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Sofia Goggia rivive il calvario dell’infortunio in una lettera toccante: “È un dolore terribile”

La campionessa di sci scrive su Instagram un post molto intenso sotto il profilo emotivo. Cerca di farsi forza nel momento più difficile, cita la frase di Elena Fanchini: “Se questo è il piano che Dio ha riservato per me”. E fa una promessa.
A cura di Maurizio De Santis
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La frase che Sofia Goggia cita è di Elena Fanchini, la sciatrice morta a 37 anni per un tumore: "Se questo è il piano che Dio ha riservato per me, altro non posso fare che spalancare le braccia, accoglierlo e accettarlo". La campionessa bergamasca la fa sua, è parte di sé. È l'incipit del lungo post che condivide su Instagram, a corredo dell'immagine che la vede seduta sul prato, con le stampelle per terra e la mano sulla ferita.

Nel momento più duro della sofferenza le dà quella forza che le serve per non cedere allo sconforto, alla rabbia, alla paura dopo l'infortunio tremendo in allenamento. La pronunciò prima dei Giochi di Pechino, quando il mondo le crollò addosso per un (altro) brutto incidente sugli sci. Le rimbomba in testa anche adesso che la vita l'ha messa dinanzi all'ennesima prova: il settimo, complicato, intervento chirurgico che ha dovuto subire per rimettere assieme la frattura alla gamba destra.

Il post che Goggia condivide sui social network sembra una lettera a se stessa, scritta lasciando che a parlare sia il cuore. Racconta cos'è il dolore che prova adesso, spiega cos'è l'angoscia e quel senso d'impotenza che è tremendo perché ti consuma dentro.

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Se questo è il piano che Dio ha riservato per me, altro non posso fare che spalancare le braccia, accoglierlo e accettarlo. Questa frase, che già utilizzai prima di Pechino, non è mia ma di Elena Fanchini: la pronunciò durante un’intervista con la sua autentica genuinità – che tanto mi manca! – quando venne a sapere della ricaduta del tumore. Mi sono ispirata a Lei, l’ho fatta ‘mia' ed è ciò che mi sono detta quando mi stavano trasportando a Milano in elicottero, con la ferma consapevolezza che quella sgradevolissima sensazione che avevo avuto in pista, quando ancora non mi ero fermata dalla caduta, era veritiera: la mia tibia era rotta e frantumata.

La sciatrice azzurra porta tutti con sé, nel profondo dell'animo, tra discese ardite e una risalita che è difficile. Perché questa volta è diverso, fa più male. Il destino le ha inciso un'altra cicatrice sull'anima, quella mostrata sull'articolazione è nulla.

Mio papà mi ha scritto per messaggio che questo mio dolore non sarà invano ma, anche se poi il tempo mi dirà che lui aveva ragione, attualmente stento a crederci. Non è un osso che si rompe e non è la fatica, seppur pesantissima, del settimo, complicato, intervento chirurgico in carriera. Ciò che fa male, davvero male, è quella lacerazione che sento dentro al petto, strappo che solo io posso avvertire radicato nel mio profondo, figlio del fatto di essere per l’ennesima volta a tu per tu con me stessa in una situazione del genere nonostante gli sforzi, l’impegno e le scelte lavorative affinché la possibilità che questo tipo di avvenimenti potesse accadere, si riducesse drasticamente.

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Goggia si sforza di trovare un senso alle cose della vita anche se un senso non c'è, non lo vede, non riesce a spiegarselo. La caducità della sua situazione, che in tante altre occasioni ha vissuto e superato, è frustrante.

È l’impossibilità di riuscire solamente, che poi per me è tutto, a vivere normalmente la mia passione sugli sci, passione per cui ho lavorato e per cui lavoro assiduamente da una vita intera. Fa malissimo. Ma bisogna trovare la forza e andare avanti. La Elly aveva ragione: per quanto dura sia accettare questa situazione, non posso fare altrimenti; il senso forse arriverà poi. È solo una prova in più: difficilissima, tosta, ma una in più.

Poi fa una promessa a suo padre: non si lascerà sopraffare. Tutto quel dolore che sento adesso adesso non sarà invano, le disse. Ed è da quelle parole, da "Elly aveva ragione" che riparte daccapo. Ancora una volta.

E caro papà.. anche se nel mio cuore mi sembra di essere ferma distesa su quella pista a Ponte temendo il momento in cui dovrò incrociare gli occhi del mio allenatore, skiman e preparatore per dirgli che anche quest’anno il Sogno si è interrotto, ti prometto che ce la metterò tutta per far sì che questo dolore terribile non sarà invano. Lo prometto a mio padre. E lo prometto a tutti voi.

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