Fame vera o noia? Come riconoscerla e affrontarla con la mindful eating

Quante volte capita mentre si studia, si sta al pc o sul divano di alzarsi e di aprire il frigo o la dispensa alla ricerca di qualcosa non meglio specificato. Qualcosa per soddisfare quel momento, per placare quel certo nonsoché difficile da identificare. Quasi sempre ci rifugiamo in un biscotto, delle patatine, una merendina. Quel desiderio improvviso quasi mai ha un risvolto sano da un punto di vista nutrizionale. Ma in quanti casi è davvero giustificato da una fame vera perché si è mangiato poco a pranzo e quando invece è solo frutto della noia?
Mangiare per noia: le cause
Che il cibo non sia soltanto nutrimento e soddisfazione di un bisogno fisiologico oggi è più che evidente. Il momento del pasto è convivialità, benessere e pure molto altro. Ma quando invece la fame arriva per noia, come si fa? "La fame da noia si riconosce perché non ci brontola lo stomaco – spiega a Fanpage.it la dottoressa Alice Cancellato, biologa e nutrizionista del Centro Scienze Natalità dell'IRCCS Ospedale San Raffaele – Non abbiamo una fame fisica, semplicemente ci viene voglia di andare in cucina per cercare qualcosa. Di solito si va su alimenti già pronti, non qualcosa da cucinare, cibi ultraprocessati come biscotti, merendine, patatine, quello che si trova a portata di mano". La fame da noia è più frequente nelle donne. "La sensibilità verso le emozioni, sia positive che negative, porta alla fame nervosa. Le mie pazienti mamme mi raccontano spesso che a volte quando sentono di non stare al passo con il lavoro, quando i figli non dormono o quando si sentono particolarmente sopraffatte, avvertono una sensazione di frustrazione e quindi provano ad anestetizzare questo stato d'animo con il cibo". Quando mangiamo così senza avere davvero fame o senza essere davvero attenti a quello che facciamo, non percepiamo neanche il gusto. "Facciamo qualcosa di automatico, per provare un piacere istantaneo che ci allontani per un attimo dalle nostre difficoltà". Ma la fame per noia può arrivare anche per un altro motivo. "Succede che quando seguiamo delle diete restrittive, come quelle con una bassa quantità di carboidrati, il nostro cervello non riesce a elaborare la sensazione di sazietà. Questo riguarda in particolare i carboidrati perché sono il nutriente principale di cervello e muscoli. Un'alimentazione completa che prevede i carboidrati complessi (non gli zuccheri semplici che bruciamo in poco tempo) ci rende più energici, ci dà livelli di energia più stabili nel tempo, ci garantisce concentrazione e soprattutto la sensazione di sazietà che ci eviterà un attacco di fame per noia".
La mindful eating per mangiare consapevoli
Durante un attacco di fame per noia, che poi prevede quasi sempre un secondo tempo fatto di sensi di colpa e pentimenti, si punta tutto su cibi ricchi di zuccheri semplici. "Perché sono quelli che garantiscono una soddisfazione immediata ma sono tutt'altro che salutari. Un biscotto tira l'altro, si tratta di alimenti pensati dall'industria alimentare per creare dipendenza e poi dal punto di vista della salute lo zucchero semplice ci dà poca energia, tutto il resto viene immagazzinato e si trasforma prima in glicogeno e poi in tessuto adiposo". Per questo al momento del pasto, ma anche al momento della fame da noia, può essere utile iniziare a praticare la mindful eating. È meno complicato e mistico di quello che si pensa, basta iniziare a porre attenzione, a focalizzarsi, concentrarsi sul momento presente. Di solito a tavola, specie se siamo da soli, ci distraiamo col telefono o la tv, praticare invece la mindful eating vuol dire anche godere a pieno di quel momento. "Non dobbiamo farla per tutto il pasto, per cominciare basta anche solo un boccone. Prendiamoci un momento per guardare la forchetta dove abbiamo avvolto gli spaghetti, annusiamoli, proviamo a toccarli magari con le labbra e poi mangiamo, prima di cominciare a masticare proviamo a concentrarci sulle sensazioni che ci dà quel boccone e come cambia l'aroma e il sapore". Si tratta di una pratica utile non solo a migliorare il nostro rapporto col cibo ma anche utile a prevenire gli attacchi di fame perché ci concede una maggiore consapevolezza di quello che stiamo facendo. "Ma la mindful eating è utile anche durante gli attacchi di fame. Se abbiamo voglia di qualcosa e non vogliamo o sappiamo resistere, proviamo a sederci a tavola a concederci quel momento senza giudicarci. Guardiamoci dall'alto con uno sguardo compassionevole e non severo subito dopo aver ceduto all'attacco di fame. È molto importante non sentirsi in colpa ma guardare avanti, innescando delle strategie positive".
Un esercizio di mindful eating da fare a casa
Per provare la mindful eating si può fare un esperimento in casa che immediatamente ci fa capire quanto conta la consapevolezza a tavola. "Prendiamo due tipi di cioccolata diversi, uno al latte, e uno fondente almeno al 70%. Assaggiamo la prima, proviamo a non masticarla subito. Il piacere è estremo, arriva subito, la cioccolata si scioglie in bocca rapidamente e il piacere finisce subito, anzi, la bocca è talmente dolce che la sensazione non neanche così piacevole e la voglia di prenderne un altro pezzo è fortissima. Quando invece assaggiamo la cioccolata fondente all'inizio è più difficile tenerla in bocca senza masticare, sentiamo l'amaro, si scioglie più lentamente, ma più si va avanti più gli aromi e i sapori aumentano e diventa un piacere per il palato e avremo meno voglia di mangiarne ancora". Quando arriva la fame per noia non facciamoci trovare impreparati "Cerchiamo di evitare alimenti industriali – conclude Cancellato – Evitiamo merendine, patatine e biscotti. Proviamo a dirottare la noia su frutta secca, cioccolato fondente o verdure crude (io consiglio di tagliare un po' di verdure come carote, finocchi, sedano e lasciarli in acqua nel frigo, così che si mantengano sempre fresche) e soprattutto non giudichiamoci mai".