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Cosa c’è dietro la squalifica di Norris e Piastri a Las Vegas: perché le McLaren erano così basse

Le McLaren MCL39 sono state squalificate dal GP di Las Vegas della Formula 1 2025 per usura eccessiva del plank: ecco perché Norris e Piastri hanno dovuto correre con un’altezza da terra troppo bassa e cosa non ha funzionato nel setup.
A cura di Michele Mazzeo
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Nel Mondiale di Formula 1 2025 tutti cercano di correre il più basso possibile: ogni millimetro di altezza da terra nella "F1 a effetto suolo" vale decimi preziosi. Nella gara di Las Vegas vinta da Max Verstappen, però, la McLaren ha oltrepassato quel limite. Il team temeva una pista sfavorevole e invece si è ritrovato sorprendentemente competitivo, spingendosi verso un setup molto carico al posteriore e una sospensione più morbida, combinazione che ha generato porpoising e un'usura anomala del plank, soprattutto nella zona posteriore.

A contribuire all'errore c'è stata anche la quasi totale assenza di riferimenti sul passo gara: il venerdì era stato caotico e la McLaren aveva deciso di affidarsi a dati raccolti in circuiti simili. Questo li ha portati a spostare il bilanciamento verso il retrotreno per gestire meglio il graining, salvo poi ritrovarsi con una vettura che toccava troppo a terra nei punti più veloci della Strip. L'ispezione FIA dopo la bandiera a scacchi è stata immediata. Le McLaren sono finite nel campione di vetture sottoposte a verifica e i valori rilevati, tra 8,74 mm e 8,93 mm, hanno certificato la violazione.

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A spingere McLaren verso scelte così aggressive c'è un altro fattore cruciale: il team ha congelato in anticipo gli sviluppi della monoposto per concentrare risorse sul progetto 2026. Questo ha permesso agli avversari, in particolare la Red Bull, di avvicinarsi sensibilmente nelle ultime gare. Per difendere il vantaggio e mantenere il livello di prestazione raggiunto, McLaren ha dovuto spremere la MCL39 con l'unica leva rimasta: abbassarla il più possibile, accettando rischi operativi più elevati. Un approccio che paga in termini di velocità pura, ma che rende la vettura estremamente vulnerabile ai controlli FIA.

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Nel paddock, questo scenario era stato previsto. Dopo Austin, circolavano voci secondo cui la McLaren "deve andare molto bassa per essere veloce alle alte velocità". Rumors che gli aerodinamici di altri team rafforzavano parlando di un fondo meno estremo in termini di picco di downforce, ma molto efficace per equilibrio e guidabilità. Un approccio opposto a quello di squadre come Red Bull, basate su sistemi di vortici più complessi e sensibili. Secondo queste indiscrezioni, proprio per far funzionare la sua filosofia la MCL39 ha bisogno di girare più bassa della concorrenza, un limite che la recente pressione della RBR avrebbe spinto ancora più in là.

Da qui la dinamica vista a Las Vegas: una vettura spinta oltre la sua finestra ideale, un fondo che ha iniziato a colpire l'asfalto con troppo vigore e un'usura dei pattini sfociata nella squalifica.

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La squadra ha ora avviato un'analisi interna per capire se l'episodio di Las Vegas sia stato un caso isolato o se servirà un margine di sicurezza maggiore. Perché la ricerca della massima performance li ha resi velocissimi, ma anche vulnerabili ai controlli: in un mondiale che si decide sui dettagli, correre più bassi di tutti è un'arma potentissima. E, come si è visto, anche la più rischiosa.

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