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Michael Schumacher, l’appello alla famiglia: “Basta silenzio sulle condizioni”

L’ex capo meccanico della Mercedes, Nick Fry, ritiene che dovrebbero essere forniti aggiornamenti sullo stato di salute del tedesco: “Ci sono milioni di persone che provano un sincero affetto per lui”.
A cura di Valeria Aiello
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Il ricovero di Michael Schumacher all’ospedale Georges Pompidou di Parigi resta avvolto nel mistero. Secondo il quotidiano Le Parisien che per primo ha appreso del trasferimento dell’ex campione di Formula 1 dalla sua residenza svizzera al nosocomio parigino, Schumacher sarebbe stato sottoposto a un trattamento pionieristico a base di cellule staminali, un’ipotesi strettamente legata alla presenza nella struttura del prof. Philippe Menasché, chirurgo cardiovascolare e luminare di fama internazionale per essere stato il primo nel 2014 a sperimentare con successo l’innesto di cellule staminali per la ricostruzione dei tessuti cardiaci.

Come sta Schumacher?

Una terapia, quella a cui sarebbe stato sottoposto Schumacher, che non ha però trovato conferma né da parte della famiglia del sette volte campione del mondo, né tra il personale medico e gli infermieri intercettati all’uscita dal settore D del centro ospedaliero dove, fino a ieri, sono rimasti di guardia gli agenti della sicurezza che impediscono ad estranei di avvicinarsi alla stanza dove il tedesco è ricoverato. Forse un diversivo, visto che sempre secondo quanto anticipato dal quotidiano francese, Schumacher avrebbe dovuto lasciare l’ospedale già mercoledì mattina. Ciò che invece è certo, è che il ricovero sotto falso nome, come anche la terapia a base di staminali, hanno destato non solo speranze ma anche tanto scetticismo. Molti specialisti ritengono, infatti, che le tecniche di Menasché non abbiano alcuna utilità nella ricostruzione dei tessuti neuronali irrimediabilmente danneggiati nell’incidente sugli sci tra le nevi di Meribel del 29 dicembre 2013, condannando il tedesco alla paralisi e a uno stato di “minima coscienza”.

Michael Schumacher - LaPresse
Michael Schumacher – LaPresse

Il fatto che Schumacher sia cosciente rappresenterebbe comunque un miglioramento dello stato di salute rispetto all’ultimo bollettino ufficiale diffuso dalla famiglia e che risale ormai a quasi sei anni fa, vale a dire ai giorni immediatamente successivi alla caduta, quando la storica portavoce del tedesco, Sabine Kehm, aveva da subito chiarito che, nel rispetto della privacy di Schumacher, non sarebbe stata rilasciata alcuna informazione circa le sue condizioni e le cure mediche cui era sottoposto. Un silenzio che negli anni è stato rispettato da familiari e dai pochissimi che sono a conoscenza delle sue reali condizioni, come l’amico Jean Todt che martedì pomeriggio ha fatto visita all’ex pilota, evitando all’uscita ogni contatto con la stampa. Schumacher sarebbe “cosciente” secondo un verosimile scambio di battute con un’infermiera intercettato sempre dal Parisien.

"Basta silenzio sulle condizioni"

Resta il fatto che finora la moglie Corinna è riuscita a mantenere il massimo riserbo sulla situazione. Un atteggiamento che in molti ritengono non sia corretto. Tra questi Nick Fry, ex capo tecnico della Mercedes ai tempi di Schumacher. “È un peccato che Corinna abbia deciso di controllare tutte le informazioni perché là fuori ci sono milioni di persone che con sincerità vorrebbero sapere come sta Michael e non parlo soltanto dei fan che si trovano in Germania o della Mercedes – ha detto il manager Mercedes all’agenzia di stampa PA –  . Grazie a ciò che è stato in grado di conquistare, sono in molti a desiderare aggiornamenti. A mio avviso, quindi, riferire delle novità, buone o brutte, come io credo che siano, sarebbe importante”.

Da quanto si può capire – ha aggiunto Fry – i familiari gli stanno assicurando i migliori trattamenti in una struttura organizzata nella sua casa in Svizzera dove è monitorato 24 ore su 24. Sono dunque convinto che le tecniche e le cure sperimentate in questi anni su di lui potrebbero servire ad altri. Ecco perché sarebbe importante condividerle. Sarebbe senz’altro d’aiuto per chi sta affrontando la stessa esperienza”.

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