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Piero Ferrari: “Quando sentono il mio nome Ferrari dicono ‘come le auto’, poi restano a bocca aperta”

Oggi sono 37 anni esatti dalla morte del leggendario Enzo Ferrari, il figlio Piero racconta cosa succede quando in giro per il mondo svela chi è davvero: “Rimangono a bocca aperta”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Piero Ferrari lo scorso maggio ha compiuto 80 anni ed è sempre immerso nel mondo della scuderia che porta il suo cognome leggendario: la Ferrari è stata fondata dal padre Enzo nel 1929 come squadra corse e poi è diventata fabbrica automobilistica nel 1947, arrivando fino ai giorni nostri come una delle eccellenze italiane nel mondo. Enzo, il mitico ‘Drake', è morto esattamente 37 anni fa, il 14 agosto 1988, Piero oggi è vicepresidente e azionista della Ferrari Spa, con una quota del 10,48% dell'azienda, che lo rende uno degli italiani più ricchi, con un patrimonio in continua ascesa e stimato nel 2025 a quasi 8 miliardi di euro. Non essendo coinvolto direttamente nella gestione operativa quotidiana della Rossa, il suo volto non è così noto come quello dei protagonisti del Circus, dai piloti ai team principal e ai CEO, e dunque quando è in giro per il mondo quasi nessuno lo riconosce e sa chi è. Con conseguenze abbastanza surreali, quando lui svela chi sia in realtà.

Cosa succede quando Piero Ferrari dice chi è in giro per il mondo: "Rimangono a bocca aperta"

"Quello che mi sorprende ancora oggi è la riconoscibilità del nostro nome – racconta Piero Ferrari – Viaggiando in tutto il mondo le persone quando sentono il nome Ferrari mi dicono ‘come le automobili' e quando rispondo ‘sì, è stato mio padre a fondare l'azienda' rimangono a bocca aperta. Non si tratta solo di un marchio celebre ma di un'azienda di cui le persone hanno grande stima e apprezzamento".

Piero Ferrari col padre Enzo negli anni ’80
Piero Ferrari col padre Enzo negli anni ’80

Piero Ferrari è nato il 22 maggio 1945 a Castelvetro di Modena dalla relazione extraconiugale di Enzo con Lina Lardi. Inizialmente portava il cognome materno (Piero Lardi), ma nel 1975 ha potuto adottare il cognome Ferrari e nel 1990 ha abbandonato definitivamente il cognome Lardi. È l'unico figlio vivente del ‘Drake', dopo la morte del fratellastro Dino: "La mia situazione familiare, il fatto che mio padre avesse un'altra moglie e non vivesse con noi, allora non mi pesava: a scuola tutti sapevano chi era ma nessuno faceva domande. Quanto a come lo viveva mia madre, lei era una donna molto intelligente che per amore mio e della nostra piccola famiglia ha saputo accettare la situazione. Parliamo di tempi in cui il divorzio non c'era e in cui era illegale avere un figlio fuori dal matrimonio. Lei è stata riservata, anche nel rapporto con Enzo: lui veniva tutti i giorni a pranzo o a cena, ma si fermava poco, e poche volte è stato a dormire lì. Per me però era la normalità, ci ero cresciuto in mezzo e non mi pesava".

Piero Ferrari nel 2006 assieme a Todt, Schumacher e Montezemolo: è stata l’epoca aurea della Rossa
Piero Ferrari nel 2006 assieme a Todt, Schumacher e Montezemolo: è stata l’epoca aurea della Rossa

Piero non conobbe mai il fratellastro Dino, morto a soli 24 anni: "Mio padre mi diede una foto e mi disse di tenerla"

La morte del primogenito Dino, avuto dalla moglie Laura Garello e stroncato nel 1956 a soli 24 anni da una distrofia muscolare, fu un evento devastante che Enzo Ferrari non superò mai. Questo lutto segnò profondamente la sua vita personale e professionale: Enzo continuò a onorare la memoria di Dino, ad esempio dedicandogli il Centro Dino Ferrari per la ricerca sulle malattie neurodegenerative e dando il suo nome a modelli iconici come la Ferrari Dino. Il nome del circuito di Imola fu intitolato a Dino nel 1970 e poi integrato dall'aggiunta di Enzo dopo la morte del fondatore nel 1988: oggi tutto il mondo lo conosce come Autodromo Enzo e Dino Ferrari.

Piero non ha mai conosciuto Dino: all'epoca evidentemente era davvero impossibile concepire di coltivare quel tipo di rapporti fuori dalla famiglia ‘ufficiale', soprattutto per un personaggio in vista come Ferrari. "Esatto, non l'ho conosciuto – racconta Piero alla ‘Gazzetta dello Sport' – Quando morì mia nonna, con mio padre andammo a casa sua, lui prese una bella foto di Dino e me la diede dicendomi ‘tienila tu, era tuo fratello'. Fu la prima volta che me ne parlò davvero, era un argomento molto doloroso".

Piero Ferrari col team principal della scuderia di Formula 1 Fred Vasseur
Piero Ferrari col team principal della scuderia di Formula 1 Fred Vasseur

La crisi attuale della Ferrari in Formula 1: "Sono cicli, oggi poi è molto complicato per le limitazioni del budget cap"

Quanto al momento attuale non esattamente brillante della Rossa in Formula 1, Piero Ferrari spiega il suo punto di vista: "Penso sia una questione di cicli, la F1 ha sempre funzionato così e quando ne inizi uno negativo non sai quando raggiungi il fondo. Oggi poi è molto complicato perché non si possono spendere più soldi per colmare i divari, visto che ci sono le limitazioni del budget cap. Serve inanellare una serie di aspetti vincenti per cambiare rotta. Lo spirito è lo stesso di quando è nata, basta guardare i dipendenti: c'è un senso di appartenenza fortissimo, a Maranello li vedi nelle ore dopo il lavoro ancora con la divisa addosso, perché essere parte della Ferrari, per chi ci lavora, rappresenta un valore". E chiamarsi Piero Ferrari, aggiungiamo noi, è essere leggenda.

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