Se vuoi lavorare devi indossare la gonna: la denuncia di sessismo dell’aspirante sommelier
Se vuoi fare la sommelier devi indossare la gonna. Nicole Hesslink, però, a questo ricatto non ha ceduto anche se questo ha significato rivedere i propri progetti. L’aspirante sommelier era iscritta a un corso, ma ha scelto di lasciarlo proprio perché nel loro regolamento è obbligatorio, per le donne, indossare la gonna quando si è in servizio in eventi pubblici, senza possibilità di scegliere un altro indumento. Con un paio di pantaloni la sua professionalità sarebbe a rischio? Sarebbe meno presentabile?
Nicole Hesslink, aspirante sommelier in pantaloni
Prima la moda, poi la fotografia, poi l’enogastronomia: Nicole nella sua vita si è cimentata in diversi settori e ha avuto la possibilità di viaggiare molto tra Italia, Giappone e Stati Uniti. Nel 2020 ha scelto di approfondire la passione per i vini, iscrivendosi a un corso per diventare sommelier. Tutto perfetto, fino a quando il sogno di specializzarsi e fare di quella passione un lavoro vero e proprio si è scontrato con la burocrazia. Solo di recente, infatti, ha scoperto un tassello a lei sconosciuto: l’obbligo di divisa negli eventi pubblici.
Fin qui nulla di strano in realtà, il problema è sorto quando si è resa conto che tale divisa per le donne si compone obbligatoriamente di giacca, foulard, stemma e spilla della Fondazione, gonna. Alla richiesta di sostituire quest’ultima con un paio di pantaloni, comodi ed eleganti, si è scontrata con un ferreo regolamento che a quanto pare non ammette eccezioni e che nessuno ha intenzione di modificare, neppur e nel 2022. Dinanzi alla sua insistenza l'hanno gentilmente invitata a lasciare la Fondazione dato il disaccordo, cosa che ha effettivamente fatto.
Sessismo al corso da sommelier
Senza perdersi d’animo, Nicole ha contattato personalmente l'organizzazione e ha scambiato delle e-mail con un responsabile. Ha tenuto volontariamente nascosto il nome dell'ente, spiegando di non aver alcun interesse nel boicottarli: "Se lo avessi fatto forse avrebbero subito accettato anche i pantaloni. Ma non sarebbe stata una vittoria. Come si vede dalle loro risposte, il problema è radicato nel profondo dell'organizzazione. Questo dell'uniforme è solo uno dei temi. E non credo che il cambiamento possa avvenire dall'oggi al domani" ha scritto in un lungo post in cui ha raccontato passo passo la sua spiacevole avventura.
Sui social ha pubblicato l’intera conversazione. Il responsabile rigetta le accuse di sessismo e spiega che la decisione di imporre la gonna alle donne da parte del Consiglio è dovuta a motivazioni puramente estetiche, senza fornire spiegazioni più dettagliate. Scegliere di rendere pubblica la storia è stato un modo per denunciare un sessismo a cui Nicole ha scelto di non piegarsi, a costo di rimetterci personalmente, come effettivamente è stato. Il passo indieto lo ha fatto lei, iscrivendosi a un’altra associazione per completare la propria formazione da sommelier, dove si spera che la sua professionalità non venga valutata in base a quanto è femminile il suo aspetto in pubblico.