Adriano Panatta bacchetta Sinner ed elogia Alcaraz: “Bella mossa Carletto, hai visto giusto”
Jannik Sinner è tornato a Monte Carlo dopo il ritiro nel terzo turno del torneo 1000 di Shanghai contro Griekspoor: il 24enne campione azzurro ha gettato la spugna nel terzo set a causa dei crampi, andandosi ad aggiungere ai tanti tennisti e tenniste che in questo finale di stagione stanno pagando dazio con ritiri, talora anche drammatici, nel contesto di un calendario dove si gioca sempre di più. Uno scenario aggravato dalle condizioni di caldo e umidità devastanti in cui si giocano i tornei di questo periodo in Estremo Oriente: alla luce di tutti questi elementi, Adriano Panatta bacchetta Sinner per non aver fatto la stessa scelta di Carlos Alcaraz, ovvero sacrificare qualcosa (e quindi anche soldi, che sono tanti, visto che i primi al mondo prendono gettoni di presenza di centinaia di migliaia di euro offerti loro dagli organizzatori solo per partecipare), per salvaguardare il proprio fisico.
Adriano Panatta elogia Alcaraz per aver scelto di non spremersi come Sinner: "Bella mossa"
"Non capitava spesso ai miei tempi di dover affrontare tornei impossibili, ne ricordo appena uno a Forest Hills, ma allora era più facile girare i tacchi e andarsene, mandando a quel paese chi di dovere – spiega Panatta sul ‘Corriere della Sera' – Oggi magari è meno facile, non lo so, ma si può dire no preventivamente. Alcaraz l'ha fatto prima di Shanghai. Bella mossa Carletto, poco da dire. Hai visto giusto, Sinner ha giocato a Pechino, poi a Shanghai. Ora è atteso dai milioni di Riad (l'esibizione ricchissima del 6 Kings Slam, ndr), poi Vienna, l'indoor a Parigi, le Finals e la Davis. Tutto in un mese e mezzo".
La critica a Sinner: "Era proprio necessario questo tour de force?"
Il 75enne campione romano esplicita meglio il concetto: "Mi chiedo, ma è proprio necessario questo tour de force? C'era proprio bisogno di andare a Pechino? Conosco la replica: i punti, la classifica, il numero uno… E chissenefrega di tutto questo non ce lo mettete? I giocatori più forti, oggi, hanno la fortuna di poter programmare la stagione solo sui tornei del Grand Slam e sui Masters 1000. Vero è che Sinner ha avuto una stagione corta per via della stupida squalifica doping, ma il discorso di fondo non cambia. Tanto più che i Masters sono diventati tutti o quasi di due settimane, e obbligano a periodi di lavoro sempre più lunghi. Poi, il numero uno. E vabbè… Se non vi sono contratti particolari con gli sponsor, non vedo perché corrergli dietro. Primo e secondo hanno gli stessi vantaggi. Se il podio più alto deve arrivare, può farlo per vie naturali, inutile giocare tornei in più".
Panatta vede un gioco al massacro: "In un tennis così non mi sarei divertito neanche un po'"
D'altro canto, Panatta critica aspramente gli organizzatori dei tornei che non fanno nulla per mitigare le difficili condizioni ambientali di gioco e si lascia andare a un'amara considerazione personale: "Niente è stato fatto e l'ATP sta zitta. Ma chi è che deve chiedere agli organizzatori condizioni di gioco migliori? Nicola Pietrangeli, cui voglio davvero molto bene, recrimina sempre di essere nato troppo presto perché con il tennis di oggi avrebbe fatto soldi a palate. Sa già come la penso, ma gli rispondo una volta di più, indirettamente… Sono felice di essere nato ‘troppo presto', perché in un tennis così non mi sarei divertito neanche un po'".
