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Il rapporto di Sinner con un membro del suo staff: “Lo odio”. La risposta: “È un male necessario”

Se Jannik Sinner è arrivato al numero 2 della classifica mondiale è certamente merito dei suoi colpi da campione, ma la crescita fisica è stata parimenti clamorosa: lo odierà pure, ma Umberto Ferrara è uno dei segreti dell’ascesa dell’altoatesino nell’olimpo del tennis.
A cura di Paolo Fiorenza
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Reduce dal successo a Miami con annessa conquista del numero 2 nella classifica mondiale, Jannik Sinner si sta allenando a Montecarlo in vista dell'esordio stagionale sulla terra battuta che avverrà proprio nel torneo del Principato. Il mirino è puntato su Roma e Parigi, oltre che sulla prima posizione di Novak Djokovic, ma intanto bisogna darci dentro col lavoro, sia in campo che in palestra. Un aspetto della vicenda, quest'ultimo, che non fa fare salti di gioia al 22enne altoatesino, visto quanto lo fa soffrire il preparatore Umberto Ferrara. "Lo odio", dice scherzando Jannik nell'intervista concessa a Vogue.

Una battuta riportata poi a Ferrara, che è consapevole che tocca a lui – nel nutrito staff che segue Sinner – la parte del ‘torturatore': "Lo so, lo so. Ma Jannik è un ragazzo molto intelligente. Sa che è un male necessario". E certamente lo è, visto che non si ottengono i risultati clamorosi del campione azzurro – una sola sconfitta quest'anno a fronte di 21 vittorie, col primo Slam vinto in carriera in Australia e poi i trionfi a Rotterdam e Miami – senza una componente fisica che possa sostenere al massimo livello i colpi e la testa di Sinner.

Jannik Sinner con Umberto Ferrara a Melbourne dopo aver vinto l'Australian Open
Jannik Sinner con Umberto Ferrara a Melbourne dopo aver vinto l'Australian Open

Grazie al lavoro perfettamente calibrato del suo preparatore, il bolzanino ha messo qualche chilo di muscoli, ma non diventerà mai un maciste del tennis: "Sto cercando di diventare più forte, ma non più grosso – spiega – Credo che il mio punto di forza sia la flessibilità che ho negli scatti". Quanto alla solidità mentale, lì siamo già messi benissimo, come abbondantemente dimostrato dai tre match point consecutivi annullati a Djokovic in Coppa Davis e poi ribadito nell'ultima striscia di risultati positivi.

Ma anche qua c'è tanto lavoro dietro, come spiega ora Jannik. Il punto di svolta, molto doloroso, è stato la sconfitta al quinto set negli ottavi dello US Open 2023 contro Zverev: "È stato un momento difficile per me dal punto di vista psicologico, perché sentivo che mi stavo avvicinando all'obiettivo. Da quel momento, ho iniziato a lavorare su me stesso, sulla parte psicologica. È facile dire di qualcuno che è psicologicamente forte, ma dentro di me pensavo: ‘Sono forte dal punto di vista psicologico, ma credo di dover migliorare'. E così ho iniziato ad accettare i miei errori. E ho cercato di lavorare su queste piccole cose, che a un certo punto possono fare la differenza".

Jannik Sinner col trofeo vinto all'ATP 1000 di Miami
Jannik Sinner col trofeo vinto all'ATP 1000 di Miami

Sinner ha lavorato così bene per poter arrivare ad avere nervi d'acciaio nei momenti decisivi delle partite, che adesso può affermare senza nessuna paura: "Mi piace ballare nella tempesta della pressione. Questa pressione va presa in modo positivo. Devi essere gentile con lei. Devi fare amicizia. Se la odi, allora non sei nel posto giusto". Lui al posto giusto lo è quasi: il numero 1 del tennis mondiale lo aspetta.

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