Perché il gelato non può sostituire un pasto

Ogni anno questa domanda rimbalza sui titoli dei giornali. "Un gelato può sostituire un pasto?" Si cerca la legittimazione dei nutrizionisti, un balsamo per il senso di colpa del cono a tre gusti più panna appena mangiato, un modo corretto per compensare un peccato di gola. Ma purtroppo la risposta è no. Un gelato non può sostituire un pasto. Mancano i nutrienti, ci sono troppi zuccheri, si rischia di avere di nuovo fame dopo poche ore. Certo è che non è grave se ogni tanto ci si concede una bella coppa o un cono da una gelateria (meglio sempre se artigianale).
Perché il gelato non può sostituire un pasto
Per capire perché un gelato non può sostituire un pasto partiamo dai numeri. "Prendiamo una coppetta di gelato da 100 ml – spiega il dietista Loreto Nemi – In questa coppetta troviamo dai 20 ai 30 grammi di zuccheri semplici, 3-4 grammi di proteine (una quantità modesta), se prendiamo una cialda, diciamo che abbiamo anche i carboidrati (anche se si tratta pur sempre di zuccheri) ma ci manca qualcosa: le fibre". Per questo molti nutrizionisti dicono che un gelato a pranzo va bene, ma solo se abbinato anche a un'insalata "A questo punto però il gelato non sarebbe un sostituto a tutti gli effetti ma solo una portata, del pranzo o della cena".
Quando mangiare il gelato durante il giorno
Anche se scegliamo un gusto a frutta la situazione non cambia. "Ci sono ancora meno proteine e nessuno o pochissimi grassi – visto che non ci sono né latte né uova. Ci sono però molti zuccheri e molta acqua: direi che un gelato limone e fragola è anche meno bilanciato di un gelato a crema e cioccolato se lo immaginiamo come un sostituto di un pasto". Meglio allora, eliminare l'idea di mangiare un gelato a pranzo o cena e sfruttarlo invece come spuntino. "Una coppetta di gelato alla frutta è un'ottima merenda per il pomeriggio, la consiglio spesso ai miei pazienti. È rinfrescante e appaga anche lo spirito".
Calorie e gelato: quali gusti ne hanno meno
Una bella differenza in termini di calorie la fanno ovviamente i gusti. Le creme (cioccolato, stracciatella, nocciola) contengono uova, latte, zucchero, mentre i gusti a frutta sono meno pesanti ma più zuccherini. Una recente indagine di Altroconsumo ha stilato una classifica dei gelati in base alle calorie: al primo posto, come meno calorici, ci sono ovviamente i ghiaccioli, che ne hanno tra le 35 e le 50 kcal. A seguire ci sono gli ibridi, metà ghiaccioli, metà panna o vaniglia (60 kcal) poi ci sono i coni, quelli confezionati, le loro versioni mini, ne hanno tra 62 e 70 kcal, i gelati biscotti (sempre nella versione mini) ne hanno 88, le versioni grandi ne hanno oltre 300. Le coppette, panna e cioccolato per intenderci, possono arrivare anche a 200 kcal. Una coppa artigianale, da due gusti in crema (cioccolato e stracciatella ad esempio) si aggira intorno alle 200 kcal, se preparata con dei gusti a frutta le calorie scendono intorno alle 120. "Un gelato praticamente contiene la quantità di zuccheri che dovremmo consumare in un giorno intero e si tratta di zuccheri semplici non complessi (per intenderci quelli dei carboidrati) e questo comporterà una forte risposta insulinemica con un picco glicemico importante – conclude Nemi – E mangiarlo a pranzo o cena comporterà nel giro di un'ora un nuovo attacco di fame. Per questo meglio concedercelo una volta ogni tanto senza sensi di colpa e basta. Senza illuderci che possa sostituire un pasto".