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Forse sei ambiverso e non lo sai, cosa vuol dire questo termine e perché è un superpotere

“Ambiverso” è un termine ancora poco diffuso, eppure sono tante le persone che si trovano a metà tra l’essere estroversi e l’introversi, forse non sapendolo. Abbiamo parlato con un esperto per capire come questo tratto caratteriale possa essere un superpotere e quali sono i suoi tratti principali.
Intervista a Dott. Antonio Catarinella
psicologo psicoterapeuta specialista in psicologia clinica e consulente delle identità sessuali presso l'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano
A cura di Elisa Capitani
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Non tutti lo sanno, ma nel mezzo di un orientamento introverso della personalità e uno estroverso, se ne può trovare uno ambiverso. Il termine, poco conosciuto, rappresenta tutte quelle persone che, senza etichette, presentano caratteristiche sia dell'introversione che dell'estroversione, trovando un equilibrio positivo. Se riesci a socializzare come un estroverso ma a goderti anche la solitudine e i tuoi spazi come un introverso, potresti avere i tratti tipici di una persona ambiversa. Abbiamo indagato insieme al Dott. Antonio Catarinella, psicologo psicoterapeuta specialista in psicologia clinica e consulente delle identità sessuali presso l'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, questo mondo ancora poco conosciuto.

Cosa vuol dire essere ambiverso

"Nel gergo tecnico questo termine è poco utilizzato, perché può sembrare offensivo. In realtà, il termine ambiverso descrive una persona che mostra caratteristiche di entrambe le componenti, introversione e anche estroversione". Significa, ad esempio, che una persona ambiversa può apprezzare la socialità, le situazioni stimolanti e piacevoli, ma allo stesso tempo può sentire il bisogno di momenti in cui isolarsi, di intervalli di solitudine. L'ambiverso riflette sicuramente la complessità della natura umana. Si tratta, spiega l'esperto, di una dinamica nata dalla necessità di adattarsi al contesto sociale in cui ci si trova, pur mantenendo la volontà di rimanere fedeli a se stessi: "È importante distinguere tra personalità e comportamento. La personalità è biologicamente stabile ed è propria a ciascun individuo, mentre il comportamento è frutto di un adattamento contestuale e sociale", spiega il dott. Catarinella.

Perché essere ambiversi può essere considerato un superpotere

Gli ambiversi sono quindi persone che mostrano una maggiore flessibilità nella gestione delle dinamiche sociali e personali. Per esempio, un ambiente ricco di stimoli può attivare la parte di più estroversa di queste persone, mentre invece situazioni più riflessive possono far emergere in loro dei tratti più introspettivi. Secondo l'esperto "questa capacità di modularsi a seconda dei contesti, può essere letta come un vantaggio evolutivo, perché chiaramente ci si sente a proprio agio a seconda di come ci si relaziona in diversi contesti". La parola chiave quando si parla di una persona ambiversa è consapevolezza. La loro flessibilità, infatti, nasce proprio da un equilibrio interno, queste persone tendono a riconoscere i propri bisogni, sanno quando è il momento di esporsi, di relazionarsi, di orientarsi verso l'esterno e quando invece devono tutelarsi, proteggere i loro spazi e preservare la loro solitudine. Essere ambiverso significa sapersi adattare e avere quindi una grande resilienza contestuale.

Dove si colloca l'ambiverso nell'universo psicologico

Carl Jung è stato il primo ad utilizzare i termini di introversione e estroversione, nell'ambito delle teorie psicologiche, ma è stata la teoria dei Big Five a includere definitivamente nuove tipologie di personalità, anche intermedie. In psicologia, questa teoria delinea la personalità non come categorie nette e distinte, ma attraverso cinque dimensioni che rappresentano un continuum tra due estremi opposti. È stato proprio grazie a nuove rivisitazioni di questa teoria psicologica che oggi possiamo sapere che ci sono persone che si inseriscono in queste posizioni intermedie come l'ambiverso. In questo contesto di continua evoluzione scientifica, il dott. Catarinella sottolinea un concetto molto importante, ovvero quello di leggere l'essere umano e la sua personalità senza essere critici, senza quindi giudicare o dare etichette.

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