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US Open 2025 di tennis

L’orario di inizio della finale Sinner-Alcaraz agli US Open cambia a causa di Trump: cosa è successo

La finale degli US Open Sinner – Alcaraz inizia alle 20:30 e non alle 20 a causa delle misure di sicurezza straordoinarie in atto per preparare l’arrivo del presidente Donald Trump.
A cura di Maurizio De Santis
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La finale degli US Open tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz è stata posticipata rispetto all'orario previsto. Non inizierà alle 20 ma alle 20:30. Perché? La causa di questo spostamento improvviso è dovuta alle misure di sicurezza straordinarie in atto per preparare l'arrivo del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che assisterà al big match il titolo e far sì che l'intero evento si svolga in un clim di massima protezione.

A causa delle misure di sicurezza in atto e per garantire ai tifosi più tempo per raggiungere i propri posti – si legge nella nota ufficiale degli organizzatori del torneo -, abbiamo posticipato l'orario di inizio della partita di oggi alle 14:30 ET (le 20:30 in Italia, ndr).

La diretta conseguenza della risoluzione dell'ultima ora è divenuta tangibile lanciando un occhio agli spalti dell'Arthur Ashe, a Flushing Meadows, che può contenere fino a 23 mila persone: circa mezz'ora prima dell'orario inizialmente fissato in programma, le tribune erano ancora quasi vuote.

L'ordine alle emittenti: censurare qualsiasi protesta contro Trump

L'ultima volta che ha seguito un match dello Slam a New York (è successo circa dieci anni fa) venne accolto dai fischi e dai ‘buuu' di disapprovazione della folla. Onde evitare che questo scenario si ripeta, la United States Tennis Association ha preso precauzioni anche da questo punto di vista.

Qual è il metodo utilizzato per oscurare il dissenso? È stata inviata una email a tutte le emittenti televisive autorizzate a trasmettere e a riprendere la diretta tv della finalissima, nel messaggio c'è un ordine chiarissimo: censurare qualsiasi forma di protesta o reazione da parte del pubblico alla presenza di Trump. Ci sono riusciti solo in parte, perché qualcosa (e anche più di qualcosa) è stato comunque percepito dagli spettatori da casa.

Le misure di sicurezza prima di accedere alla tribune

La presenza di Trump ha di fatto blindato l'impianto che ospita la finalissima. Nell'attesa del suo arrivo all'Arthur Ashe Arena a tutti gli spettatori è stato chiesto di rispettare il piano di ordine pubblico e di massima allerta previsto per l'eccezionalità della situazione.

Il protocollo è tanto minuzioso quanto semplice: per accedere alle tribune le persone devono prima svuotare le tasche e poi passare attraverso scanner molto simili a quelli in uso all'interno degli aeroporti così da passare al setaccio qualsiasi oggetto in possesso degli avventori.

"Precauzioni in caso di attacco con armi chimiche"

I controlli predisposti sono capillari, la macchina organizzativa in previsione dell'incontro tra Sinner (detentore del titolo) e Alcaraz è già partita nei giorni scorsi quando dai vertici degli US Open hanno lasciato trapelare l'assoluta eccezionalità del match e l'importanza di curare in maniera capillare tutta l'area (e lo spazio aereo), dove è in programma l'incontro che vale il trofeo dell'ultimo dei Grandi Slam della stagione. Lo scopo non è solo garantire la ‘semplice' incolumità del Presidente degli Stati Uniti (oltre a quella delle persone) ma essere pronti a fronteggiare una possibile minaccia di agenti nervini.

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Cosa vuol dire? Ecco perché, in base a quanto trapelato nell'immediata vigilia dell'evento, una fonte interna al torneo aveva rivelato come sull'intera zona fossero dispiegati anche agenti della CIA per "prendere precauzioni nel caso di un attacco con armi chimiche o agenti nervini". Non perché ci fosse una minaccia imminente o ci si trovasse di fronte ad azioni terroristiche in atto (e/o sventate) ma perché fa parte del protocollo relativo a eventi del genere nel quale c'è la presenza del Presidente, Trump.

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