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Ora in nessun Paese al mondo si può vendere benzina con piombo, ma ci abbiamo messo un secolo

Con la decisione dell’Algeria di vietare la libera vendita della benzina con piombo non esiste più un Paese al mondo che venda la vecchia “Super”. La sostanza, considerata tossica e nociva sia per l’ambiente che per la salute dell’uomo, già dagli anni ‘50 è oggi definitivamente messa al bando. Ma il lungo iter per la sua eliminazione dal mercato fa sorgere enormi dubbi sulle reali tempistiche della nuova svolta green del settore automobilistico.
A cura di Michele Mazzeo
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Da oggi non esiste più un Paese al mondo nel quale sia possibile acquistare benzina con piombo. Anche l’Algeria, ultima nazione rimasta a permettere la commercializzazione della vecchia “Super”, ha messo al bando questo tipo di carburante considerato altamente inquinante e quindi pericoloso per la natura e per la salute dell’uomo. Ad annunciare quello che è considerato un grande passo per la tutela dell’ambiente è stata l’Onu, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, che ha però anche avvertito che ci vorranno ancora alcuni decenni prima che si esauriscano gli effetti delle emissioni e delle contaminazioni prodotte dall’utilizzo andati avanti per quasi un secolo.

La benzina con il piombo fu infatti messa sul mercato già negli anni venti del ‘900, da quando cioè fu scoperto che aggiungendo piombo tetraetile, sostanza estremamente tossica e dunque pericolosa sia per chi la maneggia che per chi la inala, alla benzina si riducevano drasticamente le possibilità che all’interno del motore del veicolo vi fossero scoppi non previsti, vale a dire ulteriori detonazioni (oltre a quelle indotte dalla candela) che avrebbero danneggiato o comunque ridotto le prestazioni dello stesso motore.

Nonostante già dagli anni cinquanta si iniziò a comprendere la pericolosità di questo tipo di carburante il percorso per la sua eliminazione è stato lungo e travagliato e si è concluso solo oggi. Diversi studi fatti a metà del secolo scorso infatti già evidenziavano l’alta tossicità di questa sostanza collegandola anche all’aumento del rischio di contrarre numerose malattie. Nei decenni successivi i gas di scarico prodotti dalla combustione della benzina con il piombo vennero anche collegati all’innalzamento di casi di problemi della pressione sanguigna, anemia, cecità, infertilità, problemi renali e altre malattie. Ma, nonostante ciò, per far sì che vi fosse una vera e propria azione di massa per prima diminuire e poi eliminare completamente l’utilizzo del piombo tetraetile come additivo per la benzina ci sono poi voluti altri 50 anni.

Già, perché se è vero che in Europa già negli anni ‘80 i governi cominciarono ad imporre limiti sempre più bassi per la concentrazione di piombo tetraetile nella benzina, per la vera svolta si deve arrivare a metà degli anni ‘90 (quando alle case automobilistiche fu imposto di produrre veicoli che utilizzassero solo benzina verde) e soprattutto ai primi anni del nuovo millennio. Solo nel 2002 difatti fu vietata la vendita libera della vecchia “Super”.

Da allora, ci sono poi voluti 19 anni affinché questo divieto fosse esteso in tutti i Paesi del mondo (anche a causa dei tentativi di corruzione fatti dai produttori di piombo tetraetile ai governi di diverse nazioni asiatiche e africane) con l’Algeria che ha chiuso definitivamente il ciclo di vita della benzina con piombo. Il tutto quando nel resto del mondo si è già iniziato il percorso verso la successiva svolta green con l’elettrificazione di massa (in molti Paesi dal 2035 sarà vietata la vendita di veicoli a combustione tradizionale).

Ma sono proprio le tempistiche per la messa al bando totale della benzina con piombo, di cui la tossicità e la pericolosità per l’ambiente e per l’uomo era nota già dagli anni ‘50, a preoccupare in vista di questa nuova rivoluzione del settore automobilistico. Come faranno le nazioni più povere a creare le ingenti infrastrutture necessarie per l’elettrificazione del traffico urbano ed extraurbano? Che fine faranno le auto non più utilizzabili nei Paesi più ricchi? Come saranno smaltite le centinaia di milioni di automobili a combustione tradizionale già circolanti a cui si aggiungeranno quelle che saranno ancora vendute nei prossimi decenni? Vi saranno tentativi di bloccare o quantomeno rallentare il processo per tutelare interessi miliardari? Tutte domande a cui purtroppo la storia della benzina con il piombo sembra aver dato risposta.

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