Torneo di Wimbledon 2025

Il primo maestro di Sinner: “Da piccolo ha sacrificato la sua gioventù mentre gli altri uscivano”

Parla a Fanapge.it Heribert Mayr, maestro di tennis di Jannik Sinner dai 7 ai 13 anni: “La forza di Jannik è la testa – spiega -, un altro avrebbe potuto non riprendersi così velocemente dopo la sconfitta di Parigi, ma lui è sereno, come lo era da bambino, quando gioca a tennis”.
A cura di Chiara Daffini
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Heribert Mayr, maestro di tennis
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La finale, seppur a malincuore, l'ha guardata dal divano di casa, ma il cuore di Heribert Mayr, maestro di tennis di Jannik Sinner nel periodo dai 7 ai 13 anni, era sul campo di Wimbledon insieme all'allievo che mai avrebbe immaginato di vedere campione mondiale. "Che sarebbe potuto diventare un ottimo giocatore era innegabile – rivela Mayr a Fanpage.it -, ma mai avrei pensato che arrivasse dove è ora. In finale Jannik ha dominato Alcaraz – dice Mayr con orgoglio -. Già dal secondo set in poi Alcaraz non sapeva più cosa fare, Jannik l’ha messo sotto pressione".

In questa gara lo ha visto mettere in pratica ciò che lei gli aveva insegnato?

"Gli ho insegnato dritto, rovescio, servizio e tutto quanto, ho fatto quello che ho potuto, poi è andato da Riccardo Piatti, è stato lui a costruirlo e poi alla fine Simone Vagnozzi e Darren Cahill: ognuno ha fatto il suo, ma Jannik già da piccolo non andava mai dietro la riga di fondo campo, stava sempre lì a far pressione poi col rovescio ha fatto i punti, già a quei tempi".

E lei in quel momento, che cosa pensava?

“Se non molla, se continua così, vince il primo slam sull'erba. Infatti ha continuato così, non ha mollato e così ha vinto".

Se lei ricorda quel ragazzino che allenava, si sarebbe mai aspettato che l'avrebbe visto arrivare fino a qui?

"No – dice ridendo -, che avrebbe potuto diventare un ottimo giocatore sì, ma che diventasse numero uno del mondo mai".

Jannik Sinner da bambino insieme all’allora maestro di tennis Heribert Mayr
Jannik Sinner da bambino insieme all’allora maestro di tennis Heribert Mayr

Che cosa direbbe adesso a quel ragazzino?

"Gli farei gli auguri e i complimenti, perché con la sua volontà e con la sua grinta, con la sua voglia è riuscito a essere il numero uno del mondo, ovviamente facendo grandi sacrifici: dalla sua gioventù ha avuto niente, proprio zero, ha sacrificato tutta la sua giovinezza. Gli altri uscivano, lui era sempre ad allenarsi, doveva andare a letto presto…".

Quando è stata l'ultima volta che l'ha visto o che l'ha sentito?

"L'ho visto a Torino, alle Finals, a novembre 2024. Ci siamo parlati e sono stato anche nello spogliatoio, è stato lui a invitarmi. Gli ho detto che sono molto orgoglioso di lui e che continui così che lui è uno che dall'anno prossimo potrebbe vincere anche lo Slam. Secondo me a New York farà sicuramente bene perché è il suo terreno preferito e poi per l’anno venturo vediamo".

La più grande forza di Jannik Sinner e il suo lato più fragile, quello su cui deve sempre stare attento.

"Il suo punto di forza è la testa, la volontà di migliorare sempre, di lavorare. Il suo punto debole… Non credo ne abbia. Perché anche dopo una sconfitta così a Parigi, un altro forse ci avrebbe messo più tempo per tornare nuovamente in vetta. Lui invece è andato male a Halle, poi abbiamo visto che ha vinto Wimbledon. Quando perde lui continua a lavorare sa quello che ha sbagliato e cerca di migliorare quegli aspetti lì. A lui piace giocare a tennis:come già da bambino, è sereno quando è in campo".

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