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Liuzzi sa come funziona in Red Bull: “La guerra interna non è finita, Horner pagherà gli sbagli”

Vitantonio Liuzzi, pilota Red Bull nella prima stagione in F1 per la scuderia austriaca, ha analizzato per Fanpage.it il delicato caso Horner: “Un suo addio sarebbe troppo destabilizzante, non va allontanato”.
A cura di Lorenzo Pastuglia
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“La Red Bull non allontani Christian Horner”. L’ex Vitantonio Liuzzi, con una parentesi di un anno, nel 2005, nel team di Milton Keynes (nato proprio quell’anno), la pensa così sul team principal britannico, finito al centro delle polemiche a fine febbraio per il “sexgate” con al centro una dipendente del team, da alcuni considerata come l’amante di Jos Verstappen, il papà di Max. Per il 43enne pugliese, volato a Jeddah questo weekend per ricoprire il consueto incarico di steward Fia, cambiare Horner non sarebbe la soluzione “per la sua metodologia di lavoro e perché è un uomo vincente. Pagherà per i suoi sbagli, ma sostituirlo non è la soluzione”.

Liuzzi, che gara ci attende in Arabia Saudita?
"Una gara più interessante del Bahrain. Jeddah è una pista con caratteristiche diverse da Sakhir, dove c’è anche l’incognita di trovare un assetto migliore. Nella prima gara tutti sapevano come impostarlo, dato che erano stati svolti i test invernali la settimana precedente. Difficile contrastare una Red Bull così dominante, però per me ci saranno più colpi di scena sino alla fine".

In Bahrain la Ferrari si è confermata come seconda forza. Che pro e contro ha visto?
"Il passo-gara è sicuramente migliorato, ma ci sono quei problemi ai freni di Leclerc che per una vettura, posso assicurare per esperienza, non sono problemi da poco. Mi auguro che la Ferrari possa risolverli prima della gara".

In Red Bull si parla più del “Sexgate” con al centro Christian Horner rispetto al solito dominio di Verstappen in pista. Che idea si è fatto?
"Che la vicenda non è una cosa positiva per team e azienda, però un addio di Horner destabilizzerebbe non poco un team che sta dominando. Per come è finita l’indagine dubito accada questa ipotesi, anche se la guerra interna non finirà per ora. Christian lo conosco da tempo: è una persona metodica, precisa, ha sempre saputo quello che faceva. Lo si capiva sin da subito".

Liuzzi con Horner ai tempi della Red Bull
Liuzzi con Horner ai tempi della Red Bull

È stato un pilota Red Bull nel 2005, nel primo anno dalla nascita del team, poi è passato nell’allora Toro Rosso, oggi col nome di Racing Bulls, nelle stagioni 2006 e 2007. Le dinamiche allora come erano?
"Nei primi tempi c’era una diversa politica, poi Dietrich Mateschitz (cofondatore della Red Bull scomparso nel 2022, ndr) ha voluto al vertice sia Helmut Marko (consigliere della Red Bull) sia Christian Horner e i poteri al vertici si sono delineati di più. Alla sua morte si è ricreata un po’ di confusione. Anche per questo credo sia il caso di non allontanare Horner".

La dipendente al centro dello scandalo sembra essere l’amante di Jos Verstappen, che lo scorso weekend a Sakhir ha invocato un addio di Horner perché “il team così rischierebbe di scoppiare”. Condivide le parole del papà di Max?
"Per me, come dice il detto, “squadra che vince non si cambia”. In una guerra interna e politica come quella in Red Bull, vanno sentite entrambe le parti. Verstappen potrebbe aver avuto interessi diversi da quelli economici, più sentimentali, ma Horner conosce bene tutte le dinamiche della squadra, essendo lì da 19 anni. Cambiare un uomo capace e dell’ambiente, indebolirebbe il team. Christian pagherà per i suoi sbagli, ma la metodologia di lavoro del team non deve cambiare".

