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Horner pizzicato nell’hospitality Ferrari a Baku perde le staffe: non voleva farsi vedere

Durante il weekend del GP dell’Azerbaijan di Formula 1 2023 Christian Horner è stato beccato dal fotografo della Formula 1 Mark Sutton mentre usciva dall’hospitality dei rivali della Ferrari dove aveva avuto un colloquio con Frederic Vasseur: la reazione tutt’altro che composta del team principal della Red Bull fa capire che non voleva essere visto e che l’oggetto del discorso che aveva fatto poco prima non lo aveva lasciato tranquillo.
A cura di Michele Mazzeo
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Nonostante l'exploit di Charles Leclerc, anche nel GP dell'Azerbaijan la Red Bull si è dimostrata dominatrice incontrastata di questo Mondiale di Formula 1 2023 piazzando la terza doppietta (su quattro gare) della stagione. La RB19 messa a disposizione di Sergio Perez e Max Verstappen è nettamente la miglior monoposto in griglia e, prendendo in prestito le parole del monegasco della Ferrari, "al momento fanno un campionato a parte". Alla luce dell'attuale divario dalle scuderie rivali la conquista dei titoli iridati, seppur mancano ancora 19 GP, non sembra poter essere messa in discussione, tanto che l'alfiere Mercedes George Russell pensa che addirittura i driver del team di Milton Keynes stanno nascondendo il vero potenziale della loro macchina e possano addirittura vincere tutte le gare in calendario.

Una situazione che dunque dovrebbe far stare tranquillo Christian Horner che tra l'altro ha appena blindato il genio dell'aerodinamica Adrian Newey con il quale, secondo quanto riferito dalla testata tedesca Autosport, avrebbe firmato un prolungamento di contratto fino al 2026. Il team principal della Red Bull dovrebbe dunque essere in questo momento la persona più serena all'interno del paddock della Formula 1, ma un episodio avvenuto nel corso del weekend di Baku rivela che non è proprio così.

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Nella mattina di domenica, prima dell'inizio della gara del GP dell'Azerbaijan, il boss della squadra austriaca è stato beccato dal noto fotografo Mark Sutton, un'istituzione nel paddock della F1, mentre usciva dall'hospitality della Ferrari, dove aveva avuto un colloquio con il suo omologo Frederic Vasseur, e la sua reazione tutt'altro che pacata (dito medio ed espressione corrucciata), immortalata da Sutton, lascia intendere che non solo non era contento di essere stato pizzicato insieme ai rivali ma anche che gli argomenti trattati con il numero uno del muretto della scuderia di Maranello lo hanno infastidito.

Alla luce dei recenti movimenti di mercato (con due tecnici Red Bull già ingaggiati dal Cavallino per il 2024) e delle voci sempre più insistenti, circolanti nel paddock durante il weekend di gara a Baku, che vogliono un altro pezzo da novanta che ha fatto le fortune della squadra di Milton Keynes, cioè l'ingegnere italiano Enrico Balbo, da due anni responsabile dell'aerodinamica Red Bull Racing e Red Bull Technology (ossia il numero tre per importanza dopo Newey e il direttore tecnico Pierre Waché), ad un passo dall'approdo a Maranello (dove andrebbe a ricoprire la carica lasciata vuota dal dimissionario David Sanchez), è inevitabile pensare che sia stato proprio questo l'oggetto del colloquio andato in scena tra Christian Horner e Frederic Vasseur nell'hospitality Ferrari sul circuito della capitale azera.

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A far perdere la tranquillità al boss della Red Bull dunque sarebbe la campagna acquisti che il nuovo team principal del Cavallino sta portando avanti andando a pescare i tecnici migliori per strapparli ad altre squadre e, visto che dall'introduzione del nuovo regolamento tecnico, le monoposto messe in pista dalla scuderia austriaca si sono dimostrate nettamente le migliori del lotto, è inevitabile che il transalpino stia tentando di "saccheggiare" Milton Keynes e portare gli uomini migliori a Maranello per gettare le basi per una vettura che consenta a Leclerc e Sainz (o a chi dovesse arrivare al loro posto) di lottare per quel titolo Mondiale che manca ormai oltre 15 anni e che anche quest'anno, salvo cataclismi, finirà nelle mani della Red Bull di Christian Horner.

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