I dipendenti della Red Bull F1 minacciano l’ammutinamento dopo l’addio di Horner: scioccati da Marko

Lo scorso 9 luglio, all'indomani del GP di Silverstone, la notizia del licenziamento improvviso di Christian Horner ha sconvolto il paddock di Formula 1. Una decisione presa a sorpresa – almeno nei tempi – dalla proprietà Red Bull e spinta, secondo fonti interne, da Oliver Mintzlaff, numero uno dello sport per l'azienda austriaca.
A prendere il posto dello storico team principal è stato Laurent Mekies, promosso dalla Racing Bulls, ma la sostituzione ha generato una reazione a catena che sta spaccando il team campione del mondo. Come rivelato dal The Sun, il malcontento all'interno della squadra è esploso nei giorni successivi alla cacciata di Horner. In particolare, le modalità e i toni utilizzati da due figure chiave – Helmut Marko e Oliver Mintzlaff – avrebbero lasciato lo staff "sconvolto", con alcuni dipendenti pronti a dare le dimissioni.

Cosa è successo in Red Bull dopo il licenziamento di Horner: gli infelici discorsi di Marko e Mintzlaff
Un primo episodio riguarda proprio Marko, che – racconta una lavoratrice della sede di Milton Keynes – avrebbe minimizzato la situazione: "Il giorno dopo il licenziamento di Christian gran parte della squadra era ancora sconvolta e il signor Marko si è rivolto a noi. Ha scherzato su e ci ha detto di tirarci su di morale: ‘Dovete sorridere di più'. Ma non si è portato nessuno dalla sua parte, cosa c'era da sorridere?" ha difatti raccontato la donna al tabloid britannico.
Anche il discorso tenuto da Mintzlaff allo staff è stato definito "un disastro". Diversi presenti hanno criticato il tono e i contenuti del suo intervento, soprattutto quando ha ironizzato sull'uscita di scena di Horner, del responsabile marketing Oliver Hughes e del direttore della comunicazione Paul Smith: "Mintzlaff ci ha detto: ‘Se avete problemi, mandate un messaggio al vostro responsabile'. E poi ha aggiunto: ‘Oh, e se non avete più un responsabile, mandatelo a me!' e ha iniziato a ridere" hanno rivelato altri testimoni.

Dipendenti in rivolta, lo spettro delle dimissioni e il rischio effetto domino
Gran parte dello staff della Red Bull F1 – composto per il 90% da britannici – è stato assunto da Horner nel corso degli anni. Non è un dettaglio trascurabile: la fedeltà a chi ha costruito la squadra è forte, tanto che c'è chi parla apertamente di ammutinamento. "Lo staff è quasi tutto britannico ed è molto fedele a Christian e ora stanno minacciando di andare via. Ora il team è nel caos: a Milton Keynes si è toccato il fondo", ha raccontato un altro dipendente al The Sun.
Le fratture interne sono profonde. Secondo una fonte vicina alla famiglia Horner, la separazione sarebbe arrivata senza alcun preavviso: "Christian era stato convocato a Londra per una riunione ed è rimasto spiazzato quando gli è stato comunicato il licenziamento". Un altro amico rivela che l'ex team principal non ha ricevuto spiegazioni ufficiali: "Christian mi ha detto quanto si sentisse ferito e tradito dopo tutto quello che lui, Geri (la moglie, cioè l'ex Spice Girls Geri Halliwell, ndr) e la loro famiglia hanno passato negli ultimi 18 mesi. È stato prosciolto due volte per lo scandalo del presunto comportamento inappropriato nei confronti di una dipendente, ma ora è in congedo per motivi di salute e non gli è stata ancora data alcuna spiegazione su perché ha perso il lavoro che amava. I capi austriaci della Red Bull – ha inoltre aggiunto – hanno sempre risentito del fatto che gran parte del loro successo in F1 fosse dovuto a un team che Christian ha costruito in Gran Bretagna. Questo è ciò che sta dietro a tutto questo".

Red Bull in crisi: rischio esodo e il futuro di Verstappen
Lo scenario che si profila è critico. Oltre al vuoto lasciato da Horner, pesano l'uscita di Adrian Newey, di Jonathan Wheatley e le tensioni che circondano il futuro di Max Verstappen. Il campione olandese – nonostante il padre Jos abbia giocato un ruolo di primo piano nella lotta di potere interna che si è conclusa con la cacciata di Horner – osserva la situazione con crescente distacco, mentre voci di un possibile addio si fanno sempre più insistenti.
Intanto, la monoposto 2025 non convince, quella 2026 (la prima motorizzata da Red Bull Powertrain) è un'incognita e l'ambiente interno è lacerato. Il mix tra instabilità tecnica e guerra intestina sta minando le fondamenta di uno dei team più vincenti dell'era moderna della Formula 1. Il terremoto iniziato con l'allontanamento di Horner potrebbe essere solo il primo scossone di un crollo più profondo. E questa volta, il paddock osserva con attenzione anche i corridoi – sempre più tesi – di Milton Keynes.