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Davide Valsecchi: “In Ferrari non fila tutto liscio. Leclerc ha distrutto Hamilton, ma è frustrato”

Nell’intervista esclusiva concessa a Fanpage.it, Davide Valsecchi analizza la crisi della Ferrari in Formula 1 e la convivenza tra Leclerc e Hamilton. L’ex campione GP2 difende Charles, critica la gestione del team e spiega perché oggi l’unico punto fermo a Maranello è proprio Leclerc.
A cura di Michele Mazzeo
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La Ferrari è uscita dal GP del Brasile della Formula 1 2025 con un doppio zero pesante: Leclerc fuori dopo pochi giri per un incidente in cui non ha avuto alcuna colpa, Hamilton costretto al ritiro dopo due scontri e una penalità. Una stagione nata con l'ambizione di tornare a lottare per il vertice e finita invece nel segno della confusione tecnica e delle incertezze interne. Mentre McLaren vola e Verstappen dà fondo a tutto il suo talento per restare in corsa, a Maranello si cerca ancora una direzione chiara. Proprio per capire dove stia andando la Ferrari di Frederic Vasseur e come si stiano muovendo i suoi due piloti, Charles Leclerc e Lewis Hamilton, abbiamo parlato con Davide Valsecchi, ex pilota e voce tra le più schiette e ascoltate del paddock di Formula 1.

Campione GP2 nel 2012, oggi Davide Valsecchi è uno degli opinionisti più riconoscibili del Circus: un linguaggio diretto, senza filtri, costruito in anni di paddock vissuto da dentro. Dopo la lunga esperienza su Sky Sport, collabora con F1 TV per la copertura internazionale dei Gran Premi, continuando a seguire da vicino team, piloti e retroscena tecnici. È rimasto lo stesso Valsecchi di sempre: concreto, ironico e con un'idea molto chiara su come si costruisce o si distrugge un progetto vincente in Formula 1.

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Nell'intervista concessa a Fanpage.it, Valsecchi non fa sconti a nessuno: definisce "l'unica cosa solida della Ferrari è Leclerc", boccia la scelta di puntare su Hamilton ("a 40 anni non può essere un progetto a lungo termine") e parla apertamente di confusione interna a Maranello. Difende Leclerc, che "ha distrutto Hamilton sportivamente", e accusa la Ferrari di metterlo ancora alla prova invece di dargli finalmente il mezzo per vincere.
Non mancano gli elogi per Lando Norris ("ora è maturo e concreto"), le perplessità su Piastri, e un endorsement totale per Kimi Antonelli ("ha il dono della velocità, come Verstappen e Leclerc"). Senza dimenticare l'amarezza per Leonardo Fornaroli, talento italiano "che meriterebbe un'occasione vera in Formula 1".

Doppio zero Ferrari in Brasile. Sembra che la sfortuna influisca tanto, ma qual è la tua idea sulla stagione?

"La sfortuna non influisce tanto, se la sono anche un po' cercata. Hamilton non andava tanto e quando parti nel gruppo può succedere molte più cose che quando parti nelle prime file. Hanno avuto una gara sfortunata, ti può andare meglio, ma quando parti sempre in prima o seconda fila è più facile fare belle gare. Hamilton ha fatto un weekend brutto, sfortunato fino a un certo punto: secondo me andava piano e quello ha inciso molto sul risultato. In gara è rimasto dietro nei guai".

Per quanto riguarda il progetto Ferrari: cos'è che non va? Perché ogni volta si arriva a inizio weekend e bisogna ritrovare la quadra?

"Sono un po' preoccupato. Mi sembra che l'unica cosa veramente positiva di quest'anno in Ferrari sia Leclerc. Ho sempre pensato che per essere alla vetta gli mancasse la costanza, invece oggi l'unica cosa che è come una pietra solidissima è lui, quasi sempre davanti al compagno di squadra. Sportivamente parlando l'ha distrutto nelle qualifiche e in gara, e il suo compagno ha vinto sette mondiali. L'unica cosa solida del progetto è il pilota giovane che hanno".

E il confronto col resto del gruppo?

