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Alcaraz rivela: “Ho ricevuto tanto odio, me ne sono andato a Cancun. Dicevano: ma che gli succede?”

Alcaraz spiega come una vacanza in famiglia dopo la sconfitta di Miami lo abbia aiutato a ritrovare motivazione, concentrazione e nuovi successi: da Cancun al trionfo al Roland Garros e poi al Queen’s, prima di Wimbledon.
A cura di Marco Beltrami
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Carlos Alcaraz non perde un match dal 20 aprile, quando si arrese nella finale di Barcellona a Holger Rune. Da allora sono arrivate 18 vittorie consecutive, con tre tornei messi in fila: Roma, Roland Garros e, ultimo, il Queen’s. Il ko con il danese è l’unico in una striscia di 28 match disputati, a conferma di un cambio di marcia significativo dopo l’inaspettata battuta d’arresto di fine marzo a Miami contro Goffin. Dopo l’ultimo successo, Carlitos è tornato a parlare di quanto accaduto dopo quel clamoroso tonfo, con le critiche ricevute per la sua scelta di andare in vacanza con la famiglia.

Alcaraz e la vacanza rigenerante a Cancun con la famiglia

Questa volta non si parla di un altro "chiacchierato" viaggio a Ibiza con gli amici più stretti, ma di una sorta di gita rigenerante con i parenti. Dopo la sconfitta inaspettata all'Hard Rock Stadium, Alcaraz deluso aveva deciso di allontanarsi temporaneamente dal campo, approfittando dell’affetto e del calore dei suoi cari. Questa scelta, a suo dire, gli è costata molte critiche: molti lo hanno attaccato per non aver ripreso immediatamente gli allenamenti.

Le sue parole non lasciano spazio a dubbi: "Ho ricevuto tantissimo odio quando ho perso a Miami. Invece di allenarmi subito dopo, ho deciso di prendermi una pausa e sono andato a Cancun con la mia famiglia. E lì ho ricevuto ancora più odio, perché molta gente ha iniziato a dire: ‘Ma che sta succedendo con questo ragazzo? Ha appena perso al primo turno e non si allena, non torna subito in campo per migliorarsi?'".

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La striscia vincente di Carlos Alcaraz, tre tornei di fila fino al Queen's

D’altronde i fatti e i risultati gli hanno dato ragione: da allora, Alcaraz è apparso inarrestabile, con l’unica sbavatura rappresentata dalla finale di Barcellona. La scelta dunque si è rivelata azzeccata: "Credo invece che quella sia stata la chiave: cinque o sei giorni completamente lontano dal tennis, senza prendere la racchetta in mano, senza andare in campo. Solo una vacanza con la mia famiglia, per spegnere il cervello e pensare a cosa avrei potuto fare meglio".

Una pausa dunque rivelatasi funzionale, così come quella post successo al Roland Garros, di tutt’altra natura, visto che si è recato a Ibiza con gli amici di sempre. Lo stesso Sinner, dopo la finale di Parigi, ha confermato l’importanza di staccare qualche giorno, concedendosi all’affetto dei parenti più stretti. Niente di meglio per ritrovare serenità e fiducia.

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