esistono in realtà delle restrizioni in materia di abbigliamento, quando si viaggia. Ad applicarle è per esempio la United Airlines, come si può leggere nel contratto di trasporto che propone ai suoi passeggeri. Ci sono regole ben precise, su cosa possono o non possono indossare a bordo. C'è persino la possibilità di non essere accettati, di essere respinti, qualora venisse giudicato irrispettoso l'abbigliamento. Una mancata aderenza al dress code "consigliato", dunque, giustificherebbe un'espulsione dal mezzo di trasporto, un rifiuto a proseguire il viaggio.

Tutto questo è ben specificato al Punto 21 del contratto, quello dedicato al "Rifiuto del trasporto". Qui è innanzitutto specificato che: "UA avrà il diritto di rifiutare il trasporto in modo permanente o temporaneo o avrà il diritto di rimuovere dall'aeromobile in qualsiasi momento qualsiasi passeggero per i seguenti motivi". E tra i motivi, nella sezione H c'è scritto: "Passeggeri scalzi, non vestiti in modo appropriato o il cui abbigliamento sia volgare, osceno o offensivo". Più gettonata tra le compagnie aeree, invece, è la tendenza a vietare di viaggiare a piedi nudi. Una di queste è la statunitense Spirit, che in realtà a partire da gennaio ha inserito diverse norme stringenti da questo punto di vista: no anche a tatuaggi offensivi e abiti trasparenti.

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