54 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il GP d’Austria svela il doppio volto dei motori Ferrari: “Ho pregato Dio che non esplodesse”

Dopo il GP d’Austria della Formula 1 2022 il bilancio sulle power unit Ferrari è dai due volti: le vetture del Cavallino e quelle dei team clienti hanno mostrato che il motore è cresciuto in termini di prestazioni tanto quanto in inaffidabilità.
A cura di Michele Mazzeo
54 CONDIVISIONI
Immagine

Il bilancio per la Ferrari dopo il GP d'Austria della Formula 1 2022 è dal doppio volto: da un lato c'è la consapevolezza di aver raggiunto in termini di prestazioni la Red Bull (battuta in casa propria) come dimostrato dall'eroica vittoria di Charles Leclerc davanti al rivale Max Verstappen, dall'altro però sembrano essere aumentati i problemi di affidabilità delle Power Unit uscite dalla fabbrica di Maranello. E non solo per i problemi al motore della F1-75 di Carlos Sainz finito in fiamme che ha costretto lo spagnolo al ritiro e, complici i tardivi soccorsi dei marshall, a vivere attimi di terrore prima di uscire dalla monoposto e mettersi in salvo.

Anche le Power Unit montate sulle vetture dei team clienti del Cavallino infatti nel weekend del Red Bull Ring hanno dato le stesse risposte con le Haas che, ancor più delle Alfa Romeo, hanno stupito tutti per velocità e prestazioni. Mick Schumacher ha terminato in sesta posizione dopo una grande gara che ha portato gli appassionati di Formula 1 ad eleggerlo come "Driver of the day", mentre Kevin Magnussen ha chiuso all'ottavo posto portando così la scuderia statunitense a centrare per la seconda volta consecutiva un doppio piazzamento in zona punti.

Immagine

Ma è stato proprio il danese alla fine della gara di Spielberg a svelare il rovescio della medaglia dei permorfanti motori Ferrari. "Ho avuto un piccolo problema al motore per tutta la gara, quindi stavo solo pregando Dio che non esplodesse, cosa che per fortuna non è successa, quindi sono molto grato per questo, così ho potuto finire la gara senza problemi" ha infatti rivelato Kevin Magnussen dopo la conclusione del GP d'Austria che, numeri alla mano, è stato il miglior gran premio disputato dalla squadra americana negli ultimi 4 anni (per trovare un weekend in cui i due piloti del team a stelle e strisce hanno raccolto più punti bisogna tornare al luglio del 2018 quando, sempre al Red Bull Ring, lo stesso danese e il suo compagno di squadra di allora Romain Grosjean chiusero rispettivamente al 5° e al 4° posto).

Immagine

Da un lato dunque in quel di Maranello si può essere soddisfatti del fatto che le Power Unit Ferrari hanno fatto un evidente upgrade dal punto di vista prestazionale tanto che le F1-75 di Leclerc e Sainz in Austria sono apparse addirittura leggermente superiori a quelle delle Red Bull di Verstappen e Perez e le Haas di Schumacher e Magnussen hanno lottato per lunghi tratti della gara con le Mercedes di Hamilton e Russell. Dall'altro però, questa forsennata rincorsa a ricucire il gap di prestazione, ha aumentato l'inaffidabilità del motore marchiato con il Cavallino Rampante con il danese che deve affidarsi alla provvidenza pregando che la sua PU non esploda in gara, e Sainz che vede invece svanire sul più bello un sorpasso in pista sul campione del mondo in carica che, quasi certamente, avrebbe regalato una doppietta alle Rosse in casa dei rivali della Red Bull.

54 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views