Non si parla più di ipocondria ma di ansia da malattia: “Non è ricerca di attenzioni ma sofferenza vera”

L'ipocondria è la paura delle malattia, l'eccessiva preoccupazione di ammalarsi: una definizione sbrigativa e generica, quella comunemente nota a tutti. In realtà, però, questo disturbo è stato inserito nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali con la dicitura: ansia da malattia. È l'espressione corretta dinanzi a una situazione che impatta molto nella quotidianità di chi ne soffre, che si manifesta con sintomi reali, tutt'altro che immaginari. La persona ipocondriaca non inventa, non ingigantisce, non cerca attenzioni: la sua è vera sofferenza da comprendere e superare. Perché uscirne, come ha spiegato a Fanpage.it lo psichiatra Francesco Cuniberti, è possibile. Si può avere una buona qualità della vita, gestire l'ansia da malattia a cominciare da buone pratiche come svincolarsi dall'ossessione per forum di medicina e diagnosi online, pratiche purtroppo gettonatissime che aprono a derive pericolose.
Ansia da malattia e ipocondria sono la stessa cosa?
Il termine ipocondria non esiste più. Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali ha diviso l'ipocondria in due gruppi: disturbo da ansia di malattia e disturbo da sintomi somatici.
Qual è la differenza?
La maggior parte degli ipocondriaci sono nel disturbo di ansia da malattia: quando ho paura di avere o di sviluppare malattie, anche in assenza di sintomi, quindi vivo in costante apprensione e paura. Faccio visite da qualunque medico, consulto specialisti, faccio accertamenti ed esami, però non riesco mai a togliere questo pensiero dalla testa. È un pensiero costante, perché una volta tolta magari la paura di avere un tumore, mi viene la paura di avere qualcos'altro. Rimane sempre una super allerta per qualsiasi tipo di di malattia: è questo l'aspetto principale. Poi c'è anche un gruppo piccolo di persone con l'ansia della malattia che invece non fa proprio controlli, perché ha talmente paura che gli possono trovare qualcosa che vive in un'ansia tremenda senza farsi controllare, ma sono sono più frequenti quelli che fanno mille accertamenti. Nel disturbo da sintomi somatici la persona ha dei sintomi anche lievi che vengono percepiti come segnali gravi. La persona inizia a interpretare quel qualcosa come preoccupante e vive in costante attenzione alla salute, spendendo il tempo anche loro a fare i controlli. Percepiscono il problema in maniera immensa.
Quindi l'ansia del primo tipo è del tutto immotivata alla fine…
È proprio una paura insita. Sono spesso pazienti che hanno vissuto nella loro vita la malattia di qualcuno di importante, magari un familiare. Rimane il trauma. Ma la cosa veramente importante è che la loro sofferenza è reale, anche la percezione dei sintomi: non è un'invenzione, non è una ricerca di attenzione da parte degli altri per risultare malati, per ricevere rassicurazione. Stanno realmente male anche fisicamente, perché l'ansia si manifesta anche in maniera fisica: palpitazioni, fitte, dolori muscolari, mal di testa, fiato corto.
Quando l'attenzione alla salute è normale e quando è ansia?
Dipende da quanto è presente nel quotidiano e da quanto la persona vede la sua qualità di vita influenzata; dipende se il pensiero prevalente è sempre su come sto, sulla paura di sviluppare malattie, se sto sempre al computer a ricercare sintomi e chiedere diagnosi. Se sei sempre lì a parlare dei tuoi sintomi, di come stai. Avevo un paziente ipocondriaco che interrogava ChatGPT e cercava di capire i sintomi che aveva, andava spesso dal cardiologo, faceva gli elettrocardiogramma. Aveva due figli, una moglie, un lavoro da imprenditore, ma la maggior parte della giornata la passava a scrivere sui forum, a fare ricerche. Alla fine gli è venuto proprio un infarto, che era la sua paura più grande. Era sempre alla ricerca di una serenità, che qualcuno gli dicesse: "Ok, non hai nulla, vivi tranquillo". Ma poi dopo poco arriva la preoccupazione per qualcos'altro, è un meccanismo automatico.
Come si gestisce nella quotidianità?
Bisogna assolutamente fare un lavoro psicoterapeutico per insegnare a riconoscere quali sono i sintomi veri fisici. Poi se l'ansia che ne deriva è talmente forte da bloccarti, allora lì può arrivare anche una terapia farmacologica. Fondamentale è tutto l'aspetto comportamentale: evitare di andare su ChatGPT, di utilizzare i forum.
Si può guarire?
Sì, si può assolutamente tornare a stare bene, tornare a fare una vita normale. Poi ovviamente una ipersensibilità rimane.