Perché le donne devono dormire di più degli uomini, il neurologo spiega le differenze di genere nel sonno

Multitasking, menopausa, carico emotivo e mentale: troppo spesso le donne affrontano giornate infinite e una volta che toccano finalmente il letto e possono dormire, ecco che il loro cervello si attiva, l'ansia sale o sono troppo esauste per addormentarsi. Negli ultimi anni l’attenzione scientifica sul sonno ha iniziato a considerare con maggiore precisione le differenze di genere, mostrando come donne e uomini non solo dormano in modo diverso, ma sperimentino anche conseguenze differenti quando il riposo si interrompe o si riduce. Nonostante la diffusione dell’idea secondo cui le donne avrebbero bisogno di dormire più degli uomini, i dati epidemiologici suggeriscono un quadro più complesso, in cui entrano in gioco fattori biologici, ormonali e sociali. A chiarire alcune di queste dinamiche è il professor Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro di Medicina del Sonno dell’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro e ordinario di Neurologia all’Università Vita-Salute San Raffaele, che ci ha raccontato le principali evidenze scientifiche disponibili.
Perché le donne dovrebbero dormire di più
Se da un lato gli studi mostrano che, in media, gli uomini tendono a dormire più delle donne, dall’altro emergono differenze nelle fasi del sonno che rendono il riposo femminile particolarmente delicato e, per questo motivo, una donna ha bisogno di dormire più di un uomo. Secondo Ferini Strambi: "Un dato rilevante è che le donne, andando avanti con gli anni, perdono di più il sonno REM, mentre gli uomini perdono spesso il sonno profondo". La riduzione del sonno REM ha implicazioni importanti perché questa fase è legata alla rielaborazione delle emozioni e alla gestione delle esperienze negative. Per questo motivo, come spiega il neurologo, "le donne, avendo meno sonno REM, potrebbero avere una più difficile regolazione emozionale", con una maggiore vulnerabilità agli effetti emotivi anche relativi alla stanchezza. Al contrario, la minore perdita di sonno profondo offre un certo grado di protezione dagli effetti negativi della deprivazione di sonno, rendendo però ancora più cruciale la qualità complessiva del riposo.
Perché spesso non riescono a dormire di più
Il riposo femminile è spesso compromesso da un insieme di fattori biologici, ormonali e sociali. Sul piano quotidiano pesa la maggiore esposizione al multitasking, che può ridurre il tempo dedicato al sonno. "Le donne sono molto spesso più impegnate degli uomini" osserva Ferini Strambi, "devono spesso ancora oggi lavorare fuori casa e in casa da sole, quindi sono in genere più impegnate". A questo si aggiunge una maggiore predisposizione ai disturbi d’ansia e ai sintomi depressivi, che influenzano direttamente la capacità di addormentarsi o di mantenere il sonno. L’insonnia, infatti, è più comune nelle donne proprio perché "è più facile che le donne siano predisposte ad avere disturbi d’ansia o depressivi". Secondo recenti studi, la depressione ha un impatto enorme sulla qualità del sonno. I dati parlano chiaro, con l'80% di donne depresse che soffrono di insonnia, il 20% di apnea notturna e il 15% di ipersonnia. Anche la vita ormonale, dal ciclo mestruale alla menopausa, influisce sul riposo. Durante la menopausa, spiega il neurologo, "nel settanta per cento delle donne compare un problema di sonno, legato alle variazioni ormonali e a una maggiore frammentazione del sonno". Con la perdita della protezione ormonale aumentano inoltre altri disturbi, come il russare e le apnee notturne, che dopo i cinquant’anni diventano frequenti quasi quanto negli uomini, che sono tendenzialmente quelli che ne soffrono di più.
Consigli e suggerimenti per migliorare il sonno femminile
Il primo passo, secondo Ferini Strambi, è riconoscere che il disturbo del sonno non va considerato una condizione normale o inevitabile, ma un tema di salute da affrontare. "La donna deve sempre parlarne con il proprio medico di famiglia" afferma, sottolineando che spesso i problemi di sonno non vengono nemmeno riferiti durante le visite. Il confronto con il medico permette di identificare tempestivamente segnali che meritano attenzione e, se necessario, di indirizzare la paziente verso centri specializzati. La consapevolezza dell’importanza del sonno e delle sue conseguenze sul benessere emotivo, metabolico e cognitivo è fondamentale, soprattutto in una fase della vita in cui i cambiamenti ormonali rendono il riposo più fragile. "Bisogna avere un’attenzione particolare al sonno", conclude Ferini Strambi, "e ricordarsi che un dialogo costante con i professionisti della salute possa migliorare sensibilmente la qualità della vita".