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Azarenka agli Australian Open con la maglia del PSG, lo fa per il figlio: “Non me ne vergogno”

Agli Australian Open 2023, Vika Azarenka ha spiegato il perché indossa la maglia della squadra di Messi. È una vera e propria ultrà del figlioletto.
A cura di Marco Beltrami
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Gli Australian Open sono iniziati bene per Victoria Azarenka, che nel derby tra ex vincitrici del primo Slam della stagione, ha superato in due set Kenin. Vika due volte trionfatrice in Australia e 24a testa di serie del tabellone, sfiderà al secondo turno Podoroska. La giocatrice bielorussa ancora una volta ha mostrato un outfit particolare, sfoggiando la maglia della squadra di calcio del Paris Saint-Germain in conferenza stampa. A cosa è dovuta questa curiosa scelta? Lo ha spiegato la stessa tennista ai giornalisti presenti.

Già ad Adelaide, Azarenka entrò in campo con la divisa bianca della formazione della Tour Eiffel in cui milita il campione del mondo Messi. In quell'occasione il giudice di sedia la invitò a modificare il suo look in campo. Ecco allora che la tennista classe 1989 è tornata ad indossare la casacca calcistica dopo l'esordio vincente agli Australian Open 2023. Inevitabili dunque le domande sul perché di questa curiosa scelta, legata anche al figlioletto di Azarenka.

L'ex numero 1 del mondo ha spiegato tutto il suo amore per il PSG, e soprattutto del legame tra il piccolo Leo e i colori dei Bleus. Un amore nato in particolare, quando al Parco dei Principi è arrivato uno dei suoi campioni preferiti: "Tifo dal 2012, da quando Beckham ha firmato per il club". Una passione trasferita anche a suo figlio: "Leo è estremamente appassionato di calcio ora. Vuole giocare nel Paris St Germain, questo è il suo sogno. Sono una mamma tifosa di calcio ora e lo adoro".

Tanto pacata e "amichevole" in occasione delle sue partite di tennis, Azarenka si scatena quando il figlio gioca a calcio diventando una vera e propria ultrà. Un atteggiamento di cui non si vergogna assolutamente: "Non mi vergogno di urlare per lui. Voglio che faccia bene. Voglio che realizzi i suoi sogni. È stata una bella esperienza per me, andare alle sue partite, per esempio. Quindi, sì, ho anche chiesto: ‘Leo, ti piace quando la mamma ti sostiene?' Disse: ‘Sì, mi piace, mamma'. ‘Non sono troppo rumoroso?' Disse: ‘Beh, a volte, ma va bene. Mi piace. È un'emozione completamente diversa per me sostenere mio figlio. Non mi vergogno a urlare per lui, come zero. Ma sono molto favorevole".

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