"Vedendo la seconda parte di stagione della McLaren l'anno scorso, in inverno avevo detto: ‘Dominerà McLaren'. Il progetto più solido sembrava quello. La Ferrari era lì dietro, non ho capito come mai quest'anno hanno finito per deludermi così tanto. Hanno sbagliato qualcosa in inverno quando hanno modificato la vettura e si sono creati una confusione importantissima".

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Che effetto hanno avuto le scelte sul management?

"A metà stagione volevano licenziare Vasseur, poi l'hanno rinnovato, poi hanno cambiato tante persone. Di solito, quando c'è il cambio di regolamento, la squadra più stabile dovrebbe azzeccare il futuro. In questo momento non mi sembra il team più sereno. Spero che facciano una magia in inverno, ma non ci scommetterei un sacco di soldi sulla Ferrari come macchina più forte l'anno prossimo".

Credi che prendendo Hamilton la Ferrari abbia impostato un progetto a medio-lungo termine su di lui?

"Io sono preoccupato proprio per quello. Hamilton veniva da tre anni con Russell in Mercedes: due volte su tre ha perso il confronto. Se me lo fai a breve termine sono d'accordo, ma se mi parli di medio-lungo termine con un pilota di 40 anni, mi vengono i dubbi. Viene in Ferrari, ha un anno in più, confronto con Leclerc distrutto. Se mi dici ‘L'anno prossimo puntiamo su Hamilton', io dico: ‘ripensateci'".

Perché per te il punto fermo è Leclerc?

"Quando gli avete messo dentro Hamilton, Leclerc ha fatto la stagione migliore della vita. Mi puoi dire: ‘Non ha vinto neanche una gara', ma secondo me non ha avuto il mezzo. Io la stagione la baso sul confronto col compagno, non sul fatto che con una macchina da settimo posto non vinca. Se fosse stato sulla McLaren, probabilmente sarebbe in testa a lottarsi il Mondiale con Norris, secondo me gli era anche avanti".

Il cambio regolamentare cosa cambierà?

"Ho la sensazione che col nuovo regolamento i giovani avranno un vantaggio di adattamento. Quelli più in là con l'età soffriranno un po'. Hamilton ha già sofferto quest'anno l'adattamento in Ferrari. Se chiedi a me, io punto su Leclerc, non ci sono dubbi. Se Hamilton mi smentisse sarei felicissimo, ma oggi per me ha molte più probabilità Leclerc di fare un'altra grande stagione".

Vedendo atteggiamenti e umore di Leclerc nel paddock: pensi che sia ancora "innamorato" della Ferrari o no?

"Abbiamo il pilota scocciato e arrabbiato, giusto? Quanto partiva Leclerc? Terzo. Quanto partiva Hamilton? Tredicesimo.
Hamilton ce l'hai innamorato, Leclerc ce l'hai stufo. Io prendo tutta la vita Leclerc. La pista non è ‘Andiamo d'amore e d'accordo e vinco le gare'. A volte sei arrabbiato, stufo, non hai voglia e magari vinci lo stesso".

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Quindi il problema non è l'umore ma il contesto?

"In questo momento Leclerc ha una grandissima velocità che Hamilton non sta trovando. Non è più innamorato della Ferrari? E perché dovrebbe esserlo? È un sacco di anni che è lì. Aveva Sainz come compagno, tre volte su quattro l'ha battuto. Arriva Vasseur e gli mette di fianco uno che ha vinto sette mondiali. Lui, dopo aver praticamente messo fine alla carriera di Vettel, oggi distrugge quella di Hamilton. Secondo me pensa: ‘Continuate a mettermi alla prova e avete una macchina che non va mai. Pensate a far bene la macchina e non a pagare 70 milioni di euro per un altro pilota'".

Da dove nasce la sua frustrazione più profonda?

"È frustrato anche perché dopo Verstappen doveva esserci lui. Il numero uno è Verstappen, il più forte degli altri era Leclerc. Se ci fosse giustizia sportiva, dopo il momento di Verstappen doveva arrivare quello di Leclerc. Quest'anno hanno vinto Russell, Piastri, Norris, Verstappen e lui non ha vinto neanche una gara. Se gli chiedi ‘Sei andato male?', ti risponde: ‘Ho distrutto uno che ha vinto sette mondiali, io sono andato divinamente, non avevo il mezzo'. E come fai a dargli torto? Ha ragione. Non ha avuto il mezzo, lui ha corso bene".

