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George Russell non ne può più della Formula 1, lo sfogo è impietoso: “È diventata una processione”

Il pilota Mercedes George Russell denuncia la mancanza di spettacolo in Formula 1: “Non c’è degrado gomme, niente sorpassi. Tutto si decide in qualifica e alla prima curva”
A cura di Michele Mazzeo
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Per George Russell, la Formula 1 ha perso la sua anima competitiva. Dopo il sesto posto nel GP degli Stati Uniti, il pilota Mercedes ha descritto un Mondiale sempre più prevedibile e privo di spettacolo, nonostante Max Verstappen sia riuscito a rientrare nella lotta iridata mettendo paura alla McLaren. "Al momento la Formula 1 è una gara verso la prima curva", ha dichiarato il britannico al termine del weekend di Austin, riassumendo con amarezza una sensazione condivisa da molti colleghi.

Scattato dalla quarta posizione, Russell ha subito perso due piazze nelle prime centinaia di metri e da lì non è più riuscito a risalire: "Sono partito bene, ma Max ha chiuso su Lando e sono rimasto bloccato dietro di lui. Lewis e Oscar mi hanno superato e da lì in poi è stato frustrante".
Una fotografia perfetta dell'attuale stato della Formula 1, dove, come sottolinea il pilota inglese, le gare si decidono in partenza e in qualifica.

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Lo sfogo di Russell dopo il GP degli Stati Uniti

Russell punta il dito contro le gomme troppo resistenti e contro la troppa omogeneità delle prestazioni tra i team di vertice. "Non c'è degrado delle gomme. Tra la macchina più veloce e quella più lenta nei primi sei ci sono solo tre decimi di differenza, e normalmente servono almeno cinque per provare un sorpasso. Se fossi uscito terzo da curva 1, sarei arrivato sul podio. Invece sono uscito sesto e ho finito sesto", ha spiegato.

L'analisi è spietata: con pneumatici che non calano di prestazione e con monoposto sempre più simili, il margine tecnico per creare spettacolo in pista si è annullato. "Non ricordo più l'ultima gara con due pit-stop", ha aggiunto il britannico. "Ormai tutto si decide in qualifica e alla partenza. Dopo curva 1 diventa una processione".

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Anche Pirelli finisce nel mirino del pilota Mercedes

Russell non se la prende direttamente con Pirelli, ma invita a riflettere sulla filosofia che ha reso le gare monotone: "Pirelli fa del suo meglio. Se le gomme degradano troppo, la gente dice che non si può spingere. Se invece non si degradano, la gara è noiosa. Servirebbero pneumatici che ci permettano di andare al massimo, ma che dopo 15 giri perdano prestazione".

Nel suo ideale, "le soft dovrebbero durare 12 giri, le medie 15 e le dure 20. Poi dovrebbero calare di colpo, così da favorire strategie diverse e più pit stop". In questo modo, secondo il pilota Mercedes, si restituirebbe varietà e imprevedibilità alle corse, oggi sempre più bloccate e lineari.

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Una Formula 1 senza spettacolo

Il regolamento introdotto nel 2022, con il ritorno dell'effetto suolo, avrebbe dovuto favorire i sorpassi e permettere alle monoposto di seguire da vicino in scia. Ma la realtà si è rivelata opposta: con gli sviluppi aerodinamici e i correttivi al fondo imposti dalla FIA, le vetture sono tornate difficili da gestire in aria sporca.

"È difficile seguire chi ti precede", ammette Russell, "e anche quando ci riesci, non hai il margine per passare". A conferma di un malessere diffuso nel paddock, anche Lando Norris e Fernando Alonso hanno espresso dubbi sulla reale efficacia dei futuri regolamenti del 2026, che promettono monoposto più leggere e meno cariche aerodinamicamente, ma non è detto che risolvano il problema.

Oggi, in un campionato dove le strategie sono uniformi e le differenze minime, la Formula 1 sembra aver smarrito la sua essenza. Russell riassume il malessere di molti: una gara fino alla prima curva, poi solo una lunga processione.

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