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Australian Open

Crede di aver vinto ma non conosce le regole, disagio agli Australian Open: ridono tutti

Il match di secondo turno del singolare femminile degli Australian Open tra Danielle Collins e Karolina Muchova ha vissuto momenti incredibile nel super tie-break, quando l’americana ha festeggiato il successo prima di averlo ottenuto. Collins non conosceva il regolamento ed era convinta di aver vinto, ma aveva bisogno di altri tre punti per passare ai sedicesimi.
A cura di Alessio Morra
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Il programma degli Australian Open è stato stravolto dalla pioggia, oltre che dall'eliminazione di Nadal. Pioggia che ha colpito Melbourne martedì e mercoledì, pioggia che Sinner spera di non incrociare più e che ha fatto seguito a un caldo eccessivo. Diverse partite di primo turno si sono tenute nella terza giornata, in cui più di un match è terminato tardissimo. Oltre l'una di notte si sono chiusi tre incontri: due maschili, compreso quello di Sonego che ha disputato un match straordinario ma è stato battuto al quinto da Hurkacz e uno del singolare femminile che ha riservato un finale particolare, perché è accaduto qualcosa di anomalo. Perché una delle due giocatrici ha esultato pensando di aver vinto, ma non era così. Probabilmente a causa della stanchezza aveva dimenticato il regolamento.

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Sul Grand Stand sono scese in campo circa alle ventidue ora locale Danielle Collins, finalista a sorpresa un anno fa, e Karolina Muchova, giocatrice della Repubblica Ceca. Le due tenniste hanno disputato un match molto intenso, ma soprattutto di alto livello, con tantissimi vincenti. Entrambe sono giocatrici che prediligono attaccare e non si fanno troppi problemi quando devono tirare il vincente.

Muchova parte forte e fa capire alla giocatrice americana, molto più in alto in classifica, che venderà cara la pelle. Il primo set si chiude al tie-break, che viene vinto dalla sfavorita Muchova. Collins reagisce e velocemente vince il secondo set con il punteggio di 6-2. Il terzo set è equilibratissimo, si gioca sul filo del punto. Da un momento all'altro sembra sempre che possa arrivare il break decisivo. Occasioni grosse non ce ne sono, ma momenti dove il braccio trema sì. Il super tie-break decide l'incontro.

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Collins parte meglio, è più forte, più sicura e più preparata a questo tipo di incontri. Subito un mini-break, poi si invola sul 6-3. L'americana in quel momento è al servizio ed evidentemente pensa di avere matchpoint. Perché, per chi non è troppo addentro alle vicende tennistiche il tie-break lo vince chi arriva per primo a vincere 7 punti (con almeno due di vantaggio).

Ma da un paio d'anni nei tornei del Grande Slam è stato istituito il super tie-break. Ciò significa che in caso di tie-break decisivo vince chi conquista per primo 10 punti (e non 7).

L'americana, che soffre anche per un problema fisico alla coscia, dopo aver vinto uno scambio da fondo si porta sul 7-3. Si avvicina così al successo, ma pensa in realtà di averlo ottenuto, pensando che sia un tie-break come tutti gli altri.

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Alza le mani, esulta, ha vinto, o meglio crede di averlo fatto. Ma mentre esulta però non sente l'arbitro annunciare il suo successo. Si guardano, lei chiede perché non ha vinto, magari pensa che il punto non è il suo. Il giudice di sedia le dice che non ha vinto e che il super tie-break si chiude quando una delle giocatrici arriva a quota 10 punti. E la delusione sul volto dell'americana si trasforma in un incredulo quanto splendido sorriso. Mentre il pubblico, che conosce le regole, sorride di gusto.

Impiega un po' per riprendere la retta via. In fondo aveva immaginato di aver chiuso l'incontro. Muchova sale sul 5-7, ma Collins vuole vincere e questa partita la vince due volte, chiude il tie-break 10 punti a 7. È al terzo turno dopo una battaglia di tre ore. Stavolta quando vince l'ultimo punto sorride e festeggia davvero, sapendo pure che il super tie-break è diverso da tutti gli altri.

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