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Natale 2025

Santo Stefano, l’84% della famiglie italiane porta in tavola gli avanzi di Natale e Vigilia

A Santo Stefano per molte famiglie italiane tornano in tavola gli avanzi delle feste. I dati Coldiretti raccontano un rito diffuso che parla di risparmio, attenzione allo spreco e sostenibilità.
A cura di Elisa Capitani
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Il giorno dopi Natale, per molte famiglie italiane, non si cucina. A Santo Stefano si mangia quello che è rimasto in frigo tra cenone della Vigilia e pranzo del 25 dicembre. Una scelta pratica e sempre più diffusa, che secondo Coldiretti riguarda la maggioranza degli italiani. I dati dell'indagine Ixè mostrano che l'84% delle famiglie italiane consuma gli avanzi, mentre solo nel 9% delle case tutto il cibo preparato per le feste è stato mangiato. Si tratta di un comportamento che sicuramente contribuisce a ridurre lo spreco di cibo, il cui valore complessivo è stimato a circa mezzo miliardo di euro.

Cosa dimostrano i dati Coldiretti sulle feste degli italiani

I numeri raccontano un doppio movimento. Da un lato, durante il Natale si continua a cucinare più del necessario, spesso per tradizione o per l’idea che l’abbondanza sia parte integrante della celebrazione. Dall’altro, però, cresce la volontà di non buttare via nulla. Il fatto che oltre otto famiglie su dieci decidano di rimettere in tavola gli avanzi a Santo Stefano segnala un cambiamento culturale, in cui il recupero del cibo diventa parte del rito festivo. Coldiretti sottolinea come la sensibilità ambientale aumenti proprio nei giorni delle feste, quando il rischio di spreco è più alto e il valore economico delle pietanze non consumate è tutt’altro che marginale.

Un passo che va nella direzione della sostenibilità

Mangiare gli avanzi non è solo una questione di buon senso domestico o di risparmio economico, ma anche un comportamento che incide sull’ambiente. Ridurre lo spreco alimentare significa diminuire la quantità di rifiuti prodotti e l’impatto legato alla filiera del cibo. Un tema ancora critico e poco analizzato, se si guarda ai dati sullo spreco settimanale. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Waste Watcher International, ogni italiano butta in media 556 grammi di cibo alla settimana, con una prevalenza di frutta, verdura e pane fresco tra i prodotti più sprecati. In questo quadro, il "rito" di Santo Stefano assume un valore simbolico, mostrando come anche un’abitudine semplice possa contribuire a un approccio più sostenibile.

Idee e soluzioni per dare nuova vita agli avanzi di Natale

Dal mondo agricolo arrivano anche suggerimenti pratici ma allo stesso tempo originali su come recuperare gli avanzi. I cuochi contadini di Campagna Amica propongono di reinventare i piatti delle feste senza stravolgerli. Arrosti e alimenti lessati possono diventare la base per un ragù veloce o per farcire panini da portare anche in ufficio, mentre il pesce già cotto può essere usato per fare polpette o insalate. Il purè avanzato può essere utile per cucinare crocchette o tortini al forno, così come il pane raffermo può essere riutilizzato in preparazioni della tradizione o in ricette internazionali come quella francese del pain perdu (un dolce per il quale si usa pane raffermo). Un modo concreto per ridurre lo spreco, risparmiare e riscoprire una cucina che, da sempre, fa attenzione alle necessità delle famiglie.

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