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Coronavirus, Formula 1: Ferrari attesa da severi controlli medici in Australia e Bahrain

Le misure di sicurezza prese dai singoli stati per contenere l’emergenza Coronavirus si ripercuotono sul campionato Mondiale di Formula 1 2020 che dovrebbe debuttare a Melbourne nel prossimo week end per poi spostarsi Sakhir in quello successivo: stretta soprattutto per i tantissimi uomini italiani di Ferrari, Alpha Tauri, Pirelli, Alfa Romeo e Haas, attesi da severi test sanitari all’ingresso in Australia e addirittura da un approfondito controllo medico di tre ore al momento dell’approdo in Bahrain. Il Consiglio Mondiale Fia intanto istituisce l’unità di crisi per l’emergenza Coronavirus.
A cura di Michele Mazzeo
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Nel fine settimana che precede il debutto del campionato Mondiale 2020 in Australia, continua ad aleggiare sulla Formula 1 l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus (qui gli aggiornamenti con le ultime notizie in tempo reale). Gran parte degli Stati nei quali si dovranno disputare i primi gran premi della stagione infatti stanno prendendo delle misure di sicurezza per limitare gli accessi alle persone che provengono dalle zone in cui la diffusione è maggiore, in particolar modo quindi Cina, Thailandia, Corea del Sud, Iran e soprattutto Giappone e Italia (da cui provengono gli uomini Ferrari, Alpha Tauri e Pirelli). E sono proprio le limitazioni verso i passeggeri provenienti da questi ultimi due Stati a destare maggiore preoccupazione (dato che i giapponesi e gli italiani rappresentano oltre il 50% del carrozzone che si sposterà da un Paese all’altro).

Il Consiglio Mondiale Fia istituisce l’unità di crisi per il Coronavirus

A tal proposito il Consiglio Mondiale Fia tenutosi nelle scorse ore a Ginevra ha deciso anche per l'istituzione di un’unità di crisi che si dovrà riunire ogni due giorni per valutare l'evolversi dell'epidemia di COVID-19 e prendere tutte le misure necessarie per proteggere la comunità globale del motorsport e del suo pubblico, disponendo anche il rinvio o l'annullamento di alcuni eventi se ciò dovesse rendersi necessario.

Le restrizioni in Australia e Bahrain per gli italiani del Circus della Formula 1

Al momento le prime tre gare stagionali in programma (GP d’Australia, GP del Bahrain e GP del Vietnam) sono confermate anche se sono già tante le restrizioni a cui dovranno sottoporsi piloti, tecnici, manager, ingegneri e meccanici che negli ultimi 14 giorni sono stati in Paesi nei quali la diffusione del Coronavirus è già ampia, come l’Italia. La stragrande maggioranza degli uomini Ferrari, Alpha Tauri e Pirelli, ma anche di Alfa Romeo e Haas, dunque saranno costretti ad una lunga trafila per entrare nei Paesi in cui si disputeranno le gare con il rischio di essere rispediti a casa o, peggio, messi in quarantena nello stato ospitante.

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Ferrari, Alpha Tauri e Pirelli attese da severi controlli a Melbourne

La maggior parte dei membri dei team a preminenza italiana con in testa il Cavallino e del fornitore di pneumatici Pirelli sbarcheranno a Melbourne tra domenica e lunedì, e saranno sottoposti a severi test sanitari all'arrivo prima di poter ricevere il permesso di lavorare con le loro squadre sul circuito di Albert Park la prossima settimana in vista della gara d’esordio del campionato Mondiale di Formula 1 2020 che si terrà domenica 15 marzo (partenza prevista alle 6.10 ora italiana).

In Bahrain tre ore di controllo medico per chi arriva dall’Italia

Ma se la situazione attuale non sembra mettere a rischio lo svolgimento secondo programma del GP d’Australia, lo stesso non si può dire per il Bahrain dove nei giorni scorsi è stata sospesa la vendita dei biglietti per assistere al secondo round della stagione (nel week end del 22 marzo) e nelle ultime ore sono state ulteriormente inasprite le misure di sicurezza per contenere la diffusione del Coronavirus. Non ci sarà la quarantena preventiva, come invece ha deciso di fare il Vietnam, ma qui addirittura tutti coloro i quali arrivano nel Paese da una delle zone ad alto rischio, tra cui l’Italia, devono sottoporsi ad un approfondito controllo medico di tre ore prima di poter entrare in aeroporto. Una situazione, in continuo divenire, che preoccupa e non poco dunque gli organizzatori del GP e quelli dell’intera Formula 1 perché come ha ricordato Ross Brown, nei giorni scorsi, “ se anche ad una sola squadra verrà negato l'accesso a un paese ospitante, la gara in questione non si terrà”.

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