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La Serbia difende Djokovic dall’accusa di falsificazione dei test Covid: “Ha agito secondo le norme”

Le autorità serbe hanno risposto alle accuse di falsificazione dei documenti e hanno confermato l’autenticità dei test presentati da Djokovic per poter partecipare all’Australian Open.
A cura di Vito Lamorte
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Lo scontro che vede protagonisti Novak Djokovic, il governo australiano e i media di tutto il mondo è più vivo che mai. Il clamore per la decisione di espellere il tennista serbo e impedirgli la partecipazione all'Open di Melbourne si è affievolito con il passare dei giorni ma la vicenda ha destato clamore per le modalità con cui è avvenuta e per tutte le argomentazioni che sono state poste in merito alla validità dell'esenzione medica di Nole.

Nelle scorse ore la Procura della Repubblica di Belgrado ha reso noto che il ministero della Salute ha confermato l'autenticità dei documenti presentati da Djokovic e ha respinto le accuse secondo cui Novak avrebbe utilizzato un falso test positivo al Covid-19 per entrare in Australia.

Nella nota si legge: "Ha agito secondo le normative, sono stati eseguiti i controlli ed è stato stabilito che Novak Djokovic è stato testato più volte e che i certificati sui risultati dei test del 16 dicembre 2021 e del 22 dicembre 2021 sono validi". L'ufficio afferma di aver ispezionato il "database elettronico", che contiene i dettagli dei test e dei risultati, e mostra come la positività iniziale di Djokovic e il successivo risultato negativo sono entrambi validi.

Alcuni media stranieri, tra cui il giornale tedesco Der Spiegel e la BBC, avevano riportato discrepanze nei numeri di serie dei test effettuati da Djokovic prima del suo viaggio in Australia, suggerendo possibili irregolarità nel modo in cui erano stati rilasciati, ma gli alti funzionari sanitari serbi hanno confermato la validità dei test di Djokovic e hanno aggiunto un altro capitolo nella guerra diplomatica in atto.

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Djokovic è stato espulso e non ha giocato agli Australian Open dopo 11 giorni di battaglia legale a causa della validità dell'esenzione medica: per entrare nel paese Nole ha presentato un test positivo COVID-19 rilasciato in Serbia il 16 dicembre per l'esenzione, sulla base del fatto che aveva recentemente contratto il virus; ma il 34enne non è vaccinato e il governo australiano ha successivamente deciso di annullare il suo visto, affermando che la sua presenza in Australia avrebbe suscitato sentimenti no-vax.

In questo modo Djokovic non ha potuto difendere il titolo a Melbourne e a vincere l'Australian Open ci ha pensato Rafa Nadal, che si è aggiudicato il 21° titolo del Grande Slam maschile staccando il serbo e Roger Federer a 20. Questo sorpasso, secondo alcuni, avrebbe portato Novak a cambiare idea e presto potrebbe vaccinarsi.

Quello che è accaduto in Australia è una ferita aperta in Serbia, dove Djokovic è adorato: da quando è tornato a casa, Nole è stato visto visitare chiese e partecipare alle liturgie sia in Serbia che nel vicino Montenegro. Nelle prossime ore incontrerà il presidente Aleksandar Vučić, che si è scagliato più volte apertamente contro le autorità australiane per il trattamento riservato a Nole. Una vicenda di cui si parlerà ancora a lungo.

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