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Che significa la frase di Sinner “cerco di giocare con il punteggio”: richiede una padronanza profonda

Jannik Sinner ha detto a Parigi che sta cercando di “giocare con il punteggio” durante le partite, per il bene della sua carriera. È qualcosa che hanno fatto altri grandi campioni prima di lui, come spiega Boris Becker parlando del lavoro fatto con Novak Djokovic: “Arrivava esausto”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Jannik Sinner è sbarcato a Torino, dove la prossima settimana sarà impegnato da ‘defending champion' nelle ATP Finals, con una piccola chance (in base ai risultati di Carlos Alcaraz) di riuscire a recuperare il numero uno al mondo che perderà nuovamente domenica prossima dovendo scartare i 1500 punti messi in cascina con la vittoria dello scorso anno. Il 24enne campione azzurro sta approfittando di questi giorni per recuperare il più possibile dopo la doppietta Vienna-Parigi, che aveva fatto seguito al ritiro di Shanghai contro Griekspoor. Più partite vinci, più ne giochi e più il tuo corpo si usura, presentandoti il conto. Se non lo fa nell'immediato, lo farà negli a venire (basti pensare agli acciacchi di Federer e Nadal, ma anche dello stesso Djokovic che pure resiste stoicamente). Per questo Sinner sa che i vincitori seriali come lui devono imparare a gestirsi, non solo tra una partita e l'altra e tra un torneo e l'altro, modulando allenamento, riposo e anche qualche giorno di necessaria vacanza per staccare, ma anche nel corso degli stessi match. È esattamente questo il senso di quel "giocare con il punteggio", cui Jannik ha accennato dopo la vittoria con Shelton nei quarti di Parigi.

Cosa ha detto Jannik Sinner a Parigi: "Cerco di giocare con il punteggio, per la mia carriera". Che significa

"Cerco di giocare anche un po' con il punteggio, che sicuramente sarà una chiave per la mia carriera", ha detto Sinner poco dopo il match stradominato con l'americano. Con una parola sottintesa: "allungare" la carriera. Cercare insomma di entrare in modalità ‘risparmio energetico' quando l'esito della partita, appunto il punteggio in un determinato momento, lo consente. Cosa abbia voluto dire Jannik lo spiega chiaramente Ivan Ljubicic: "Giocare col punteggio significa che quando è avanti un set e un break, molla un attimo l'acceleratore, non corre su tutte le palle al massimo, magari cerca di fare qualche ‘serve and volley', accorciare un po' gli scambi, risparmiare le energie. È una cosa che fanno i grandi, non è un segreto, ci vuole esperienza, ci vuole tantissima fiducia, lasciare un po' l'acceleratore. Si vede che lui comincia a farlo, potrebbe allungargli la carriera". Per farlo, bisogna ovviamente avere una padronanza profonda del gioco e delle proprie risorse fisiche e tecniche, parliamo di livelli altissimi. Sinner appartiene a quel club ristrettissimo di campioni.

L'ex tennista e coach croato fa l'esempio di un altro campione che conosce molto bene per averlo allenato per sette anni, fino al termine della carriera: "Il mio ex allievo Federer ha vinto 110 partite sotto l'ora di gioco, una cifra incredibile, allucinante – dice a ‘Sky' – Questo è un altro modo di risparmiare le energie, puoi anche spingere l'acceleratore al massimo se riesci a vincere facilmente, sono tutti modi per i grandi campioni – quando capiscono che l'esito della partita non è in dubbio – per risparmiare le energie, perché servono, non solo per questa settimana o questa stagione. Loro pensano anche a lungo termine, quindi ad allungare la carriera".

Lo stesso Sinner ha ribadito poi il concetto dopo la finale vinta a Parigi contro Auger-Aliassime, parlando dei miglioramenti al suo gioco ai quali sta lavorando dopo lo US Open perso per mano di Alcaraz: "Nelle partite devi trovare un buon equilibrio, non puoi sempre provare qualcosa di nuovo o d'altro canto giocare solo per vincere ogni punto. Cerco di giocare pensando al punteggio: se sono in vantaggio di un break, cerco di essere più aggressivo". Ovvero prendere più rischi, ‘forzando' qualche soluzione per chiudere prima il punto senza trascinare a lungo lo scambio.

L’arrivo di Jannik Sinner lunedì sera all’hotel Principi di Piemonte a Torino
L’arrivo di Jannik Sinner lunedì sera all’hotel Principi di Piemonte a Torino

Tutti i campioni lo hanno fatto prima di lui, Becker racconta il lavoro con Djokovic: "Arrivava esausto"

Quanto i campioni lavorino su questo aspetto, lo spiega anche Boris Becker, intervenuto al podcast ‘High Performance'. Il tedesco, che è entrato nel team di Novak Djokovic da fine 2013 a fine 2016, periodo in cui il serbo ha vinto sei titoli del Grande Slam, racconta come abbiano lavorato su qualcosa che andava proprio in quella direzione: "Novak vinceva sempre, ma ci metteva quattro o cinque ore. Nel momento in cui io l'ho incontrato, lui ha perso il numero uno con Nadal. Perché nelle semifinali, in finale, era esausto. Quindi dovevo trovare una tecnica diversa, uno stile diverso per farlo vincere più velocemente. Questo significava stare più vicino alla linea di fondo, lui era sempre molto dietro. È per questo che ci metteva quattro o cinque ore. Ma per farlo giocare sulla linea di fondo, devi cambiare un po' la tecnica. Tutto deve essere più veloce. Tutto deve essere in movimento in avanti".

Boris Becker con Novak Djokovic nel 2020, una partnership di successo
Boris Becker con Novak Djokovic nel 2020, una partnership di successo

"Sono riuscito anche a spiegargli l'importanza del servizio – continua Becker – Il servizio nel tennis è l'unico colpo che non dipende dall'avversario. Decidi tu come vuoi servire. E se servi bene, vincerai più velocemente e risparmierai energia. Questo non si può migliorare in un giorno o in una settimana, ci vuole un po' di tempo. Perché prima vinceva, ma si è reso conto che vincere in due ore e arrivare in semifinale fresco, le possibilità erano più alte per lui di vincere. Ed è esattamente quello che è successo". E Sinner sa che imparare dai più grandi è la strada non solo per la gloria, ma anche per la longevità sportiva.

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