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Djokovic rinchiuso in un centro per migranti: “Stanza sporca e piena di insetti, è disumano”

Djokovic in Australia è stato mandato in una struttura che solitamente ospita rifugiati e richiedenti asilo, nella sua stanza avrebbe visto anche degli insetti.
A cura di Alessio Morra
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L'affaire Djokovic si infittisce ogni giorno che passa. Il numero 1 del mondo per il momento è bloccato in una struttura in cui solitamente finiscono i rifugiati o i richiedenti asilo, è lì perché dopo un lungo tira e molla è sceso dall'aereo che lo ha portato a Melbourne. Il volo era partito martedì, quando Djokovic aveva annunciato di aver ottenuto l'esenzione medica per disputare gli Australian Open, ma quando mercoledì è sbarcato non è potuto scendere. Perché non ha presentato la documentazione necessaria per dimostrare che l'esenzione medica era legittima. Alla fine il tennista è sceso dall'aereo, e ha presentato ricorso. Il ricorso verrà valutato lunedì prossimo e nell'attesa Djokovic è finito in una sorta di limbo, che certo non è un albergo a cinque stelle.

La storia è ormai nota. Gli Australian Open hanno chiesto ai giocatori di vaccinarsi per giocare il torneo, chi era senza vaccino non avrebbe giocato, a meno che non presentasse una documentazione valida per ottenere un'esenzione. Djokovic ha fatto capire che il vaccino non l'avrebbe fatto, ma alla fine ha ottenuto un'esenzione, già quando l'ha ottenuta le polemiche sono esplose. Il governo australiano non l'ha presa bene e blocca Djokovic in aeroporto, è stato tenuto per ore sull'aereo. Nole è stato poi respinto, ma ha presentato un ricorso e a quel punto il braccio di ferro è diventato quasi un fatto personale. Con Djokovic che sfida l'Australia, spalleggiato dalla famiglia e soprattutto dal presidente della Serbia Vukic che ha accusato le autorità australiane di aver trattato male Djokovic e le parole sono state di fuoco.

Papà Djokovic ha detto che il figlio ‘è stato tenuto prigioniero', poi ha detto che Nole è lo Spartacus dei giorni nostri: ‘"Sarà il liberatore dei popoli oppressi". Ma intanto dall'Australia si viene a sapere che Djokovic non è tecnicamente in un albergo lussuoso, ma è nell'Hotel Park (curiosamente non lontano dal Melbourne Park dove si terranno gli Australian Open) che di fatto è un centro in cui alloggiano i rifugiati o i richiedenti asilo. E le condizioni non sarebbero le migliori, Djokovic, che è senza portafoglio e documenti e che non ha effetti personali perché tutta la sua roba è in aeroporto, avrebbe notato anche degli insetti nella sua stanza. Lì dovrà rimanere fino a quando non sarà esaminato il suo ricorso dalla Corte Federale.

Djokovic, che in questi ultimi giorni è stato uno degli uomini più chiacchierati e criticati al mondo, ha decine di tifosi e sotto l'albergo che lo ospita si sono radunate decine di persone in una specie di veglia, i suoi fan (in particolare gli australiani) vogliono fargli sentire il proprio affetto.

La madre di Djokovic Diana ha detto di aver saputo che il figlio è stanco e stressato e che adesso sta cercando di dormire e soprattutto ha aggiunto che: "Mio figlio è tenuto prigioniero. Il posto dove sta è sporco, pieno di insetti. Non riesce a dormire. Il cibo è terribile. Non è giusto, non umano".

Mentre il fratello di Djokovic, cioè Djordie ha detto: "Mio fratello Novak viene trattato come un criminale, ma aveva lo stesso visto degli altri giocatori a cui era stato concesso di entrare in Australia. È il più grande atleta serbo di tutti i tempi. Questo è uno scandalo. Gli hanno tolto il telefono per tre ore e mezza, non ha commesso alcun reato e gli hanno tolto tutto". 

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