Papà Verstappen non ha escluso un possibile addio di Max dal 2025 e un suo passaggio alla Mercedes. Ce lo vedrebbe bene a Brackley?
"Dovunque vada, Max sarà sempre il numero uno attuale perché sta dimostrando di essere completo in qualsiasi situazione. Penso possa aiutare la Mercedes a risalire la china, anche se già c’è un pilota promettente come Russell. Sarebbe un colpo di livello super come quello di Hamilton alla Ferrari".

Liuzzi con Coulthard, suo compagno in Red Bull
Liuzzi con Coulthard, suo compagno in Red Bull

In caso di addio di Horner, si è parlato al suo posto del direttore sportivo Jonathan Wheatley, che a Milton Keynes ha però ricoperto ogni tipo di mansione. Potrebbe essere la figura giusta?
"Wheatley ha ricoperto diversi ruoli (anche meccanico, capo meccanico, team manager e direttore sportivo, ndr) ed è una persona competente. Ha lavorato al fianco di Horner per tanti anni, ma da d.s. a team principal non è un salto di poco conto. Ribadisco la mia speranza affinché Horner non lasci. Se si abbandona una strada vincente per una nuova, è sempre un rischio".

Quest’anno il calendario di F1 sarà di 24 appuntamenti, ovvero il più lungo della storia. Piloti come Alonso e soprattutto Verstappen si sono lamentati parecchio. Come la vede?
"Per me 24 appuntamenti possono starci, lamento più che altro il fatto che sia stato poco pensato a livello di logistica per i team. Non è giusto viaggiare dagli Usa all’Asia nel giro di una settimana. Poi potrebbe essere pesante vedere quasi sempre Verstappen vincere, quello sì, ma purtroppo la F1 è sempre stata fatta di cicli: nei primi Anni 2000 con Schumacher e la Ferrari, poi con Vettel in Red Bull, Hamilton e la Mercedes e con Max ora".

Il presidente della Fia, Mohammed Ben Sulayem, è indagato dalla F1 per aver alterato il risultato della gara di Jeddah 2023 in favore di Fernando Alonso, oltre a una sbagliata gestione nell’organizzazione del GP di Las Vegas. Se fosse vero, sarebbe l’ennesimo scandalo in F1…
"Non me la sento di commentare perché c’è un’indagine in corso, purtroppo la F1 è sempre stata fatta di scandali. La Spy Story Ferrari-McLaren nel 2007, il Crashgate-Renault l’anno dopo e così via. Ricordo nel paddock di Singapore quella volta che vinse Alonso, nell’aria si respirava qualcosa di anomalo e tutti erano straniti da questo fatto. In un mondo come quello della F1, fatto di tanti soldi, c’è sempre qualcuno che prova a fare il furbetto".

Liuzzi in pista con la Red Bull
Liuzzi in pista con la Red Bull

Le piace la F1 di oggi, meno corse e più spettacolo e business?
"Sinceramente preferivo quella dei miei tempi, più british. Però se i fan sono aumentati e le gare sono seguite da più persone, significa che si sta ridando lustro a questo sport. Alla fine quindi è giusto avere una F1 statunitense (oggi controllata da Liberty Media, ndr). Penso sempre al bene dello sport".

Las Vegas, Singapore, la storica Montecarlo, ma non solo. Stanno sempre più aumentando i circuiti cittadini. Il rischio però non è quello di vedere sempre più gare a senso unico, considerando le piste strette e le monoposto molto più grandi rispetto a quelle di una volta?
"Relativamente, alla fine c’è sempre il DRS che rende tutto più artificiale ma non impedisce i sorpassi. Sarebbe meglio vedere delle auto più fini e piccole come ai miei tempi, però oggi sono delle vere e proprie opere d’arte. Ogni volta che le vedo in pista rimango affascinato dallo sviluppo tecnologico: la dimensione la percepisci meno rispetto all'evoluzione aerodinamica. L’ingegneria fa parte dello sviluppo e dell'investimento di un team di Formula 1, quindi è giusto anche così".

Niente da fare nella lotta al vertice prima del cambio-regolamento sul motore nel 2026?
"Per me la Red Bull comanderà in questo e nel prossimo campionato, poi sarà tutta da vedere. La Ferrari continui a sviluppare l’auto, se lavora bene avrà una grande chance nel 2026".

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