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Coppa Davis 2023: le news sul torneo di tennis

L’educazione di Sinner, sempre stato diverso da tutti: “Voleva pagare il campo dopo l’allenamento”

Jannik Sinner campione anche di umiltà già a 17 anni quando in occasione di un torneo a Barletta si allenò al Tennis Club Trani e chiese al presidente Giuseppe De Vincenzo di poter pagare. Il presidente ci racconta quella “sorprendente” situazione.
A cura di Marco Beltrami
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Jannik Sinner ha preso letteralmente per mano l’Italia del tennis che a distanza di 47 anni ha rivinto la Coppa Davis battendo in finale l’Australia. Se le doti tecniche del numero 4 del mondo sono eccezionali, altrettanto si può dire di quelle umane. Umiltà, profilo basso, spirito di sacrificio e signorilità per il 22enne che ha colpito tutti in campo e fuori. In questi giorni di giubilo, stanno spuntando anche storie che confermano l’unicità di Jannik. Una di queste arriva dalla Puglia e in particolare da Trani.

Nel 2019 un giovanissimo Sinner faceva la gavetta girando l’Italia nel circuito Challenger. Ecco allora che il tennista azzurro s’iscrisse al Challenger di Barletta, dove venne eliminato al secondo turno. Un’occasione per fare esperienza e confrontarsi con giocatori di livello, abituati a questo tipo di tornei. Sinner per allenarsi in quei giorni si spostò a Trani presso il Tennis Club Trani che disponeva di una struttura coperta. Sia lui che i colleghi in questo modo potettero lavorare in condizioni ottimali, nonostante il maltempo.

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Accompagnato dal suo coach un giovane Sinner s'interfacciò con il presidente del circolo, Giuseppe De Vincenzo. "Pinuccio" rimase molto colpito più che dalle doti tennistiche di quel ragazzino dai capelli rossi, da un altro aspetto che confermò la sua umiltà. Dopo la sua seduta di allenamento infatti il giovane talento chiese al numero uno della struttura di poter pagare il campo. E oggi rivedere le sue prodezze in Coppa Davis non può che fa un certo effetto per De Vincenzo che ai microfoni di fanpage ha esordito: "Ho vissuto tutto attaccato davanti al televisore, come tutti gli appassionati tennisti".

Ci racconta quell'episodio particolare che la lasciò a bocca aperta e che è indicativo per capire l'umiltà di Sinner
"Qualcosa di speciale in lui? All’epoca no, però chiesi un parere al mio maestro Vito Marinelli che era titolare e capitano della squadra di Serie B e ha allenato grandi giocatori. Lui era nell’ambiente. Gli dissi ‘ma chi è questo ragazzino al quale stanno tutti dietro che ha già il coach dietro a 17 anni’ e lui mi disse ‘è il futuro del tennis italiano’. Una specie di premonizione. Allora volli farmi la foto con lui. Anche perché fu l’ultimo ad uscire dal campo e venne da me che voleva pagarmi per l'allenamento".

Sinner a 17 anni in occasione delle Next Gen
Sinner a 17 anni in occasione delle Next Gen

Non una cosa che succede tutti i giorni a giudicare da come ne parla, i suoi colleghi si comportano diversamente
"Gli dissi di non preoccuparsi perché il campo coperto è stato sempre frequentato da giocatori professionisti. Gli altri prendevano e andavano via ‘ciao, buongiorno’, senza nemmeno ringraziare e sono rimasti tutti poi nell’anonimato. Anche dei nomi importanti"

Insomma Sinner è davvero speciale anche in termini di umiltà e spirito di sacrificio
"Sono un fan di Djokovic, e avevo predetto che Sinner avrebbe perso la finale delle Finals. Infatti speravo che perdesse nel girone e vincesse poi la finale, perché statisticamente in passato nessun giocatore ha vinto due match di fila alle Finals. Cito un episodio legato a Nole relativo a quando stava in accademia a 15 anni: i compagni il sabato sera volevano uscire e non lo trovavano. Lui era in palestra ad allenarsi e diceva ‘se voglio diventare numero uno devo lavorare duro non posso andare in discoteca'. Il concetto dell’umiltà è anche questo: bisogna lavorare, poi quando si smette ci si può rilassare".

Ma com'era il giovanissimo Sinner? E soprattutto lei nel suo circolo alla luce della sua esperienza ha riscontrato un effetto Sinner?
"Jannik era come adesso, alto magro magari oggi è più robusto. Effetto Sinner? Voglio sperare, stiamo lottando contro il Padel, ma speriamo che porti un po’ di ragazzi sui campi perché siamo in discesa di presenze. Ora potrebbe decollare nuovamente il tennis con la Sinner mania".

Si nota però la differenza con tanti ragazzi promettenti, insomma il suo atteggiamento è merce rara
"I ragazzi che sono passati di qua e sono diventati anche forti…. Alcun sono andati in Accademia e non li ho più visti: mai un messaggio, un saluto o una visita. E poi si perdono perché non hanno l’umiltà di Sinner anche di lavorare e pensare a ringraziare chi ti ha dato la possibilità di diventare quello che saresti potuto diventare. Si finisce alla fine a non far niente, oppure a fare il maestro nel proprio circolo. Oggi è difficile trovare ragazzi con le doti umane di Sinner".

Lei ci ha rivelato di conoscere bene i luoghi di Sinner e in particolare dove è nato e cresciuto
"Io sono amante di San Candido e Sesto. Sono ‘nato' lì e ci sono andato sempre in vacanza. Conosco tutte le montagne metro per metro. Conoscendo la zona, conosco anche l'ospedale di San Candido, ma c'è anche un altro dall'altro lato. E pensai: che se la mamma di Jannik quel giorno invece di andare a San Candido fosse andato a Lienz, sarebbe stato austriaco. C'è una strada infatti che è un bivio e da un lato si va in Italia e dall'altra in Austria. Per fortuna loro hanno preso la prima strada forse e ora ci godiamo Jannik"

Si sente ancora con Sinner? Le piacerebbe ritrovarlo e cosa gli direbbe
"Ho già predisposto un modo per vedere Sinner per chiedergli di tornare da famoso qui. Ritengo che la domanda non sia lasciata così… gli dirò che mi hai messo nei guai perché da quando stai vincendo anche io sono massacrato, per interviste ecc. Tu guadagni ma io no (ride, ndr). Sono un famoso povero. Però se vieni a rendermi omaggio chiudiamo il cerchio".

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