Liuzzi: “Hamilton in Ferrari vede lontana la luce in fondo al tunnel anche per quello che fa Leclerc”

Vitantonio Liuzzi non si sorprende delle difficoltà di Lewis Hamilton in questa prima stagione con la Ferrari. Secondo l'ex pilota F1, oggi Commissario FIA, il sette volte campione del mondo sta pagando il passaggio da un team che in questa era della Formula 1 ibrida ha vinto molto come Mercedes a uno con una mentalità e uno stile di lavoro molto diversi.
"La Ferrari non ha la supremazia tecnica di McLaren e la finestra di utilizzo della monoposto è molto stretta", spiega Liuzzi nell'intervista esclusiva rilasciata a Fanpage, sottolineando come bastino piccole variazioni di assetto per compromettere la prestazione. "Anche l'età non aiuta. È un mix di fattori" aggiunge poi il 45enne pugliese di nascita ma cresciuto in Abruzzo.

Lo sfogo di Hamilton dopo le qualifiche in Ungheria, per l'ex alfiere di Red Bull, Toro Rosso, Force India e HRT, è comprensibile: "Dimostra quanta fame abbia ancora di trovare la soluzione. Lui se la prende con se stesso perché non riesce a essere versatile come in passato". C'è poi il fattore Leclerc: "Vedere il compagno ottenere prestazioni migliori amplifica le difficoltà. Il primo avversario è sempre il compagno. Così la luce in fondo al tunnel sembra sempre più lontana. Ma Leclerc è un grandissimo pilota".

Liuzzi dedica un'analisi anche a Kimi Antonelli, alle prese con un momento complicato nella sua stagione da rookie: "La pressione l'ha sempre avuta e non è facile a 18 anni. È il miglior pilota italiano, deve solo ritrovare prestazioni come a Miami e Montréal. Ne uscirà presto, anche grazie a Toto Wolff". Per l'ex pilota, Mercedes non ha sbagliato nella gestione: "Wolff lo ha sempre protetto. È una fase che tanti attraversano: a quell'età, con pressione, scuola, famiglia ed emozioni, può capitare un calo". E tra i giovani, indica Hadjar e Bortoleto come i più convincenti del 2025, pur ricordando che anche il 18enne bolognese ha brillato in altre fasi della stagione.
Infine, su Max Verstappen, la convinzione che la partenza di Horner non sia indifferente alla sua decisione di restare: "La situazione tra loro non era idilliaca. La sua permanenza potrebbe essere legata a quel cambiamento" ha difatti detto riguardo alla vicenda di mercato piloti che più ha tenuto banco nel paddock della Formula 1 nel corso degli ultimi mesi e che ha riguardato la scuderia con cui ha esordito in Formula 1 in quel 2005 che segnò l'ingresso del team austriaco nel Circus, già allora capitanato da Christian Horner.

Ti aspettavi un Lewis Hamilton così in difficoltà in Ferrari?
"Un po' me l'aspettavo. Aveva davanti grosse potenziali difficoltà perché ha fatto un trasferimento in un team totalmente diverso, a livello di mentalità e stile di lavoro, da quello in cui ha corso per tantissimi anni e dove ha vinto numerosi Mondiali. La Ferrari oggi non ha la supremazia tecnica che ha, ad esempio, la McLaren. E la finestra di utilizzo della monoposto è molto stretta: basta poco per uscire dal rendimento ideale. Lo abbiamo visto anche in Ungheria, tra il secondo e il terzo stint di Leclerc: cambiamenti minimi di pressione gomme possono fare una grande differenza. Poi c'è l'età che non aiuta. È un mix di fattori che lo mette in difficoltà. Certo, ha già vinto una Sprint Race a Shanghai, segno che se è nella sua comfort zone può ancora fare la differenza, ma ora non sta vivendo un bel periodo".
E dello sfogo che ha avuto dopo le qualifiche in Ungheria, cosa ne pensi?
"Ci sta. È un pilota che ha raggiunto tutti i traguardi possibili e adesso si sente un po' inutile perché non riesce a trovare la quadra. Quello sfogo dimostra quanta fame abbia ancora di trovare soluzioni. Molti se la prendono con la macchina, lui se la prende con se stesso: non riesce a essere versatile come quando era più giovane".
È solo un problema di frenata o più complesso?
"Molto più complesso. La frenata non aiuta, perché cambia il bilanciamento in ingresso curva, e lui fatica a digerire questo aspetto. Ma è un insieme di cose. E poi c'è la competitività altissima: nelle prime 10 posizioni ci sono tre-quattro decimi di differenza, basta poco per finire fuori dalla Q2".

Quanto pesa avere Leclerc come compagno di squadra?
"Influisce. Vedere che la stessa vettura, nelle mani del compagno, a volte ottiene prestazioni migliori, amplifica tutto. Il primo avversario è il compagno di squadra. Se lui è davanti, la luce in fondo al tunnel sembra sempre più lontana. Ma parliamo di Leclerc, che è un grandissimo pilota e potenzialmente un campione del mondo.
Passiamo al periodo difficile di Kimi Antonelli: troppe aspettative o altro?
"La pressione l'ha sempre avuta e non è facile gestirla a questa età. È il miglior pilota italiano a livello automobilistico e ha un'enorme opportunità. Deve solo ritrovare prestazioni come a Miami e Montréal. È giovane, è normale avere alti e bassi. Sono sicuro che reagirà presto, anche grazie al supporto di Toto Wolff".

Mercedes doveva proteggerlo di più?
"No. Wolff lo ha sempre protetto, sin dalle FP1 di Monza. È una situazione che tanti piloti affrontano: a 18 anni, con pressione, scuola, famiglia, emozioni e preparazione fisica da gestire, può capitare un calo. Ma ne uscirà".
Quali rookie ti hanno sorpreso di più nella prima parte del Mondiale 2025?
"Hadjar sta facendo un grandissimo campionato, con prestazioni solide nell'80% delle gare. Bortoleto nelle ultime gare è maturato tanto. Sono loro due i rookie più impressionanti, con Antonelli che in altre fasi della stagione era stato al top".
La scelta di Verstappen di restare in Red Bull per il 2026 è legata all'addio di Horner?
"Penso di sì. Il terremoto interno di Red Bull negli ultimi mesi ha destabilizzato il team. La situazione tra Verstappen e Horner non era idilliaca e la partenza di Horner, secondo me, è legata anche alla permanenza di Max. Ma è solo una mia opinione: la verità la sanno solo loro".