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Il significato delle opere di Arnaldo Pomodoro: “Mettono in dubbio le certezze, fanno morire di curiosità”

Intervistato da Fanpage.it, il critico d’arte e curatore Nicolas Ballario ha ricordato Arnaldo Pomodoro, lo scultore morto il 22 giugno a Milano: aveva 99 anni.
Intervista a Nicolas Ballario
critico d'arte, giornalista e curatore italiano
A cura di Giusy Dente
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Sfera con Sfera, scultura di Arnaldo Pomodoro (Trinity College Library di Dublin, Irlanda)
Sfera con Sfera, scultura di Arnaldo Pomodoro (Trinity College Library di Dublin, Irlanda)

Classe 1926, tra i maggiori esponenti della scultura contemporanea italiana, Arnaldo Pomodoro è morto a Milano il 22 giugno all'età di 99 anni. L'artista, dopo gli studi da geometra, si è appassionato allo studio della materia, eleggendo il bronzo a materiale preferito per le sue opere monumentali, oggi esposte in tutto il mondo. Sono opere in cui vige un rigoroso spirito geometrico, ereditato forse proprio dagli esordi come geometra. Era in particolare la sfera la forma a lui più cara, quella che ha maggiormente indagato per dare concretezza al proprio pensiero: un oggetto perfetto, da lui trasformato nel contenitore del caos. Nel suo passato c'è anche l'esperienza di docente negli USA e un lungo, appassionato lavoro per il mondo del teatro, che amava profondamente. In quel mondo riusciva a mettere da parte il rigore geometrico e la "pesantezza" della scultura che era solito plasmare, dedicandosi a qualcosa di più leggero: era il luogo della sperimentazione e del divertimento, in cui riusciva a tirare fuori qualcosa di diverso dal solito. Circa 30 anni fa ha voluto dare vita a una Fondazione che porta il suo nome: nel ruolo di Direttore c'è oggi sua nipote Carlotta, che a Fanpage.it ha sottolineato quanto il Maestro avesse a cuore la missione della Fondazione, nata soprattutto per supportare i giovani scultori, dare loro un luogo di incontro e confronto. Amava confrontarsi con le nuove generazioni di artisti ed era sempre pronto a trovare in loro nuovi spunti e nuovi stimoli. Nel ricordo del critico d'arte e curatore Nicolas Ballario, Arnaldo Pomodoro ci ha lasciato la curiosità di andare oltre a ciò che si vede, di mettere in dubbio le nostre certezze granitiche. Intervistato da Fanpage.it, ha ricordato Arnaldo Pomodoro come un artista immediatamente riconoscibile, che ha spinto all'estremo il dialogo tra perfezione e imperfezione.

Che studio fa Arnaldo Pomodoro sulla forma sferica che è così ricorrente?

Il cerchio è per tutti noi il simbolo della perfezione. Giotto sceglie il cerchio per dimostrare il proprio talento e quindi penso che per Pomodoro la sfera fosse l’elemento più utile per la sua ricerca, che al contrario parlava di imperfezione, di segni che si rompono e si trasformano. E il fatto che potesse confrontarsi spesso con la monumentalità spingeva questo concetto all’estremo. Le sue sfere, manomesse e ribelli, mettono in dubbio ogni nostra certezza e ci fanno morire di curiosità. Rompe una patina e a quel punto tutti abbiamo voglia di andare oltre.

II Grande Disco, scultura di Arnaldo Pomodoro (Charlotte, North Carolina USA)
II Grande Disco, scultura di Arnaldo Pomodoro (Charlotte, North Carolina USA)

Come hanno inciso gli studi da geometra e l’esperienza di Continuità, nello sviluppo del suo linguaggio artistico?

Credo che sia una questione di equilibrio: sia gli studi più canonici, sia il gruppo di Continuità, sono stati tasselli importantissimi del mosaico Pomodoro, un mosaico fatto appunto di confini sottili tra la geometria esterna e i meccanismi interni che nelle sue opere erano contigui, ammiccavano, ci chiedevano dove cominciasse l’uno e finisse l’altro e viceversa. In questo modo, giocando e litigando con i suoi colleghi ma soprattutto con Argan, Pomodoro ha saputo creare un segno nuovo.

"Arco in Cielo", scultura di Arnaldo Pomodoro
"Arco in Cielo", scultura di Arnaldo Pomodoro

⁠Cosa gli ha permesso di imporsi e distinguersi sulla scena artistica a livello internazionale?

Beh le sue opere sono affascinanti, suggeriscono quasi un immaginario post apocalittico: quando non rimane più niente, resistono solo quelle forse che tanto più artificiali sono, quanto più naturali ci appaiono. Ha mescolato immagine arcaiche con la tecnologia, le forme più semplici con la meccanica, dando vita a lavori misteriosi, che suggeriscono la presenza di qualcosa che ancora non abbiamo trovata. E poi diciamoci la verità, dal punto di vista della scultura monumentale è l’unico riconosciuto da tutti a prima vista. Per questo le sue sculture, che pure hanno nomi ben definiti, vengono chiamate da tutti “la sfera di Pomodoro”, “la colonna di Pomodoro” e così via… Penso che in lui tutti riconoscano la capacità di vedere l’essere umano, il pianeta o le cose di tutti i giorni dall’interno.

"La grande Sfera" prima del restauro del 1998, scultura di Arnaldo Pomodoro (Pesaro)
"La grande Sfera" prima del restauro del 1998, scultura di Arnaldo Pomodoro (Pesaro)

Qual è il primo ricordo che hai di lui?

Non l’ho mai conosciuto purtroppo, ma quando ho fatto il libro sui 100 luoghi del contemporaneo gli ho chiesto un’immagine da inserire. E sebbene non fosse la sua opera più importante, anzi in qualche modo si può dire che è una riproduzione dell’originale che sta a Roma davanti alla Farnesina, ho inserito la Sfera Grande di Pesaro, perché è diventata un punto di riferimento per la Città. E nessuno la chiama “Sfera Grande”. Tutti la conoscono come la “palla di Pomodoro”.

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