Perché Norris si è salvato dalla penalità che poteva fargli perdere il Mondiale F1 ad Abu Dhabi

Lando Norris si è laureato campione del mondo della Formula 1 2025 al termine di una gara del GP di Abu Dhabi che lo ha visto concludere in terza posizione alle spalle di Max Verstappen e Oscar Piastri, il titolo mondiale del britannico della McLaren si è retto però anche su una decisione arbitrale cruciale.
Al 24° giro della gara conclusiva della stagione, pochi minuti dopo il pit-stop, il leader del Mondiale si è trovato bloccato alle spalle della Red Bull di Yuki Tsunoda, schierato di fatto come tappo per rallentare la rimonta McLaren e proteggere le residue speranze iridate di Max Verstappen che, oltre ad una vittoria, doveva sperare che il 26enne di Bristol non salisse sul podio per completare la sua clamorosa rimonta iridata (dopo il weekend di Zandvoort era a -104 punti dalla vetta).
Il sorpasso di Norris a Tsunoda che ha rischiato di cambiare il Mondiale
Norris attacca sul lungo rettilineo dopo una fase di marcata difesa da parte del giapponese. Tsunoda cambia più volte traiettoria, poi stringe ulteriormente la linea in ingresso di curva, costringendo la McLaren ad allargare. Il britannico completa il sorpasso con almeno due ruote oltre la linea bianca. Un gesto che, regolamento alla mano, avrebbe potuto portare a una penalità da cinque secondi: sufficiente per farlo scivolare momentaneamente dietro la Ferrari di Charles Leclerc e perdere quindi virtualmente il Mondiale in caso di vittoria di Verstappen.
La doppia investigazione FIA e la scelta decisiva
I commissari FIA aprono subito un'investigazione su entrambi: Tsunoda per aver spinto un avversario fuori pista, Norris per aver tratto vantaggio superando oltre i limiti del tracciato. L'esito è netto ma non scontato: cinque secondi di penalità al solo Tsunoda, nessuna sanzione per Norris.
Nella motivazione ufficiale, gli steward chiariscono che il sorpasso fuori pista del pilota McLaren è la conseguenza diretta della condotta difensiva del rivale. Le Driving Standards Guidelines 2025 prevedono infatti che, se un pilota viene "forzato" fuori pista da una manovra irregolare, non si configuri automaticamente un vantaggio illecito. È esattamente il quadro riconosciuto ad Abu Dhabi: se Tsunoda non avesse effettuato più cambi di direzione e non avesse chiuso lo spazio, Norris avrebbe completato il sorpasso restando in pista.

Perché la penalità a Norris non è mai arrivata
Il punto chiave non è l'uscita di pista in sé, ma la sua inevitabilità. I commissari hanno giudicato la manovra del giapponese pericolosa e determinante nel creare la situazione. Da qui la sanzione al pilota Red Bull e l'assoluzione di quello McLaren. Una linea coerente con altri episodi stagionali in cui la FIA ha distinto tra chi forza l'avversario fuori e chi sfrutta volontariamente un allargamento.
La pressione tattica della Red Bull, il momento della gara e la necessità di evitare un contatto ad alta velocità hanno pesato nella valutazione. Norris, di fatto, non ha "scelto" di andare largo: ha evitato l'incidente.

Un verdetto che ha blindato il primo titolo F1 di Norris
Senza quella scelta, il finale del Mondiale della Formula 1 2025 sarebbe stato stravolto. Invece Norris ha potuto proseguire la rimonta, difendere il terzo posto finale e conquistare il suo primo titolo iridato, mentre a Tsunoda, come suo ultimo atto da pilota titolare è rimasta una penalità simbolo di una difesa andata oltre il limite.
Un episodio destinato a far discutere a lungo (anche se alla fine il vantaggio di Norris su Leclerc alla bandiera a scacchi era nettamente superiore agli eventuali cinque secondi di penalità), ma che racconta bene quanto, nell'era degli standard di guida, il contesto conti quanto la traiettoria. E ad Abu Dhabi, quel contesto ha fatto tutta la differenza del mondo.