Il Telegraph sporca ancora Sinner: “Orribile avere due squalificati per doping in finale a Wimbledon”

La vicenda della positività al Clostebol di Jannik Sinner è ormai chiusa definitivamente – dopo la squalifica di tre mesi del numero uno al mondo, ma soprattutto dopo che la stessa Agenzia Mondiale Antidoping (che aveva fatto ricorso contro la prima assoluzione dell'ITIA) ha riconosciuto in tutte le salse che "si trattava di un caso che era ad anni luce di distanza dal doping" e che il campione azzurro pagava solo per responsabilità oggettiva la leggerezza del suo team – eppure evidentemente qualcuno ha ancora del veleno residuo e decide di spruzzarlo alla vigilia della finale del torneo di Wimbledon, che vedrà Sinner affrontare domenica Carlos Alcaraz.
L'editoriale durissimo del Daily Telegraph contro Sinner e Swiatek: "Immagine orribile per Wimbledon"
Il Daily Telegraph, storico quotidiano britannico con una linea editoriale tradizionalmente conservatrice, pubblica oggi un editoriale durissimo in cui prova a sporcare ancora Sinner, e assieme a lui anche Iga Swiatek, impegnata a sua volta nella finale del torneo femminile contro Amanda Anisimova. Basta il titolo per capire dove si vuole andare a parare: "Orribile immagine per Wimbledon avere due giocatori con precedenti per doping in finale". Peraltro la foto (sia del tweet che del pezzo) è quella del 23enne altoatesino.
"Ci saranno due elefanti nella stanza quando Iga Swiatek e Jannik Sinner scenderanno sul Centre Court per disputare le loro prime finali di Wimbledon in questo fine settimana – recita l'attacco del pezzo – Per la prima volta nella storia del torneo, e dei tornei del Grande Slam, due giocatori che hanno scontato squalifiche per doping competeranno per i titoli di singolare maschile e femminile. La circostanza che entrambi siano vincitori di più tornei dello Slam e fossero numeri uno al mondo quando hanno fallito i test antidoping l'anno scorso ha reso ancora più controverso il fatto che possano conquistare il più grande premio del tennis".
"Per alcuni dei loro rivali, sono fortunati a essere a Wimbledon dopo aver evitato lunghe esclusioni dal gioco per la scoperta di sostanze vietate nei loro organismi. Il malcontento per le rispettive sospensioni di un mese e tre mesi è stato aggravato dal modo in cui i loro casi sono stati risolti. Ciò include il fatto che le sanzioni sono state offerte, anziché imposte, e che hanno potuto scontare le squalifiche quando più conveniva loro, senza perdere nessun evento del Grande Slam", continua l'articolo, che poi ripercorre l'iter processuale di Sinner e Swiatek, facendo intendere che entrambi abbiano goduto di trattamenti di favore negati ad altri, anche per quanto riguarda il non aver reso immediatamente pubblico il loro caso.

Ovviamente, come è stato più volte detto e spiegato con chiarezza a proposito della vicenda Sinner, anche nel suo caso i regolamenti sono stati applicati alla lettera, senza nessun favoritismo: dalla possibilità di fare ricorso contro la sospensione entro i (rapidi) termini previsti, all'istituzione di un tribunale indipendente col parere di fior di esperti, alla possibilità prevista di patteggiare con la WADA.
Ma soprattutto associare ancora la parola doping a Jannik per una positività che nulla a che fare con l'intenzionalità di migliorare le proprie prestazioni, né avrebbe potuto farlo nella dose riscontrata che era inferiore a un miliardesimo di grammo, è un'operazione davvero sporca, quella sì.