Questa stagione l'hai definita "molto confusa" per la Ferrari. È un problema di cultura interna o di singoli reparti?

"È anche cultura nostra. Io vedevo la stampa: prima era sempre colpa di Binotto. Alla fine lo cacciano via. Prendono Vasseur e in TV me lo raccontavano come un messia: venti gare in Formula 1, zero vittorie.
Doveva essere il migliore di tutti i tempi e quello di prima era uno stupido. A me questo atteggiamento non piace".

Cosa non ti convince di questo modo di ragionare?

"Sembra quando siamo ragazzini con la fidanzata: quando è con noi è la più bella del mondo, quando la lasciamo diventa una cattiva. Non funziona così. Abbiamo preso Vasseur come se fosse il messia, non aveva mai vinto una gara in Formula 1. Poi dopo due anni e mezzo diciamo che è scarso. Magari non era un fenomeno prima, magari non è scarso adesso e ha solo bisogno di più tempo".

E le decisioni prese quest'anno che effetto hanno avuto?

"Si è creata confusione: a metà stagione lo volevano sostituire, c'erano voci sulla sua sostituzione. Non mi sembra che stia filando tutto liscio.
Ha puntato forte su Hamilton: i risultati dicono che Sainz ha fatto un lavoro molto migliore quando è stato in Ferrari. Qualche scelta l'ha sbagliata. I cambi nel personale proprio nell'anno in cui fai la macchina del nuovo regolamento non me li aspettavo. Mi aspettavo molta più stabilità. È il lavoro più difficile del mondo: nel motorsport il lavoro più difficile è fare il team principal di Ferrari".

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Parliamo di Norris: ha fatto finalmente il salto di qualità che tutti si aspettavano?

"Per Norris sono strafelice. Il pilota e i risultati non sono una scienza esatta. Per esempio, secondo me Leclerc ad Interlagos stava facendo un weekend clamoroso, poi nell'attacco (ad Antonelli, ndr) si butta all'esterno invece che all'interno. L'esterno è un posto molto meno rischioso eppure finisce ritirato".

E che ruolo ha avuto Antonelli in quell'episodio?

"In quella difesa Antonelli ha sbagliato tutto, non aveva visto Piastri che andava all'interno, ha rischiato di finir fuori e gli è andata bene. Ha fatto la sua migliore prestazione di sempre. Questo dimostra che non è una scienza esatta: c'è un errore importante premiato dal miglior risultato di sempre".

Su Norris si diceva che fosse fragile di testa…

"Su Norris leggevo che non era mentalmente all'altezza all'inizio. Voglio sentirli adesso quelli che lo dicevano e lo chiamavano ‘mentalmente fragile'. Piastri, negli ultimi tempi, è quello che ha fatto errori: falsa partenza, incidenti, penalità, due weekend a prendere quattro decimi e mezzo al giro dal compagno.

Norris ha avuto un periodo di difficoltà, ma quando contava di più nella stagione ha fatto vedere di essere pronto, maturo e duro. Oggi l'uomo giusto è al momento giusto: si sta lanciando verso il Mondiale. Ha sempre avuto la velocità, gli mancava la concretezza. Nelle ultime sei-sette gare è diventato concretissimo. Visto che Verstappen è un po' più indietro, dico che è giusto che lo vinca Norris".

A Piastri, invece, cosa sta succedendo?

"Probabilmente è la pressione. Norris mi raccontava in Bahrain che aveva difficoltà in qualifica: l'anno scorso aveva un anteriore molto più preciso, quest'anno c'è sottosterzo. Piastri andava, lui no. Negli ultimi aggiornamenti alla macchina gliel'hanno sistemata: Norris è diventato clamorosamente veloce e questo l'ha tranquillizzato".

Che effetto ha avuto sull'australiano?

"All'altro ha creato problemi di fiducia mentale. Da uno che non commetteva errori è diventato uno che, quando ha iniziato a subire sul tempo sul giro, ha iniziato a farne diversi. Poi aggiungi la pressione di essere in testa al Mondiale e l'attenzione mediatica: alla prima esperienza ti può schiacciare.

