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Australian Open

Djokovic difende il padre a spada tratta: “Il suo gesto mal interpretato, non sostiene la guerra”

Novak Djokovic, alla vigilia della finale degli Australian Open 2023 con Tsitsipas, difende il padre, immortalato nei giorni scorsi in un video con dei sostenitori della Russia e filo Putin. Djokovic spera che il padre sia in tribuna durante la finale.
A cura di Alessio Morra
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Novak Djokovic si appresta a disputare la decima finale degli Australian Open della sua carriera, le precedenti le ha vinte tutte. Tsitsipas è avvisato. Il tennista serbo vuole vincere per una serie di motivi, sa di avere di carte in regola per riuscirci. Sta giocando alla grande a Melbourne, nonostante sia un po' troppo nervoso. In tre occasioni ha avuto modo di litigare con gli arbitri. Alla vigilia della finale però l'ex numero 1 del mondo ha parlato delle vicissitudini del padre, che è stato immortalato in un video con dei tifosi russi, uno di questi indossava una maglia con sul petto la ‘Z' il simbolo dell'operazione militare della Russia in Ucraina.

In occasione del match dei quarti di Djokovic con Rublev, che è stato piallato, il papà del fortissimo tennista serbo, Srdjan, è stato immortalato e ripreso mentre posava con degli attivisti russi pro-Putin all'esterno della Rod Laver Arena. Nel video lo si vede parlare con questi tifosi che portano delle bandiere e cantano messaggi di sostegno al leader russo e in quel video papà Djokovic sembra dire "Lunga vita ai russi", come confermato dal The Age and the Herlad che ha convocato un'esperta di lingue slave che ha confermato quella prima impressione.

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Per non alimentare le polemiche papà Djokovic non si è presentato alla semifinale, vinta facilmente con Tommy Paul, ma in finale potrebbe esserci. Nell'attesa di scoprire se sarà nel box del figlio sono arrivate le parole del tennista che ha difeso a spada tratta il papà: "Non c'era alcuna intenzione di essere associati a quegli attivisti. È stato un peccato che l'interpretazione errata di ciò che è accaduto sia diventata di portata mondiale".

Djokovic non è venuto a sapere di ciò subito, ma oltre un giorno dopo: "Ci sono state, direi, molte conversazioni con il direttore del torneo, con i media, ma a me è arrivato solo giovedì notte e non mi ha fatto piacere vederlo". L'ex numero 1 ATP ricorda il passato vissuto da lui e dalla sua famiglia che hanno incontrato nelle loro vite la guerra che ha portato alla dissoluzione della Jugoslavia: "Mio padre, tutta la mia famiglia e io abbiamo attraversato la guerra negli anni '90. Come mio padre ha dichiarato, siamo contro la guerra; non sosterremo mai alcuna violenza o alcuna guerra. Sappiamo quanto sia devastante per ogni famiglia; per le persone che in qualsiasi paese vivono la guerra”.

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Poi il tennista 21 volte vincitore dello Slam ha dato un'interpretazione dei fatti: "C'erano molte bandiere serbe in giro. Questo è quello che pensava. Pensava di fare delle foto con qualcuno della Serbia. Questo è tutto. È andato avanti".

Nella speranza che il papà sia in tribuna a tifare per lui, Djokovic dice apertamente che queste polemiche non lo agevolano: "Non è piacevole per me affrontare tutto questo con tutte le cose che ho dovuto affrontare l'anno scorso. Non è qualcosa che voglio o di cui ho bisogno. Spero che la gente lo lasci fare e che possiamo concentrarci sul tennis. Spero di averlo con me e spero che si senta bene per essere in campo perché mi piacerebbe averlo lì per le finali".

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