Davidovich stizzito dopo l’esclusione dalla Coppa Davis: “Sono al mio massimo, meritavo il posto”

C'è chi dice no, legittimamente, e chi invece dopo la sorprendente esclusione dai convocati per le Final Eight di Coppa Davis, in programma a Bologna dal 18 al 23 novembre, rosica. Alejandro Davidovich Fokina sta vivendo la miglior stagione della sua carriera, attualmente è numero 18, best ranking, ha vinto 38 partite, disputato 3 finali ATP (tutte perse), ma non gli è bastato per convincere capitan Ferrer, che lo ha escluso a sorpresa ‘evitando' di formare un duo quasi imbattibile con Carlos Alcaraz. La sua delusione lo spagnolo, di origini russe, l'ha espressa a parola in un'intervista a Marca.
"Accetto la decisione di Ferrer, ma gli avevo detto che poteva contare su di me"
Ferrer ha ottenuto il sì di Alcaraz, che non era scontato, e ha convocato pure i terraioli Munar e Martinez, oltre al doppista Granollers. Può sceglierne un altro di giocatore, perché i convocabili sono cinque. La porta tecnicamente è aperta per Davidovich che non si aspettava l'esclusione: "È stata una decisione del capitano e la rispetto. Ovviamente, mi sarebbe piaciuto essere nella squadra a rappresentare il mio Paese, ma questa volta ha deciso di includere altri giocatori, David mi ha chiamato una settimana fa per dirmi che non avrebbe contato su di me per la prima squadra. Prima di quella chiamata, gli avevo già detto che poteva contare su di me, ma alla fine è stata una sua decisione e l'ho accettata".
"Sono al mio massimo, meritavo il posto in squadra"
Dopo aver elogiato i compagni che saranno a Bologna e dichiarato che farà il tifo per loro, però, ha rincarato la dose contro capitan Ferrer: "Sono al mio massimo ranking, numero 18 al mondo, e sono il secondo in Spagna. Pensavo di meritare il posto tra i quattro migliori del mio Paese, con tutto il rispetto per i miei compagni di squadra".
Il tennista aveva dato buca due volte alla Spagna
Davidovich forse paga il mancato sì alle convocazioni ricevute a febbraio (per la sfida in Svizzera) e a settembre (nel playoff con la Danimarca). Ferrer faceva tanto affidamento in lui visto che mancava Alcaraz, ma ci furono due forfait, che prova a motivare: "Ho saltato quelle qualificazioni a causa di problemi fisici. Quest'anno ho gareggiato senza sosta e i miei ritiri a Toronto e Cincinnati sono stati un segnale d'allarme per le mie condizioni. Il capitano era a conoscenza di tutto ed era in contatto con me e la mia squadra".