L'anno scorso aveva schiacciato Norris nella rimonta Mondiale di Verstappen, quest'anno sta schiacciando un po' Piastri. Magari se gli ricapiterà l'anno prossimo, la gestirà diversamente. La mancanza di esperienza a volte ci fa brutti scherzi".

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Verstappen lo possiamo ormai considerare fuori dalla lotta per il titolo?

"Dico solo che non ha il mezzo. Parte dalla pit lane e fa terzo, gara strepitosa. Non so come abbia fatto, bravissimo lui. Però non ha il mezzo. Guarda la classifica, guarda chi è ultimo a un minuto di distanza: Tsunoda, il compagno.

Tsunoda era spesso nei primi dieci in Racing Bulls, lo mettono in Red Bull e sembra in difficoltà. Va bene aspettarsi magie da Verstappen, ma è sbagliato pretenderle tutte le domeniche. Secondo me sta facendo una stagione forse migliore di alcune che ha dominato. Tsunoda dovrebbe fare i risultati della vita, non sta avanzando: probabilmente quella macchina è molto complicata".

Parliamo di Kimi Antonelli: grande weekend, al netto di errori e fortuna. Che consiglio ti verrebbe da dargli oggi?

"Kimi è più forte del 90% dei piloti di Formula 1. Secondo me solo tre o quattro al mondo possono dargli consigli. Nessun consiglio: fai quello che vuoi, mi sa che lo stai facendo bene. La sua gara non è perfetta, ha avuto una fortuna enorme e ha sbagliato la partenza.

Il ragazzo ha una velocità fuori dal comune. Se mette insieme tutto il resto farà un percorso enorme. Quello che conta è la velocità: o ce l'hai o non ce l'hai. È un talento che ti manda il cielo. Quel ragazzo lì ha il dono. Chi può dargli un consiglio? Verstappen, Leclerc e il nuovo campione del mondo. Gli altri in silenzio a guardare".

Dove ti ha impressionato di più ad Interlagos?

"Nell'ultimo stint è stato sorprendente. Lo fermano a un giro di distanza da Russell, stesso tipo di gomma, stessi giri, e fa un ultimo stint da paura. In tutto il weekend Russell non gli ha fatto mai toccare terra. Nel team radio era più preoccupato di chi arrivava da dietro che di andare a prenderlo, perché sapeva benissimo che Antonelli era più forte".

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Parliamo di Leonardo Fornaroli: è a un passo dal titolo in F2, come vedi la sua situazione in ottica "salto" in Formula 1?

"Bisognerebbe chiamare Flavio Briatore e chiedergli come fa a confermare Colapinto invece di prendere Fornaroli. Ci sono un sacco di interessi. Secondo me dovevamo prendere Fornaroli. È una Formula 1 che dovrebbe essere meritocratica".

Gli consiglieresti di andare a fare il pilota di riserva in F1 o andare a fare esperienza in qualche altro campionato?

"Io ho fatto il terzo pilota dopo aver vinto la GP2 ed è andata male. Però secondo me Fornaroli è più bravo di me quando l'ho fatto io. Io dico che meriterebbe l'occasione in Formula 1: non fa incidenti, fa pochi danni ed errori, è bravo in qualifica, vince, non si lamenta. Lo metti dentro e ti fa una grandissima carriera".

Che tipo di pilota è Fornaroli per te?

"Ha vinto prima, ha vinto due titoli di fila, ha vinto più di Antonelli. È un peccato non dargli un'occasione. Per me, al posto di Colapinto, avrebbe fatto tutto quello che fa Colapinto ma essendo un po' più veloce e senza commettere tutti gli errori che ha fatto l'argentino".

Con il cambio di regolamento tecnico per un giovane sarebbe più facile o più difficile?

"L'anno prossimo cambiano i regolamenti: per me i giovani dovrebbero avere un piccolo vantaggio, lo spirito di adattamento quando sei giovane è più accentuato. Se prendi uno come Antonelli o Fornaroli, loro cambiano macchina tutti gli anni: per loro è normale. I giovani stanno facendo adattamenti continui, gli altri guidano da anni la stessa macchina".

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In questi anni hai frequentato da vicino box e hospitality: hai un aneddoto che racconta chi sono davvero Leclerc e Hamilton lontano dalle telecamere?

