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La Ferrari svela il vero motivo del mancato sviluppo della F1-75: “Non è stata una scelta”

Il team principal dimissionario Mattia Binotto ha svelato il vero motivo per il quale la Ferrari nella seconda parte del Mondiale di Formula 1 2022 non è stata competitiva con la Red Bull.
A cura di Michele Mazzeo
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Dopo l'ottimo inizio di stagione il risultato finale della Ferrari nel Mondiale di Formula 1 2022 non è stato quello auspicato. Il secondo posto nella classifica piloti con Charles Leclerc e nella classifica costruttori non ha soddisfatto i vertici del Cavallino, come ha fatto notare il fratello del Presidente, Lapo Elkann, subito dopo l'ultima gara di Abu Dhabi. Errori di strategia, dei driver, problemi di affidabilità della vettura e il divario allargatosi nei confronti della Red Bull nella seconda parte di stagione hanno fatto sì che il sogno di riportare il titolo a Maranello dopo tantissimi anni di digiuno, nonostante le premesse, svanisse troppo presto.

Ed è tutto questo che ha poi portato alla sfiducia nei confronti del plenipotenziario team principal Mattia Binotto da cui traggono origine le dimissioni rassegnate da quest'ultimo e già accettate dal grande capo John Elkann che, in un blitz nel quartier generale di Maranello, ha già dettato la linea per la rivoluzione nella catena di comando della scuderia in vista del Mondiale 2023.

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L'ingegnere reggiano, che di recente si è congedato ufficialmente dalla Formula 1 presenziando per l'ultima volta al Consiglio Mondiale FIA e di cui non è ancora stato annunciato il sostituto (Frederic Vasseur resta l'indiziato numero uno, dopo aver avuto risposta negativa da Christian Horner, Andreas Seidl e Ross Brawn), seppur dimissionario rimarrà ancora in carica fino al 31 dicembre per seguire gli ultimi lavori sulla nuova monoposto con cui Leclerc e Sainz correranno nella prossima stagione.

Prima di salutare definitivamente Maranello, lo stesso Mattia Binotto ha però voluto fare chiarezza su uno dei misteri che hanno accompagnato la Ferrari nell'ultima parte dello scorso Mondiale diventata poi anche una delle cause principali della rottura con i vertici, vale a dire l'apparentemente inspiegabile calo prestazionale della F1-75 nella seconda parte di stagione che ha permesso alla Red Bull di prendere il largo e alla Mercedes, partita malissimo, di giocarsela alla pari con le rosse.

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In molti avevano cercato di spiegarlo con l'introduzione della Direttiva Tecnica 039, meglio nota come "regola anti-porpoising", che avrebbe penalizzato le monoposto del Cavallino più delle altre. E, di conseguenza, le colpe sono ricadute su Mattia Binotto reo di non esser stato in grado di imporsi nel furente scontro politico con Toto Wolff e la Mercedes che invece sono riusciti a convincere la FIA a cambiare il regolamento a stagione in corso ottenendo dei benefici immediati dato che le W13 di Hamilton e Russell erano quelle che maggiormente accusavano problemi di porpoising ad inizio anno. E allo stesso team principal della Ferrari è stata anche addossata la responsabilità di aver poi fatto naufragare le speranze iridate di Leclerc e della scuderia di Maranello scegliendo di arrestare lo sviluppo sulla F1-75 per puntare tutto sulla monoposto del 2023.

Secondo quanto rivelato dallo stesso Mattia Binotto però non è andata esattamente così. Il vero motivo del mancato sviluppo sulla vettura, contrariamente a quanto invece fatto dalle squadre rivali, nella fase cruciale della stagione non è stata una scelta bensì una costrizione dettata dai fondi a disposizione: "Non è stata una scelta. Abbiamo semplicemente i soldi del budget cap. Eravamo al limite e quindi non avevamo più l'opportunità di sviluppare la macchina. Semplicemente siamo rimasti al punto in cui eravamo" ha difatti ammesso il team principal uscente della Ferrari.

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Entrando nel dettaglio Binotto ha poi spiegato che "i costi aggiuntivi che non potevamo permetterci erano quelli della produzione delle nuove componenti e il loro utilizzo in pista". Dietro al mancato sviluppo della F1-75 dunque ci sarebbe soltanto una questione economica. Questione economica che, come confermato dallo stesso team principal dimissionario, non ha influito invece sui lavori sulla nuova macchina per la prossima stagione: "Non abbiamo compromesso lo sviluppo della vettura del prossimo anno, ma siamo stati costretti ad interrompere quello sulla monoposto della passata stagione" ha quindi chiosato Binotto rassicurando i tifosi della Ferrari.

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