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Caro lidi, Codacons: “Stranieri dopano il mercato, italiani si allontanano perché stipendi sono fermi”

Quest’anno si stanno vedendo molte meno presenze sulle spiagge italiane. Colpa del caro prezzi, ma anche di un differente modo di concepire le vacanze estive. Stefano Zerbi, del Codacons, ha spiegato a Fanpage.it cosa sta succedendo.
A cura di Giusy Dente
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Fa uno strano effetto, vedere i lidi italiani semivuoti. In questo periodo dell'anno dovrebbe esserci il boom di presenze, ma così non è questa volta. Colpa del caro prezzi. I rincari hanno portato molti vacanzieri a scegliere le spiagge libere. Nel peggiore dei casi, invece, molti hanno proprio rinunciato alle vacanze estive, perché troppo costose. In tanti altri casi, si preferisce volare verso altre destinazioni al di fuori dei confini nazionali, per risparmiare. Stefano Zerbi, del Codacons, ha analizzato per Fanpage.it la situazione, per capire cosa sia successo, cosa abbia portato i gestori ad aumentare così tanto i prezzi fino a renderli proibitivi per molte famiglie.

Quali fattori hanno portato alla crisi attuale?

Gli aumenti sono cominciati durante il periodo del Covid quando gli stabilimenti hanno avuto spese più alte. Col distanziamento dovevano mettere  un ombrellone ogni tot metri, dovevano sanificare i locali tutti i giorni. Questo incremento dei costi ha avuto però dall'altra parte una diminuzione del numero giornaliero di clienti. Quindi una prima trance di aumenti loro l'hanno applicata subito dopo il Covid, quindi dal 2020 in poi. Poi dopo c'è stato invece il caro bollette: i costi dell'energia a carico dei gestori dei lidi sono stati più alti.

Quest'anno si registra un aumento nei prezzi?

Quest'anno non ci sono aumenti particolari: siamo nell'ordine del 3-5%, quindi aumenti tra virgolette piccoli rispetto a quelli che ci sono stati negli anni scorsi. Il problema qual è? È che dopo il Covid, dopo il caro bollette, gli aumenti praticati dai gestori non sono rientrati. Terminata l'emergenza Covid e l'emergenza caro bollette, quindi con tariffe e spese scese a livelli normali, senza obbligo del distanziamento e l'obbligo di sanificazione, loro non hanno più riportato i prezzi indietro. Hanno comunque mantenuto questi rincari. Quello che noi oggi paghiamo, non è l'aumento rispetto all'anno scorso, è l'aumento degli ultimi 6 anni, dal Covid in poi. Poi non c'è solamente il caro spiaggia: c'è il caro vacanza in generale, perché anche per prendere l'aereo per andare fuori spendi molto di più rispetto agli anni scorsi. Se vuoi prendere un resort, un villaggio vacanza, un hotel o andare al ristorante a mangiare fuori, paghi molto di più rispetto agli anni scorsi. Quindi la gente che fa? Pur di farsi la vacanza fuori, rinuncia alla spiaggia a pagamento. Tutto l'insieme sta determinando questa situazione così paradossale dove le spiagge durante la settimana sono semi vuote; la gente se ci va, ci va il sabato e la domenica.

Il turismo internazionale ha contribuito all'innalzamento dei costi?

Dopo il Covid il turismo è pienamente ripartito in Italia registrando anche tantissime presenze di stranieri che dopano il mercato. Se io operatore turistico so che posso vendere il mio prodotto a 100, perché so che c'è chi lo acquisterà, soprattutto stranieri, perché venderlo a meno? Negli ultimi anni in Italia c'è stato un aumento costante di flussi turistici che hanno addirittura superato i livelli pre-Covid. Quindi l'Italia rimane una grande attrattiva per il turismo straniero. Però questo dopa i prezzi soprattutto in quei luoghi che sono presi d'assalto: Sardegna, Puglia, Toscana, Emilia-Romagna. C'è tantissima domanda e il gioco domanda-offerta fa poi il prezzo.

C'è una percentuale di italiani che quest'anno rinuncia alla vacanza a causa dei prezzi?

Secondo Federalberghi, il 49% gli italiani non partirà tra giugno e settembre per motivi di soldi: non hanno disponibilità economica per affrontare la classica villeggiatura estiva. Poi è proprio cambiato il modo di fare vacanze dei cittadini. Una volta le vacanze estive duravano due settimane. Adesso non è più così: adesso si fanno viaggi più brevi e più frequenti. Gli operatori turistici alzano i prezzi perché sanno che ci sarà una certa quota di turisti che spenderà quella cifra, dall'altra parte però l'italiano medio si allontana, perché redditi, salari, stipendi sono fermi, crescono veramente poco e crescono meno rispetto alla crescita del costo della vita. La gente si è rotta le palle di andare al mare e spendere un sacco di soldi, quando può avere magari la spiaggia libera portandosi l'ombrellone da casa. Poi chi va in spiaggia non è che prende solamente il lettino e l'ombrellone: prende l'acqua, la bibita, il panino, la doccia, il parcheggio. Quante cose servono durante il giorno se arrivi la mattina e vai via la sera? E quella poi diventa una bella spesa. Immagina una coppia con due figli: quanto devono spendere per stare un giorno al mare?

Come ci si può tutelare, come fare per risparmiare?

Se uno si muove per tempo può risparmiare e fare davvero vacanze low cost. Bisogna fare scelte accorte ed oculate, quindi prenotare in anticipo per esempio. Così hai più scelta e prezzi più bassi. Chi prenota all'ultimo trova gli scarti e prezzi più alti, perché l'hotel che ha un'unica stanza vuota te l'affitterà a prezzi altissimi. E poi bisogna cercare anche mete meno prese d'assalto, ma vicine ai luoghi che ci interessano. Perché si sa che Venezia è una città carissima, ma già a Mestre, che dista pochissimo, costano molto di meno gli alberghi.

Anche il lusso è in crisi?

Il lusso non è mai stato in crisi. Il Twiga è al pieno delle prenotazioni, non tanto di italiani quanto di arabi. La crisi sta soltanto nella fascia media, perché nella fascia alta c'è sempre chi è disposto a spendere 1500 euro per stare un giorno in spiaggia e lo dimostrano i prezzi. Se non ci fosse gente che va in queste spiagge a questi prezzi, loro dovrebbero abbassarli o dovrebbero chiudere. Faccio indagini da anni sulle spiagge di lusso e i prezzi sono da anni così: il mercato c'è, altrimenti sarebbero falliti. Invece i prezzi non sono mai diminuiti. 

È fattibile un abbassamento dei prezzi oggi?

Questa è l'unica cosa che devono fare. Se loro vogliono avere di nuovo spiagge piene l'unica cosa che devono fare è ridurre tariffe e fare pacchetti scontati per le famiglie. Per esempio: io ti ti do assieme allo stabilimento, al lettino e all'ombrellone, ti do degli sconti per il ristorante, per il museo, per il parco giochi. Bisogna creare servizi completi scontati, benefits, agevolazioni per il bagnante, così da spingerlo ad andare in spiaggia. Va ripensata proprio l'idea dello stabilimento balneare. È nell'interesse anche dei gestori. Loro non non si aspettavano questo questo calo di presenze, non erano preparati. È una novità assoluta, cioè non c'era mai stato un anno in cui loro rilevassero un calo del 20-25%.

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