"Hamilton è un ragazzo normale, ma è più difficile avere un rapporto con lui. Oltre al ‘Ciao ciao' non ho molto, il suo stile di vita lo porta a essere distante da quasi tutti. Leclerc invece è un ragazzo normalissimo, con gli stessi interessi, le stesse paranoie, le stesse caratteristiche. Non pensare che siano uomini speciali. Quando la macchina non va bene pensano anche loro alle ali, alle modifiche, a come vanno i compagni".

E un aneddoto curioso che riguarda la Ferrari?

"Con Vettel in Ferrari, nel momento in cui stava andando in difficoltà perché era arrivato Leclerc, io in TV dicevo che rischiavano di mettere fine alla sua carriera. Tutti mi scrivevano che ero troppo duro.
Dopo una gara mi ha chiamato con un pacchetto di pasticcini: ‘Vieni, ti do un po' di biscotti, stai dimagrendo troppo'. Dentro il paddock sono normali, sanno come funziona lo sport. Vettel, che faceva fatica contro Leclerc, era il primo a dire: ‘Devo andare più forte, non so come fare'".

E Hamilton oggi in Ferrari?

"Hamilton ha un'aura diversa: è l'unico che ha il bodyguard, l'unico che va in monopattino. Quando l'hanno preso in Ferrari avevano un sacco di pensieri da fare. Ad oggi sembra una stupidata. Vediamo se l'anno prossimo pagherà, ma se paga lo farà più avanti".

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Sei stato una dei volti più riconoscibili della F1 in TV, con uno stile diretto e senza filtri. Oggi la libertà di parola è aumentata o ridotta?

"Io non sono tanto politically correct. Cerco di essere serio, attento, concentrato, ma il mio modo di parlare mi porta a comportarmi come mi viene e ogni tanto si sbaglia. Non sto molto attento ai termini e ogni tanto mi scappano delle cavolate".

Segui ancora le telecronache italiane?

"Collaborando con quelli della Formula 1 sono stato obbligato a guardare i loro canali per stare al ritmo e non seguo più molto quelli italiani".

Che ruolo ha il tifo Ferrari nel giudizio?

"Un po' il concetto di base è che in Italia tutto il tifo è Ferrari. E quando c'è di mezzo il tifo il giudizio è inevitabilmente condizionato. Se dici il tuo pensiero e va molto contro il pensiero comune del tifo, ogni tanto non vai d'accordo con tutti. Io ho sempre detto quello che pensavo. Spesso era contrario a quello che c'era in giro. Alla fine il pubblico mi ha sempre voluto bene e rispettato. Essere un po' onesti, secondo me, alla lunga paga".

Come ti vivi oggi il fatto di essere molto apprezzato all’estero e rimpianto da tanti appassionati italiani? Hai rimpianti per come è finita l'esperienza in TV?

"Lo vedo sui social. Non posso lamentarmi: il pubblico a Monza mi ha sempre trattato benissimo. (A Sky, ndr) Non era più il mio posto: non c'era più la presentatrice, avevano cambiato persone. È andata così, magari in futuro non si sa mai. Ho fatto altre esperienze, ne ho fatta una nuova. È divertente ogni tanto".

Il tuo modo di commentare però è rimasto lo stesso…

"Io faccio come sempre: divertirmi ed essere in linea con quello che penso. Per esempio, ieri ho detto che Antonelli ha avuto molta fortuna, mentre il giudizio generale è che ha fatto una gara pazzesca. Per me ha fatto un errore gigantesco, ma sono impressionato dalla sua velocità.
Quello ha un talento che tutti sognano. Quella velocità ce l'hanno in tre al mondo: Verstappen, Leclerc e il nuovo campione del mondo. Io cerco sempre di dire quello che penso e di essere onesto".

Anche Leclerc ha detto più o meno la stessa cosa sull'episodio di Antonelli?

"Dopo l'incidente con Antonelli non avrei fatto dire che non era colpa di Antonelli. Se fossi stato uno che lo aiuta nella comunicazione gli avrei suggerito di non dire niente. Abbiamo lo stesso pensiero, ma io sono uno qualunque e lui è uno dei migliori al mondo. Per me bisogna parlare quando si vince, quando si perde è meglio stare zitti e fare i complimenti. Lo apprezzo comunque: è uno che se pensa qualcosa te lo dice. È molto bravo".

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