Murray racconta il disastroso esordio da coach di Djokovic: “Ridevano tutti, è stato imbarazzante”

Andy Murray non potrà mai dimenticare il modo in cui è iniziata la sua famosa collaborazione con l'ex rivale Novak Djokovic. L'ex tennista britannico è tornato su quell'esperienza raccontando un gustoso aneddoto relativo all'inizio un po' traumatico del percorso condiviso e durato pochi mesi. D'altronde tutti sanno che la prima impressione è quella che conta e Sir Andy non voleva fare una brutta figura con il suo giocatore.
Murray e il racconto dell'esperienza con Novak Djokovic
È stato lo stesso Murray a svelare tutto in occasione dell'ultima puntata del Tennis Podcast. Innanzitutto durante la prima giornata di lavoro, il due volte vincitore di Wimbledon ha dovuto allenare Djokovic con il classico cesto. Ha pagato dazio a un po' di apprensione l'ex giocatore di Glasgow che ha voluto evitare scivoloni e per questo ha voluto fare qualcosa di molto insolito.
Le risate del team di Djokovic su Murray
Ha raccontato: "È una storia divertente, il primo giorno che ho iniziato a lavorare con lui, sono arrivato al training camp e abbiamo fatto la sessione di tennis. E il suo team rideva di me, perché mentre Novak si scaldava, io ero in campo a scaldare… il mio braccio per la conduzione dei colpi dal cesto! Loro dicevano: ‘Non abbiamo mai visto nessuno scaldarsi per il cesto'. E io: ‘Da giocatore odiavo quando i coach lanciavano male. Quindi sto lavorando sulle mie palle dal cesto'. Lo trovavano molto divertente".

Ma il bello non era ancora arrivato, visto che Murray non si aspettava di doversi sottoporre a un test fisico notevole al fianco di Djokovic: "E dopo la sessione, il suo preparatore fisico mi dice: ‘Novak oggi fa una corsa lunga, lenta, nel parco. Puoi unirti a lui?'. E io pensavo: ‘Oh mio Dio'. Non correvo da quando avevo 25 anni. In campo sì, ma non come parte dell’allenamento. Però era il mio primo giorno di lavoro: non potevo dire di no. Così dico: ‘Certo, la faccio'".
L'incubo della corsa con Djokovic
Le cose però sono andate molto male, per il povero Murray che ha dovuto stringere i denti: "Non ero in gran forma da quando avevo smesso. Avevo fatto un po’ di allenamento, ma non molto. Gli avevo detto che non ero allenatissimo. E lui: ‘Tranquillo, sarà una corsa leggera'. Era una corsa di circa 50 minuti, nel parco, con salite. Ritmo lentissimo, ma dopo 4-5 minuti il mio polpaccio sinistro è andato in crampo. E pensavo: ‘Oh no. Non posso dirlo. È imbarazzante‘. Ho finito tutta la corsa, 50 minuti, in un dolore tremendo".
Un inizio di avventura da dimenticare per il povero Murray che poi ha dovuto spiegare l'accaduto: "Alla fine ho detto al team: ‘Ragazzi, dovete aiutarmi. Sto correndo da 45 minuti, il polpaccio ha avuto un crampo'. Non potevo fermarmi, non volevo mostrare che dopo 5 minuti ero già in difficoltà con un collega contro cui avevo giocato tutta la vita. L’ho portata a termine, ma è stato piuttosto imbarazzante. Era così lenta che tutti l’avrebbero finita. Non so cosa sia successo: forse non correvo da troppo, o ero disidratato, o nervoso. Ma sì, è stato imbarazzante".